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lunedì 29 settembre 2008

Pubblico un (incredibile) intervento letto in rete e la mia risposta (se sarà pubblicata)

Come è ormai noto, la settimana prossima, alla Camera si voterà il decreto Gelmini per la scuola.
Dopo le rituali proteste di queste settimane, ancora in atto in questi giorni, a Veltroni spetta una scelta. Ripercorrere la strada battuta (con qualche successo, purtroppo per la scuola) tra il 2002 e il 2006 o scegliere di cambiare strada.
Allora la sinistra scelse la scuola come il terreno privilegiato per la battaglia politica contro il governo, demonizzando le iniziative del ministro e della maggioranza, terrorizzando le famiglie con false notizie (tempo pieno abolito, insegnamenti tagliati, insegnanti di sostegno licenziati, attacco alla scuola statale, ecc.), strumentalizzando i bambini e usando gli edifici scolastici come strumenti per comunicare falsamente ai cittadini e ai media.
Lo stesso è accaduto purtroppo finora. Veltroni e i suoi sembrano non capire che la scuola è come l'Alitalia, un carrozzone destinato al fallimento se non si interviene subito e a fondo. I provvedimenti presi finora - educazione civica, voto in condotta, pagelle con i voti, maestro unico, riorganizzazione dell'impiego dei docenti nelle scuole elementari (potenziando il tempo pieno e mantenendo gli insegnati di sostegno) blocco della progressione della spesa - vanno nella direzione di creare nel giro di pochi anni le condizioni per una scuola migliore, più capace di istruire ma anche di educare, con insegnanti riconosciuti nel loro ruolo sociale e meglio pagati.
Sono provvedimenti facili da comprendere, apprezzati dai cittadini, che mettono la sinistra davanti a un bivio. Oggi l’alternativa è quella di collaborare in una riforma non più rinviabile o continuare a lasciare le cose come stanno e giungere alla bancarotta economica, formativa ma sopratt utto educativa.
Per il bene di tutti e per il futuro dell’Italia si auspica una sinistra capace di avere la forza di scegliere la strada giusta, stavolta...ma, se il buon giorno si vede dal mattino, non abbiamo grandi speranze.
In allegato una serie di domande e risposte oggetto di una interista al Ministro Gelmini autore della riforma scolastica.
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Scuola. Obiezioni e risposte

Come è possibile fare un riforma della scuola per decreto legge, a pochi giorni dall’inizio dell'anno scolastico?

Il decreto legge non è una riforma della scuola ma contiene solo alcuni provvedimenti di buon senso, utili da subito per una scuola migliore. Ad esempio, lo studio dell'educazione civica risponde a un'esigenza precisa di educazione degli studenti italiani e di integrazione per gli studenti stranieri, perché i ragazzi a scuola devono imparare anche a diventare dei cittadini consapevoli dei loro diritti e dei loro doveri. Inoltre nel concetto di educazione alla cittadinanza rientrano anche l’educazione ambientale, l’educazione a tenere corretti stili di vita, ossia l’educazione alla salute. È un concetto ampio che rimanda allo studente come persona e non come a una scatola in cui immettere nozioni.

Chiunque capisce che prendere 6 è peggio che 8 e che insufficiente è peggio di buono. Che bisogno c’era di reintrodurre i voti? E il voto in condotta?

Il voto in condotta serve a ribadire che la scuola non è solo un luogo dove si apprendono competenze ma anche un luogo educativo: è un deterrente contro il bullismo e dice con chiarezza che non è con il lassismo e il buonismo che si aiutano i ragazzi a migliorare e a capire che la scuola, come la vita, esigono impegno e dedizione per ottenere buoni risultati.

Il ritorno ai voti è un elemento di chiarezza, per misurare in maniera precisa il profitto conseguito nelle singole materie. Il voto è un elemento di ordine, di semplicità perché misura in maniera precisa il risultato: un 5 è un 5, un 7 è un 7. Così le famiglie possono valutare meglio come sta andando il loro figlio e meglio sostenerlo. Negli ultimi anni il giudizio era diventato sempre più fumoso, meno comprensibile, un giro di parole per non dire con chiarezza il livello di profitto del singolo studente. Si può ragionare, come per la scuola elementare anche per la scuola media, di unire al voto il giudizio, che diventa motivazione e per spiegare il voto conseguito nella singola materia.

La scelta di tornare al maestro unico alle elementari ha scatenato molte proteste. Walter Veltroni ha detto in televisione che il tempo pieno sarà di fatto azzerato, le donne non sapranno più dove tenere i figli mentre lavorano, nei piccolissimi centri saranno chiuse le scuole.

Le solite bugie, che già la sinistra ripeteva cinque anni fa, ai tempi della riforma Moratti. In realtà il tempo pieno alle elementari sarà aumentato del cinquanta per cento, ridistribuendo i maestri che non saranno più impegnati nella compresenza in classe.

Con l'insegnamento a modulo abbiamo attualmente tre docenti per due classi. Eliminando la compresenza di insegnanti per la stesse ore, possiamo utilizzarli meglio, garantendo anche la presenza dell'insegnante di lingua straniera, di informatica, educazione fisica. Le famiglie non hanno niente di cui preoccuparsi.

Da un punto di vista pedagogico il ritorno al maestro unico recupera la funzione educativa del docente, quale punto di riferimento anche dal punto di vista relazionale per i bambini e per le loro famiglie.

Le famiglie potranno scegliere l’orario settimanale più adatto alle loro esigenze e le singole scuole si organizzeranno in base alla loro domanda. Le famiglie che volessero occuparsi dell'educazione dei propri figli in orario pomeridiano sceglieranno classi assegnate ad un unico insegnante e funzionanti con un orario di 24 ore settimanali, altre opteranno per il tempo pieno. Il ripristino delle 24 ore e del maestro unico è una opportunità in più offerta alle famiglie e non l’unico modello organizzativo della scuola primaria.

Chiuderanno le scuole nei piccolissimi centri?

Nessuno pensa di chiudere gli istituti nei centri isolati o montani, perché prevale ovviamente l’obbligo sociale di garantire a tutti il diritto all’istruzione. Rimane tuttavia da correggere l’anomalia italiana per la cui abbiamo un insegnante ogni 9.7 alunni mentre la media europea è di un insegnante ogni dodici allievi.

Tra i risparmi si troveranno risorse per l'edilizia scolastica, che versa in condizioni disastrose?

Il ministro Gelmini sta lavorando con il sottosegretario Guido Bertolaso per individuare le scuole a rischio e sta operando affinché enti locali e Governo facciano uno sforzo per liberare finanziamenti per l'edilizia scolastica. Servono ingenti somme, non sarà possibile fare tutto e subito, ma l'edilizia scolastica è una priorità.

Il governo taglierà i posti degli insegnanti di sostegno?

Il ministro Gelmini ha garantito con forza che non vi è stato e non vi sarà alcun taglio che possa interessare i docenti di sostegno. I criteri per la determinazione dei posti di questa categoria di docenti sono stati definiti nell'ultima finanziaria del governo Prodi e non sono stati modificati. Infatti, per l'anno 2008-2009 sono stati confermati a livello nazionale tutti i posti di sostegno funzionanti nell'anno scolastico 2007-2008: rispetto a circa 174 mila alunni sono stati attivati complessivamente 90.882 posti, pari esattamente a quelli a suo tempo attivati per l'anno scolastico 2007-2008.

Garantire la continuità didattica - che è un principio importante nella nostra scuola (e in modo particolare per gli alunni diversamente abili) - e valorizzare gli insegnanti di sostegno sono i due cardini dell’ impegno sul tema della disabilità nella scuola.

Si parla solo delle elementari e per le medie e le superiori il governo non fa nulla?

La scuola media è un punto di criticità come dimostra il dato che dopo il primo anno di scuola superiore in una regione come la Lombardia il 25% dei ragazzi non si iscrive al secondo anno. La dispersione scolastica è una dispersione pesante a significare che il passaggio tra la scuola media e quella superiore, qualunque sia l’indirizzo, è traumatico.

Il ministro sta valutando di focalizzare gli insegnamenti della scuola media sulle materie fondamentali come l’italiano, la lingua straniera, la matematica, le scienze e su queste materie concentrare lo studio dei ragazzi, al fine di dare loro una solida preparazione che prevenga la dispersione scolastica.

Da settembre 2009 partirà la riforma delle superiori, la cui ossatura sarà costituita dalla riforma Moratti, una base di lavoro che non va sprecata. L’obiettivo è affiancare al sistema dei licei una riqualificazione della formazione professionale e degli istituti tecnici che non devono essere considerati una scuola di serie B.

Il governo abbandona al loro destino i precari.

I precari hanno diritto di essere arrabbiati con la politica per le scelte fatte negli ultimi trent’anni. Il precariato è il frutto di un errore macroscopico che è stato fatto nel mondo della scuola: si è sovrastimata la capacità della scuola di creare posti di lavoro e oggi c’è una sproporzione tra il numero degli insegnanti e il fabbisogno oggettivo della scuola. Il governo ha quest’anno potuto mettere in ruolo solo 25.000 persone, quello che il sistema consente. Bisogna voltare pagina.

In che modo?

In primo luogo dicendo le cose come stanno. Il ministro Gelmini ha scelto di dire delle verità scomode e di non perpetuare un meccanismo distorto che ha prodotto il precariato "storico" e lo ha moltiplicato nel corso del tempo.

In secondo luogo il governo vuole dare al mondo della scuola chiarezza e stabilità, norme durature e inequivocabili, rivedendo il meccanismo di formazione e accesso al lavoro. La commissione creata per questo e presieduta dal professor Giorgio Israel, presenterà una proposta che prevede dopo la laurea un anno solo di studio invece di due, e un secondo anno di tirocinio. Dopo questa esperienza in classe ci sarà un concorso.

Infine l’ultima finanziaria del governo Prodi aveva abrogato l'articolo 5 della riforma Moratti, facendo venir meno il valore abilitante della laurea in scienza della formazione. Nel decreto-legge del primo settembre 2008 è stato nuovamente riconosciuto il valore abilitante della laurea in scienza della formazione, sanando anche la posizione di coloro i quali si sono laureati dopo l'entrata in vigore della norma contenuta nella precedente finanziaria.

E chi ha già frequentato il "famigerato" IX ciclo delle Ssis, le scuole di formazione biennali posta laurea?

Il problema di questi ragazzi del IX ciclo rappresenta l’emblema di un modo di procedere, in cui per non dire di "no" si dice di "sì", ma in realtà senza avere gli elementi per farlo. Il governo Prodi con la finanziaria 2007 da un lato aveva trasformato le graduatorie permanenti dei precari in graduatorie ad esaurimento, chiudendole ai nuovi usciti dalle Siss. Ciò nonostante, ha autorizzato i corsi relativi al nono ciclo delle Siss e i corsi biennali presso gli istituti di alta formazione artistica e musicale. Si è dato con la mano sinistra il via libera ad un treno destinato a fermarsi davanti ad un muro costruito con la mano destra.

Per porre rimedio a questa situazione, il ministro Gelmini ha fatto due cose: a) sospeso per l'anno 2008-2009 le procedure per l'accesso alle SSIS, per porre fine al paradosso di corsi destinati a sboccare nel nulla. b) riaperto le graduatorie fino al 2008, in modo che i ragazzi che hanno frequentato le Ssis e si sono pagati una scuola oltre i costi dell'Università, possano almeno accedere a una graduatoria.

Ma intanto i precari restano nelle graduatorie. Li manderete a fare le guide turistiche?

Il governo sta valutando quali risposte dare al precariato. Con la Finanziaria non licenziamo nessuno, nel senso che gli insegnanti di ruolo vanno avanti a fare il proprio mestiere, ma le aspettative dei precari invece rischiano di essere disattese. Rispetto a questo nessuno ha mai immaginato un impiego nel turismo, semplicemente si stanno cercando strade alternative. Per esempio, mentre c’è un esubero di insegnanti in materie umanistiche, c’è una mancanza di insegnanti di matematica e di lingue. Ai docenti precari potrebbe essere chiesto lo sforzo di apprendere altri insegnamenti oppure nell’ambito della cultura forse si possono trovare nuove professionalità, ma nessuno ha mai pensato di mandare gli insegnanti a fare le guide turistiche; questa è cattiva informazione che sfrutta i timori delle persone in difficoltà per attaccare il governo e creare panico.

La "manovra d'estate" prevede il taglio di 87mila cattedre in tre anni. Per la scuola un costo alto.

Gli insegnanti rappresentano tradizionalmente lo zoccolo duro dell’elettorato di sinistra. Si capisce dunque che il Pd voglia difenderli. Il problema è di mettersi d’accordo su che cosa significhi la difesa di una categoria vitale per il nostro futuro. Un insegnante frustrato e malpagato serve a poco. Perché non tentare una svolta? L’Italia spende per la scuola come la media europea: 3.5% del Pil. La scuola, cardine del futuro di ogni nazione, in Italia è diventata uno stipendificio: il 97% dell’investimento se ne va per stipendi da fame, i peggiori d’Europa. Se una persona di buonsenso ha un numero di insegnanti superiore alla media e retribuzioni sotto la media che fa? Riduce gli insegnanti e aumenta le retribuzioni.

Negli ultimi dieci anni la spesa del ministero dell’istruzione è aumentata del 30%: da 33 miliardi di euro nel ’99 a 43 miliardi nel 2008 ma senza investimenti in qualità, innovazione, in laboratori, in edilizia scolastica.

Gli otto miliardi di risparmio programmati per i prossimi tre anni non tagliano la spesa attuale, eviteranno lo sfondamento del tetto dei 50 miliardi. Non incidere sui meccanismi di spesa vuol dire assumersi la responsabilità di un tracollo nel breve periodo. L’obiettivo è l'individuazione del costo standard, in modo che questo costo venga finanziato in ogni Regione, senza spendere un euro in più del necessario e recuperando risorse per premiare gli insegnanti migliori, cui è destinato il 30% dei risparmi.



Veramente incredibile la serie di imprecisioni e falsità inanellate dal sig. Dell’Anna nel post da voi pubblicato. Certo se un’avvocata trentacinquenne può mettere mano a un settore vitale per il paese come l’Istruzione senza averne alcuna competenza, chiunque poi si sente in diritto di spararla grossa non sapendo neanche di che cosa parla.

Già il fatto di paragonare la scuola, che forma i cittadini, a una compagnia di volo, sia pur di bandiera, fa accapponare la pelle.

A una scuola primaria che, nell’attuale organizzazione, raggiunge l’eccellenza a detta di tutti gli studi europei, si vuole, in nome del taglio della spesa pubblica, opporre un ritorno anacronistico al passato: invece di valorizzare ciò che funziona lo si distrugge.

Il tempo pieno sarà aumentato? Come, se si passa per decreto a 24 ore settimanali? Il sostegno ai ragazzi in difficoltà non sarà tagliato? Ma lei è fuori dalla realtà! Nella sola Sicilia sono stati tagliati più di 1000 posti! Se vuole le invio i nomi di tutti quei ragazzi che hanno visto dimezzate le ore in cui potranno essere seguiti da un insegnante specializzato, e hanno handicap seri! Il ragazzo che seguivo io l’anno scorso e che era seguito per 18 ore settimanali quest’anno non avrà una sola ora di sostegno, e ha la programmazione individualizzata perché non riesce a seguire quella della classe. Chi lo aiuterà? Lei? Il Ministro Gelmini? O sarà costretto a ritirarsi dalla scuola? Diminuire di un anno la scuola superiore ne migliora la qualità? Umiliare gli insegnanti precari che hanno retto la scuola italiana (lo chieda ai dirigenti scolastici) finora proponendone un impiego nel turismo è corretto? Indicare gli insegnanti meridionali come esempio di incompetenza (quando poi si trasferisce la propria residenza a Reggio Calabria per approfittare di esami di abilitazione alla professione più facili come ha fatto il Ministro Gelmini senza avere poi nemmeno la decenza di arrossirne) le sembra corretto?

Eliminare le scuole dai piccoli centri non tenendo conto della peculiarità del territorio italiano le sembra un buon servizio a questi cittadini.

Certo, alzare una cortina fumogena nell’opinione pubblica parlandogli di grembiulini, voti in condotta, ritorno al voto e altre marginalissime correzioni ha avuto l’effetto sperato: insabbiare il succo di una riforma che distrugge la scuola pubblica. Speriamo che quando la gente si renderà conto di quello che sta davvero succedendo non sia troppo tardi.

Prof. Emanuele Limpido

(Docente precario)

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Pubblichiamo questa bella lettera al Messaggero di Roma

Addio scuola


Cronaca giudiziaria. Da settimane si assiste con allarme crescente ad un furioso processo generalizzato nei confronti della scuola pubblica.

ACCUSA:
la scuola italiana non funziona, costa troppo, è uno stipendificio finalizzato all'assistenza della plebe intellettuale meridionale, ignorante, nemica degli studenti padani martoriati, che altrimenti non saprebbe cosa fare della propria vacua esistenza fannullona e criptocomunista. Conseguentemente, bisogna abbattere drasticamente le spese, tagliare il personale docente, il personale non docente, il numero delle ore, il numero delle scuole, il numero di anni dell¹itinerario formativo. L'unica soluzione al problema del precariato è la rottamazione dei precari, mentre gli insegnanti obsoleti e scaduti del sud possono essere riciclati attraverso corsi di aggiornamento mirati.

DIFESA:
In base all´anagrafe, tutta la scuola italiana è meridionale. Com´è dunque possibile che questi insegnanti sottosviluppati del sud diventino improvvisamente bravi al nord? Perché varare disposizioni così rilevanti senza consultare gli operatori della scuola, coloro che di pedagogia se ne intendono e trascorrono la loro vita professionale in aula? Perché sottoporre il Ministero della Pubblica Istruzione a libertà vigilata da parte del Ministero dell'Economia? Perché, in realtà, si ritiene la scuola non una risorsa, base certa e decisiva per lo sviluppo civile, sociale, economico del paese, ma un inutile spreco.

Gli effetti di questa impostazione appaiono devastanti.
1. La riduzione a 4 anni della scuola superiore, la riduzione del tempo pieno e del tempo prolungato, la riduzione del tempo scuola settimanale, implicano minori servizi alle famiglie e minori strumenti formativi per gli allievi. Nei quartieri a rischio, dove le scuole costituiscono l'unico baluardo di legalità, i ragazzi passeranno meno tempo fra i banchi e più tempo in strada.

2. Il ritorno al maestro unico scardina un segmento del percorso formativo che vede l'Italia in vetta alle classifiche internazionali. Dopo vent'anni, la complessità contemporanea dentro cui vive una classe (lingua straniera, educazione fisica, bambini diversamente abili, alunni extracomunitari) non è più governabile da un solo docente tuttologo.

3. La drastica contrazione del numero di insegnanti di sostegno toglie opportunità di inserimento sociale ai più sfortunati, soprattutto in quelle zone dove la scuola rappresenta l'unico canale di integrazione.

4. Accorpare gli istituti scolastici vuol dire lasciare senza scuole le aree geografiche più disagiate, negando il diritto alla pari opportunità formativa

5. I tagli non si limitano a mettere in ginocchio l'intero sistema scolastico, ma privano del lavoro 150.000 docenti e personale ATA (e le loro famiglie). Per di più questo dato drammatico riguarda soprattutto le fasce più deboli, cioè le donne, che nella scuola operano per l'80 %, i precari, usati nel momento del bisogno e poi buttati via, i giovani laureati meridionali che non potranno più aspirare ad una cattedra, esile filo di speranza occupazionale in contesti difficili.

SENTENZA:
cosa può saperne un giovane avvocato di Brescia dei piccoli atti di eroismo quotidiano di questi prof senza qualità, in trincea senza le scorte dei magistrati, senza i soldi degli industriali, senza i riflettori dei tg, senza il sostegno della politica, senza strutture adeguate. Come se fosse normale, vanno a cercare a casa gli alunni "speciali", restano a scuola oltre l´orario per risolvere certe situazioni, devono sostituirsi al padre, alla madre, alla polizia, al medico, subiscono intimidazioni e danneggiamenti, pagano la refezione ai bambini, comprano vestiti e occhiali, macinano, precari e pendolari, centinaia di km al giorno.

Nessun disegno riformatore può andare in porto senza il consenso di quanti vivono, lavorano, studiano all'interno delle aule scolastiche. Li si ascolti: è come leggere un romanzo, ma è tutto vero.

Guglielmo La Cognata

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La lettera al ministro della Dirigente Scolastica dell'Iqbal Masih tratta dal sito di Sinistra Democratica.

Lettera aperta al Ministro Gelmini

di Simonetta Salacone


Gentile Ministro,
sono la Dirigente Scolastica di una Scuola Primaria di Roma, la “Iqbal Masih”, ormai vicina all’età della pensione.
Assisto con vera angoscia alla morte annunciata della scuola del Modulo e del Tempo Pieno.
Questa scuola Elementare riformata noi “anziani” maestri l’abbiamo costruita giorno per giorno.

Partivamo, è vero, da una scuola che già funzionava con buoni risultati, ma che si trovava a far fronte, per prima fra tutti gli ordini, a nuove sfide e problemi: l’inserimento dei disabili, l’integrazione in tempi brevi di massicce quote di alunni immigrati, la progressiva crisi delle famiglie e dei contesti sociali, l’emergere di nuove forme di povertà e marginalità.

Contemporaneamente eravamo chiamati a sostenere l’impatto con la società multimediale, dove, intorno agli alunni, un grande e vorticoso rumore mediatico proveniente da un orizzonte globalizzato sostituiva la calma lenta del fluire del tempo e il ricorso rassicurante degli eventi familiari.

Sono entrati, fra gli alfabeti in cui istruire gli alunni, quelli delle immagini, dei suoni, del movimento.

Si sono dilatati gli spazi geografici e gli orizzonti storici, mitologie di popoli lontani si sono aggiunte a quelli a noi consuete; abitudini e culture diverse sono improvvisamente diventate contigue, prima attraverso il telecomando TV, poi con la presenza fra noi di nuovi cittadini, di colore diverso e che parlavano tante lingue e portavano fra noi storie di viaggi, gioie e fatiche, speranze e sogni da realizzare insieme a noi e ai piccoli compagni italiani.

La scuola è diventata fucina di nuova cittadinanza e presidio prioritario per prevenire razzismi, egoismi, separazioni, emarginazioni.

Per fare tutto questo occorreva tempo, tempo, tempo….

Tempo per ascoltare tutti i bambini, accogliere le loro ansie e le loro curiosità, aiutarli a “raffreddare” le esperienze e a mettere ordine e dare senso all’enorme quantità di nuove conoscenze ed esperienze che quotidianamente andavano facendo.

Tempo di ascolto dei genitori .

Tempo per lo scambio comunicativo fra gli alunni , perché potessero apprezzare le diversità di pensiero e di atteggiamenti presenti nelle classi e crescere attraverso il confronto.

Per fare tutto questo occorrevano anche tante competenze diverse, che non potevano essere patrimonio di un unico maestro, per quanto colto e dotato di buon afflato pedagogico.

Ma questi maestri, a cui si chiedeva di intervenire per educare ed istruire bambini diversi e più curiosi, dovevano essere capaci di lavorare insieme e di affinare le loro capacità di riflessione adulta, per non disorientare gli alunni con interventi divergenti.

A questi maestri del “team” veniva affidato il compito di far affiorare lentamente e sempre più consapevolmente i diversi quadri disciplinari, come punti di vista molteplici attraverso i quali i bambini avrebbero potuto osservare e riorganizzare la realtà.

Tutto questo abbiamo sperimentato e realizzato in questi ultimi trent’anni, quasi sempre con risultati eccellenti.

Non abbiamo ampliato il tempo scuola per venire incontro alla crisi occupazionale..

Non abbiamo sperimentato la pluralità docente per lavorare di meno e in più persone.

Fa molto male sentir dire dal nostro Ministro, come ieri è avvenuto nella trasmissione “Porta a Porta”, che “…se un docente sta in classe, altri due stanno fuori a non fare niente” .

Non possiamo permetterci una scuola di eccellenza, ma costosa?

Diciamolo: non inventiamo altri motivi .

Il “pedagogista” di riferimento per il nostro Ministro è il Ministro delle Finanze .

Stupisce la leggerezza, il pressappochismo, l’ignoranza di quanti, senza la minima competenza professionale, si esprimono sull’educazione delle nuove generazioni e sulla scuola.

Tornare indietro significherà umiliare la cultura dei docenti della scuola primaria, ma, soprattutto, far regredire il Paese.

Tagliare sulla Scuola di tutti è grave per la coesione sociale del nostro Paese, per la sua cultura e per il futuro dei nostri figli.

Nella nostra scuola è iniziato un movimento di protesta e mobilitazione fra docenti e genitori.

Mi auguro che esso cresca e apra la riflessione nella società.

Mi auguro che lei voglia ascoltare chi la scuola la fa tutti i giorni, con passione e serietà.

Le chiedo, a nome di tanti docenti, di ritirare il decreto e di presentare un disegno di legge che permetta, senza l’ansia dei tempi brevi e il ricatto del voto di fiducia, di aprire un ampio dibattito in Parlamento e nel Paese tutto.

Con tanta amarezza, ma anche con la speranza che voglia accogliere il mio appello, la saluto,

Simonetta Salacone

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domenica 28 settembre 2008

Spazio Aperto

Inserite qui commenti, idee, iniziative, suggerimenti e....tutto ciò che vi frulla in testa 

(brainstorming?).
Per i più inesperti: clicca cu commenti, inserisci un "nick name" (un nomignolo) in nome e scrivi il tuo intervento.

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L'intervento di Cristina nel "Forum Precari"

Ieri mattina a Siracusa ci siamo fatti sentire. Eravamo circa 2500 manifestanti, lavoratori di tutte le categorie e pensionati. Per il comparto scuola erano presenti insegnanti precari, i genitori dei ragazzi diversamente abili(singolarmente perchè le associazioni non avevano voluto partecipare in quanto la manifestazione era organizzata dalla CGIL e non volevano sentirsi strumentalizzati), assistenti, docenti di ruolo, componenti delle RSU, comitati studenteschi. Ritengo che finalmente anche i cittadini siracusani si siano resi conto che qualcosa in questo governo e nel modo di governare non funziona. I passanti erano allibiti, oltre che scocciati per il disturbo che arrecavamo...ma questa è un'altra storia. Ritengo, e parlo per Siracusa, che la gente non abbia compreso bene il problema...certo, ascoltando la Germini a Porta a Porta non c'è da meravigliarsi. E' stata la nostra prima "uscita" come Comitato Prov.le Scuola Siracusa; nei comunicati stampa abbiamo scritto che partecipavamo autonomamente perchè non apparteniamo a nessuna sigla sindacale e lo confermeremo partecipando alla manifestazione della Gilda del 3 Ottobre. Purtroppo non riusciamo ancora ad "uscire" soli perchè numericamente siamo ridicoli.
Cercherò ancora di coinvolgere le associazioni dei genitori perchè mi sembra impossibile non agire insieme.
Il Giornale di Sicilia, nella cronaca di Siracusa, ha pubblicato un bel pezzo anche per quanto riguarda l'area psicomotoria; altra piagha che affligge noi precari delle Superiori.
Su questo tema mi piacerebbe confrontarmi con i colleghi di Catania. Per organizzare qualcosa insieme. Noi, intanto, abbiamo mandato una lettera alle più alte cariche dello Stato; dal Presidente della Repubblica giù giù fino ai Dirigenti Scolastici dei singoli Ist. d'Istr. Sup.
Potremmo concertare altre iniziative e proposte.
Per questo e per altro lascio l'email del Comitato: sosprecariscuolasr@interfree.it e aggiungo l'indirizzo di un forum che abbiamo appena aperto e per il quale ci piacerebbe ricevere suggerimenti e critiche(eventuali).
l'indirizzo è:
www.cossir.blogspot.com
Bene, mi sembra che piccoli passi li abbiamo fatti.
Chiedo il vostro sostegno morale perchè siamo ancora inesperti e, per dirla alla siciliana, "cunfunnuti".

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venerdì 26 settembre 2008

Mailing list

Abbiamo creato una mailing list con gli indirizzi di posta elettronica.

Ho inviato una mail di prova, se non l'avete ricevuta non abbiamo il vostro indirizzo.

Lasciate qui la vostra mail: cliccate su commenti ed inseritela.

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Bozza di volantino per la manifestazione di domani

IL COMITATO SCUOLA SIRACUSA

DICE NO

-Al ritorno del maestro unico alle elementari perché una società complessa come quella di oggi richiede più stimoli e più specializzazioni;

-all’abbandono nelle classi dei ragazzi disabili, privati dell’insegnante di sostegno e quindi dell’opportunità educativa che hanno i loro coetanei;

-alla riduzione di 87.000 docenti e 43.000 operatori tecnici e amministrativi e al rischio di sopprimere 4.000 scuole;

Basta favori alle SCUOLE PRIVATE!

QUANTI DI NOI POTRANNO PAGARE PER L’ISTRUZIONE DEI NOSTRI FIGLI ??

“Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato”. (Art. 33 Costituzione)

“La scuola è aperta a tutti.L’istruzione inferiore è obbligatoria e gratuita. I capaci e i meritevoli,anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi”. (Art 34 Costituzione)

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giovedì 25 settembre 2008

Gli obiettivi del comitato

Nell'ultimo incontro ci siamo ripromessi di discutere gli obiettivi del comitato.
Apro questo post per permettervi di inserire in commento quali debbano essere per voi.
Per stimolare la discussione ne propongo due io:
L'abolizione delle aree nel sostegno (scuola secondaria superiore) e l'eliminazione del rapporto 1\2 insegnante\alunni.
Penso infatti che le ore di sostegno debbano essere assegnate per la loro effettiva necessità e non operare tagli indiscriminati sulla base di una percentuale decisa burocraticamente a monte col solo intento di contenere la spesa.
A voi e....non preoccupiamoci di volare alto!

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mercoledì 24 settembre 2008

DILETTANTI ALLO SBARAGLIO. UN CASO UMANO: MARIASTELLA GELMINI (2ª puntata)

Dimostrando una tigna, un’ostinazione degna del miglior concorrente della Corrida che più è fischiato e scampanellato più si galvanizza nell’esecuzione del suo strampalato numero, la nostra eroina continua imperterrita a inanellare perle.

Dopo il ripristino del grembiulino, aver reintrodotto la bocciatura per il voto in condotta, cui è seguito un appassionante dibattito con gli altri geni della Lega Nord se si debba essere respinti col 5 o con il 6 (aspettiamo con ansia e trepidazione la reintroduzione della bacchetta e delle orecchie d’asino), questa novella Montessori ha sostenuto che gli insegnanti del Sud sono, per usare un eufemismo, dei caproni ignoranti.

Naturalmente usando la tecnica imparata nel “Manuale del Giovane Azzurro” scritto di proprio pugno dal Cavaliere, si è affrettata a smentire condendo tale smentita con la lacrimevole storia della bravura della sua Prof. siciliana di Italiano alle medie.

Non si capisce perché, allora, gli insegnanti di Sicilia, Calabria e Basilicata debbano frequentare dei corsi di riqualificazione e se questi corsi li debbano frequentare anche le migliaia di insegnanti meridionali sparsi per la penisola, soprattutto al Nord dove lo stipendio da fame di un insegnante non ti garantisce neanche una sopravvivenza dignitosa.

La nostra Giovanna D’Arco si è poi intestata una battaglia nobile e giusta: l’eliminazione del precariato. Fuorviata però dal tagliatore di teste Tremonti, sta in realtà eliminando non già il precariato bensì i precari! E li sta eliminando fisicamente tagliando migliaia di posti di lavoro in tutta Italia, ma soprattutto al Sud, dove maggiore è la sofferenza socio-economica e minore la possibilità di trovare un’altra occupazione.

Così docenti che da una decina d’anni tengono in piedi la scuola italiana vengono a trovarsi improvvisamente sulla strada. Famiglie bi-reddito diventano improvvisamente senza reddito.

E che dire dell’incongruenza di un governo unanimemente anti-abortista, che vuol mettere mano alla 194, ma che lascia migliaia di alunni diversamente abili abbandonati a loro stessi e alle loro famiglie e destinati a lasciare la scuola?

Ma la “cura” è solo all’inizio! L’anno prossimo questi tagli saranno ancora maggiori, non dimentichiamo infatti che la Ministra ne ha pensata un’altra delle sue: il ripristino del maestro unico alle elementari.

Inebriata dalle continue interviste che le vengono richieste (la prossima sarà su Caccia e Sport sotto al tittolo: Tiro all’insegnante), Mariastella (la chiamo per nome perché credo di essere affetto dalla Sindrome di Stoccolma) si spinge a dichiarare che il maestro unico le sembra un’esigenza “pedagogica”.

Incredibile! Ti danno una poltrona sulla quale appoggiare il tuo incompetente fondoschiena e magicamente ti ritrovi esperta in pedagogia! Miracoloso! Ecco un altro miracolo italiano! Grazie Cavaliere Presidente!

Pazienza se tutti gli studi sostengono il contrario, pazienza se ogni due classi si perderà un insegnante e quindi un posto di lavoro, l’importante è tagliare, tagliare, tagliare!

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DILETTANTI ALLO SBARAGLIO. UN CASO UMANO: MARIASTELLA GELMINI












Pensavo al programma televisivo di Mediaset “la Corrida: dilettanti allo sbaraglio” storicamente condotto dal mitico Corrado e oggi da Gerry Scotti, leggendo l’intervista al Sole 24 Ore della Ministra Gelmini. Viene il sangue amaro a vedere questa destra che tanto straparla di meritocrazia e poi assegna a un ruolo così delicato come il Ministero dell’Istruzione, questa avvocaticchia 35enne dalle qualità sconosciute ai più (se non a tutti).


Il Salvatore, unto dal Signore, che doveva liberare l’Italia dai loschi figuri che per due anni non hanno fatto altro che aumentare le tasse e affamare gli italiani, manda in avanscoperta questa “pora tusa”
a tagliare 190.000 posti di lavoro in tre anni. Perché da Confindustria in giù tutti a riempirsi la bocca della necessità di un’istruzione da rilanciare e qualificare, salvo poi tagliare per primo questo settore delicato e vitale per il Paese.

Certo non deve essere bello essere sottoposta al “tutoraggio” di Tremonti che controllerà l’effettiva attuazione dei tagli, ma la ragazza si impegna ed
ha già ridotto a 25.000 le immissioni in ruolo a fronte di 45.000 cattedre vacanti. E che dire della riproposizione del maestro unico alle Elementari, o della prospettiva di chiamate dirette da parte dei Dirigenti Scolastici in barba a graduatorie ed anzianità ma con l’ottica “meritocratica” italiana del nepotismo e della raccomandazione? Con questa gragnuola di dichiarazioni la Ministra Gelmini in pochi mesi è riuscita nella titanica impresa di far rimpiangere la Moratti.

Manca però la ciliegina sulla torta:
quale futuro per i docenti precari? Semplice, fare le guide turistiche! Già me li vedo: appesantiti cinquantenni (se va bene! ho visto immissioni in ruolo sulla soglia della pensione) con tanto di bandierina e fischietto a guidare comitive di tedeschi in bermuda all’orecchio di Dionisio!

Onorevole Ministro, capisco il suo ragionamento: se hanno messo me, senza nessuna esperienza, che non capisco un fico secco di scuola e istruzione, a dirigere il Ministero, perché un professore non può riscoprirsi, nonostante gli studi fatti e l’esperienza accumulata, un’ottima guida turistica? E perché non proporre, magari per il person
ale ATA, la figura professionale del parafulmine (vedi Fantozzi)?

Ma glielo ha spiegato il Cavaliere, gran comunicatore, che non è conveniente prendere in giro le persone (attualmente nelle graduatorie sono iscritti circa
300.000 precari senza i quali le scuole italiane sarebbero alla paralisi) che sono in una situazione di bisogno e che potrebbero “leggermente” incazzarsi? Faccia una bella cosa: si riqualifichi Lei. Può chiedere lumi alla sua collega Carfagna. Un posto in una bella fiction magari il suo capo glielo trova: può sempre fare qualche telefonata!

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