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mercoledì 29 ottobre 2008

Tagliano 8 miliardi alla scuola ma si aumentano lo stipendio!

Il parlamento ha votato all'unanimità un aumento di stipendio per i parlamentari di ben 1.135 euro al mese (praticamente lo stipendio di un professore "fannullone").

Ricordiamo lo stipendio di un onorevole 19.150 euro + 4.030 euro per il proprio portaborse (generalmente un familiare) + 2.900 euro come rimborso per le spese di affitto + una indennità di carica tra i 335 e 6.455 euro!
A questo si deve aggiungere:
telefono cellulare, viaggi (aereo, treno, trasporti urbani), cinema, teatro, piscine e palestre, cliniche, assicurazioni, francobolli, auto blu con autista e perfino ristorante (dovessero mai dimagrire). Tutto rigorosamente AGGRATIS!!!!
Si vuole tegliare la spesa pubblica? Comincino a dare loro il buon esempio tagliando gli sprechi del denaro pubblico a loro vantaggio!

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lunedì 27 ottobre 2008

Avola, nonostante il maltempo più di 300 firme raccolte.

Purtroppo la giornata non è stata delle migliori, il punto raccolta firme non era quello che avremmo voluto (ad Avola le piazze sono un cantiere aperto da più di un anno!), ma la gente ha risposto ugualmente, molti si sono fermati per informarsi su una "riforma" che è passata come la riforma del grembiulino, alcuni non hanno voluto firmare perchè per loro la scuola italiana va cambiata. Anche per noi va cambiata, ma in meglio!

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domenica 26 ottobre 2008

Venerdì picco di contatti al blog

Ben 472 persone hanno visitato il nostro blog venerdì 24.
Considerando che ha meno di 2 mesi di vita possiamo dire che si difende bene!
Invito aderenti e simpatizzanti del Comitato a inviare contributi da pubblicare alla mail: limpido@tele2.it
I più interessanti saranno senz'altro pubblicati

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venerdì 24 ottobre 2008

Le agghiaccianti dichiarazioni di Cossiga a QN

"Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in liberta', ma picchiarli e picchiare a sangue anche quei docenti che li fomentano. Soprattutto i docenti. Non esagero, credo davvero che il terrorismo tornera' ad insanguinare le strade di questo Paese. E non vorrei che ci si dimenticasse che le Brigate Rosse non sono nate nelle fabbriche ma nelle universita'.
Maroni dovrebbe fare quello che feci io quando ero ministro dell'Interno", ha continuato. "In primo luogo lasciare perdere gli studenti dei licei, perche' pensi a cosa succederebbe se un ragazzino di dodici anni rimanesse ucciso o gravemente ferito...."

Cosa dire delle deliranti dichiarazioni di Cossiga:
"Lasciar fare gli universitari Ritirare le forze di polizia dalle strade e dalle universita', infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le citta'.
Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovra' sovrastare quello delle auto di polizia e carabinieri", ha affermato Cossiga. "Nel senso che le forze dell'ordine non dovrebbero avere pieta' e mandarli tutti in ospedale. Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in liberta', ma picchiarli e picchiare a sangue anche quei docenti che li fomentano. Soprattutto i docenti" - ha sottolineato - "Non dico quelli anziani, certo, ma le maestre ragazzine si'".
Ora, è vero che il personaggio non ha mai dato prova di grande equilibrio (mentale soprattutto) e che la demenza senile attacca anche i migliori cervelli (fra i quali non mi sembra possa inserirsi quello di Cossiga) ma di certo pensare che un tipo così sia stato Presidente della Repubblica lascia, come minimo, un po' interdetti.

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giovedì 23 ottobre 2008

Superenalotto: a Catania il 6 da 100 milioni di euro vinto da un precario!


Incredibile! a Catania un precario sogna la Gelmini e fa 6 al superenalotto!

Finalmente è successo! la "beata ignoranza" ha fatto il miracolo e adesso potrà essere "santa subito". Comparendo in sogno a un precario di Catania nell'atto di mangiare una fetta di pane di Matera spalmato di 'nduia calabra, ha permesso, grazie alla smorfia napoletana, di realizzare la più grossa vincita di una lotteria nazionale. Il precario, di cui per ragioni di privacy non possiamo fare il nome, ha dichiarato che si recherà in pellegrinaggio a Reggio Calabria, ex residenza della beata (futura santa) dove bacerà la cartuccera dove erano contenuti i temi già svolti che la beata Gelmini recava con sè durante l'esame di abilitazione alla professione.
Ha anche dichiarato che regalerà due paia di forbici d'oro: una a Renatino, il parrucchiere personale di Mariastar, rifugio dalle intemperanze degli infedeli contestatori, e la seconda al padre adottivo di lei Giulio Tremonti che le utilizzerà per continuare a praticare il suo hobbie preferito: tagliare i poveracci!

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Quel sorriso che la Gelmini ha tagliato

Dalla Rebubblica di Bari pubblichiamo la lettera della maestra di Rosanna, una bambina down che, con la riforma della scuola vedrà dimezzate le sue ore di sostegno
di Olimpia Riccio

Caro direttore, sono la prof di sostegno di Rosanna, una piccola dolcissima bambina down di undici anni iscritta in prima media. Tutte le mattine mi vola tra le braccia e ci "ricarichiamo" a vicenda.

È cambiato tutto per lei: la scuola, gli insegnanti, gli amici, la misura dei banchi, il luogo in cui si va al bagno, i quadretti appesi ai muri, il colore delle pareti. Inoltre la scuola media è più astratta, i contatti con le persone più distanti.

È entrata in questo cavolo di mondo degli adulti, che non piace a nessuno, né piccoli né grandi eppure si perpetua come autocreazione o per inerzia. Come fare a spiegare a Rosanna che i suoi bellissimi abbracci avvolgenti come copertine vanno diradati perché lei cresce?

Come fare a dire a Rosanna che le sue spontanee battute sagaci "interrompono" la lezione? Come fare a "disciplinare" una bambina legata al calore delle proprie emozioni, capace di "scongelare" chiunque con una carezza soffice?

Rosanna è una bambina felicemente down, grazie ad una straordinaria famiglia che l´ama e favorisce le sue relazioni amichevoli e sociali. E come si fa a non amarla? A scuola è bastato presentarla a colleghi, collaboratori, personale di segreteria e preside perché negli occhi di tutti si accendesse la tenerezza.

È la magia dell´abbraccio di Rosanna.

Però non tutti l'amano. Il ministero della Pubblica Istruzione, per esempio, non l´ama. Le ha tolto 18 ore di sostegno per dargliene solo 9 alla settimana. Intanto i professori curriculari fanno miracoli seguendo Rosanna e classe di 20 vivacissimi alunni.

Però Rosanna impara solo se ha qualcuno per sé, che le presti attenzione: giocosa, continua, solidale, affettuosa ed ha il bisogno impellente di essere "traghettata" nella scuola media. Il termine "taglio" coniato ultimamente nella politica scolastica e non, rende bene l´idea: si prende un bel paio di forbici e si amputa la vita, già difficile, dei bambini diversabili, piccoli angeli disarmati di fronte ad una società troppo complicata per loro.

Così Rosanna, durante la mattinata, se non ha qualcuno per sé, piange, si arrotola i capelli tra le dita e se li strappa.(lo farei anch´io).

E io non posso farci niente? Grazie a Dio ci ha pensato Elisa, mamma di Rosanna, varando una petizione sul sito www.petizioni.tiscali.it/bastaaitaglisulsostegno.

Vi prego: firmate e diffondete, quello sui bambini diversabili è un taglio che "non s´ha da fare". Altrimenti non ci resterà altra soluzione che portare Rosanna a Roma ad abbracciare (e a scongelare) il ministro Gelmini da parte di tutti i bambini diversabili d´Italia.

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Berlusconi vada a giocare a soldatini con i suoi nipotini…

Invece di cacciare gli amici dei camorristi dal suo governo, Berlusconi ha aperto la caccia contro gli studenti italiani, colpevoli di non apprezzare gli atti della Gelmini e i tagli forsennati imposti dal suo governo alla ricerca e all'università.
Lo afferma l’on. Claudio Fava, Segretario Nazionale di Sinistra Democratica.
Facciamo appello - prosegue il leader SD - al senso di responsabilità dei Rettori per evitare che venga compromessa, in nome di un'idea squadrista della politica, l'inviolabilità delle università italiane.
Al premer - conclude l’on. Fava - consigliamo, affettuosamente, di andare a sfogare le proprie smanie in qualcuna delle sue ville, giocando con i soldatini insieme ai suoi nipotini.

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...e anche la tivù di regime fa il suo sporco lavoro: YouTube - Striscia la notizia sputtana Studio Aperto sulla Gelmini

YouTube - Striscia la notizia sputtana Studio Aperto sulla Gelmini, clicca per guardare il video

Incredibile! Neanche i mistificatori sono più quelli di una volta!

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mercoledì 22 ottobre 2008

Riceviamo e, volentieri, pubblichiamo

Lettera a un poliziotto
di Mario Tirino
Caro agente,
quando domani i tuoi capi ti inviteranno a sgomberare l'Università in cui è iscritta tua figlia, o tuo figlio, per un attimo chiudi gli occhi, prima di alzare il manganello e iniziare la repressione.
Guardali, i tuoi figli, barcamenarsi tra un presente incerto e precario e la pura bellezza dei loro sogni, mentre studiano, lavorano e si sacrificano in strutture fatiscenti, con poca qualità e mezzi ancor inferiori, per costruirsi il loro futuro.
Pensa, caro poliziotto, a quanti sacrifici, quante notti di lavoro, quali rischi e quanta fatica hai affrontato tu, per permettere loro una vita migliore.


E pensa, caro poliziotto, per un attimo solo, alle ragioni della loro generazione: vittima della precarietà lavorativa, e quindi economica ed esistenziale. Pensa a come la scuola e l'università siano l'unico mezzo, per chi non ha soldi e santi in Paradiso, per garantire, come hai fatto/stai facendo tu, una possibilità di futuro più dignitoso ai propri figli.
Pensa, fratello agente, a come qualcuno ti sta usando e strumentalizzando, per sostenere altre ragioni. Quelle di una scuola di serie A in mano ai privati, che potranno permettersela, e una scuola di serie B, per tutti i poveri cristi che lavorano dalla mattina alla sera e che avranno come figli altri poveri cristi che lavoreranno dalla mattina alla sera senza potersi costruire nulla di diverso.
Non ti chiedo caro poliziotto di venire meno agli ordini che ti daranno.
Non puoi.
Ma quando tornerai a casa la sera, dopo aver compiuto il tuo crudele dovere, guarda negli occhi tua figlia, tuo figlio. E con tutto il coraggio che hai dimostrato nel corso della tua vita onesta, sussura loro poche parole: "Scusatemi, sono con voi"

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Martedì 28 ottobre ad Avola ore 20.00, salone Paolo VI (via Linneo 8)

I giovani di Azione Cattolica e la parrocchia di San Giovanni Battista di Avola promuovono un incontro il 28 ottobre dal titolo: "Risparmiare proprio sui deboli?"

"Perchè accanirsi contro la scuola?
Mentre gruppi finanziari dissestati ed enti locali indebidati vengono salvati da chi paga le tasse, nonostante gli stipendi d'oro dei loro dirigenti, circa 100.000 precari della scuola non avranno il rinnovo del contratto.
Migliaia di alunni diversamente abili non avranno l'insegnante di sostegno, la lotta agli sprechi colpisce in realtà i più deboli non toccando i privilegiati."

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La Gelmini l'ha detto a papà Silvio


"Papino, papino, mi maltrattano difendimi tu"

E il papà interviene, con la figlioletta un po' tarda accanto minaccia: "avviso ai naviganti. Vi mando la polizia!"
Veramente grottesco! Ci sarebbe da ridere se l'allarme democrazia non toccasse il codice rosso con le minacce del premier.
Vietato disturbare il manovratore, come ci si permette, in questo clima idilliaco, con i sondaggi che indicano un gradimento bulgaro, di sporcare l'immagine linda del "tutto va bene madama la marchesa"!
E il bello è che continuano a dire che è tutta colpa della sinistra (ma dov'è?), non si sono ancora accorti che fra chi protesta ci sono moltissimi dei loro elettori!
Caro Presidente, cara Ministra, rassegnatevi, la protesta è solo all'inizio. Mandateci pure l'esercito, continueremo a lottare per difendere il futuro dei nostri figli, la nostra professione, la scuola pubblica italiana.

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Quando la realtà supera la satira!

Incredibile estratto dal Corsera. La Ministra per evitare la contestazione va dal parrucchiere. E il fidanzato bullo minaccia!

È il giorno dopo la grande contestazione. Il ministro Mariastella Gelmini parla a un pranzo, in attesa di intervenire al convegno «Educazione e libertà» organizzato da Gaetano Quagliariello (Pdl), presidente della fondazione Magna Carta. Non si è spaventata, ma mentre sfilava il corteo non è andata al Ministero. «Sono rimasta all’Eur. Mi hanno consigliato di evitare viale Trastevere». Se n’è andata da Renato, il suo parrucchiere. «Gli ho telefonato dicendo: adesso i giornali ti fanno diventare famoso». Cerca di non dare peso agli insulti di studenti e insegnanti. «Il mio fidanzato che mi vuole molto bene ha detto: se ti torcono un capello ci penso io, ma contro chi ti insulta non posso fare nulla perché sono troppi.»

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La Gelmini scappa ancora! Palermo invasa dagli studenti anti-Gelmini - YouReporter.it


Palermo invasa dagli studenti anti-Gelmini - YouReporter.it

Ancora una volta la pavida Ministra scappa di fronte alla contestazione. Non le resta che il tinello di casa sua!

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martedì 21 ottobre 2008

...e la stampa di regime fa il suo sporco lavoro!

Oltre all'ostracismo delle TV, pronte a ospitare i vari Gelmini e Brunetta in assenza di contraddittorio e anzi con l'imbarazzante impiego di squallidi figuri più simili a viscidi valletti che ad altro, ci dobbiamo guardare anche da una imbarazzante (per la democrazia) stampa di regime che mistifica puntualmente la realtà ad uso e consumo del proprio padrone o di qualche beota pronto a bersi le loro balle.

Spiccano in questa squallida gara il Giornale dell'eterno efebo Giordano e il Tempo di Roma il cui direttore cinguettava l'altra sera da Vespa (altro leccaculo di livello) con "Brontolo" Brunetta.
Nel Giornale del fratello di Berlusconi spicca un'intervista alla ministra per le politiche giovanili Meloni, nella quale in sostanza dice che gli studenti sono dei pirla guidati dai propri prof. verso la protesta e che studenti e docenti non possono avere gli stessi obiettivi perchè hanno interessi opposti (?)
Il Tempo addirittura si spinge a dire che a Trieste i prof. avrebbero minacciato gli studenti che chiedevano il regolare svolgimento delle lezioni di bocciatura (sic!)

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Famiglia Cristiana contro le classi-ponte: “prima mozione razziale approvata dal Parlamento italiano"

E' la “prima mozione razziale approvata dal Parlamento italiano" che fa "scivolare pericolosamente la scuola verso la segregazione e la discriminazione: anziché ‘classi ghetto’ servirebbero classi ordinarie con ore d’insegnamento della lingua.

SI DICE "CLASSI PONTE"
LEGGASI "CLASSI GHETTO"

Per il ministro Gelmini le "classi di inserimento" per bambini immigrati «non sono un problema di razzismo, ma un problema didattico». Per Alessandra Mussolini, presidente della Commissione parlamentare per l'infanzia, sono «un provvedimento di stampo razzista».


La Lega cavalca l’onda e va all’arrembaggio dell’immigrato. La "fantasia padana" non ha più limiti, né pudore. Prima le impronte ai rom, poi il permesso a punti e i 200 euro per il rinnovo, poi l’impedimento dei ricongiungimenti familiari, e ora una mozione, avanzata a sera tardi in Parlamento, per le classi differenziali, col pretesto di insegnare l’italiano agli stranieri. Il problema dell’inserimento degli stranieri a scuola è reale, ma le risposte sono "criptorazziste", non di integrazione.

Chi pensa a uno "sviluppo separato" in Italia, sappia che quel concetto in altra lingua si chiama "apartheid", andata in scena in Sudafrica per molti anni: autobus, cinema e scuole separati. L’onorevole Casini ha parlato di proposta vergognosa: «Di questo passo, andrà a finire che ai bambini delle classi separate cuciranno sul vestito la lettera "i" come immigrato». E il Secolo d’Italia, quotidiano di An, nel tentativo di frenare la Lega, ha scritto: "Scordatevi l’apartheid".

La questione dell’italiano è solo una scusa. Tutti sanno che le cosiddette "classi di inserimento" non sono efficaci. I risultati migliori si ottengono con classi ordinarie e con ore settimanali di insegnamento della lingua. In Italia questo, in parte, avviene. Lo prevedono le "Linee guida" (2006) dell’allora ministro Moratti per l’accoglienza degli alunni immigrati, approvate anche dalla Lega. C’è un progetto che prevede un finanziamento di 5 milioni di euro per insegnare tre diversi livelli di lingua italiana. Il Governo potrebbe rispolverarlo e far cadere (per amor di patria) la prima "mozione razziale" approvata dal Parlamento italiano. Oppure, guardare a esperienze come a Firenze dove un pulmino passa a prendere i bambini stranieri a scuola, li porta ai corsi d’italiano e poi li riporta in classe.

La mozione, poi, va letta fino in fondo. Prevede che i bambini immigrati, oltre alla lingua italiana, debbano apprendere il «rispetto di tradizioni territoriali e regionali», della «diversità morale e della cultura religiosa del Paese accogliente», il «sostegno alla vita democratica» e la «comprensione dei diritti e dei doveri». Qualcuno sa dire come spiegarlo a un bambino di 5-6 anni, che deve ancora apprendere l’italiano?

Se l’integrazione è un bene (tutti la vogliono), dev’essere interattiva. E allora, perché non insegniamo agli alunni italiani il rispetto delle "tradizioni territoriali e regionali" degli immigrati? Ha detto bene il cardinale Scola: «I buoni educatori devono saper favorire l’integrazione tra le culture, che è una ricchezza per tutti». Il rischio, altrimenti, è una società spaccata in due, di cui una con meno diritti dell’altra.

Alle difficoltà reali si risponde con proposte adeguate, come s’è fatto col maestro di sostegno. In Italia non abbiamo più classi speciali per portatori di handicap, ci sono scuole dove sordi e muti stanno insieme a chi parla e sente. La mozione approvata dal Parlamento fa scivolare pericolosamente la scuola verso la segregazione e la discriminazione. Si dice "classi ponte", ma si legge "classi ghetto".

Negli anni Sessanta, quando bambini napoletani, calabresi o siciliani andavano a scuola a Novara, nessuno s’è sognato di metterli in una "classe differenziale" perché imparassero italiano, usi e tradizioni del Nord, né di far loro dei test d’ingresso. Perché ora ci pensa il novarese Cota?

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Resoconto Petizione Online

La petizione online contro i tagli della "riforma" Gelmini-Tremonti ha superato le 400 firme. Più dell'80% di esse proviene da firmatari non siracusani. Li ringraziamo tutti e chiediamo loro di continuare a diffondere la petizione.
Ricordatevi di inviare una mail di invito a tutti i vostri conoscenti.
Grazie.

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lunedì 20 ottobre 2008

YouTube - MESSAGGIO LITTIZZETTO A MARIA STAR GELMINI SULLA SCUOLA


YouTube - MESSAGGIO LITTIZZETTO A MARIA STAR GELMINI SULLA SCUOLA

Fantastica Littizzetto sulla Gelmini (magari avessimo lei come ministro!)

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Interessante articolo sul "Corriere" di oggi

Disabili a scuola, ma non in classe
Più della metà vengono tenuti a lungo fuori dalle aule.
164 mila studenti, con 93 mila insegnanti di sostegno

Diciamolo subito, a scanso di equivoci: nel tanto vituperato decreto Gelmini, l’integrazione scolastica delle disabilità non viene neanche nominata. Eppure in piazza, venerdì a Roma, c’erano anche loro. Insegnanti di sostegno, associazioni di genitori. A manifestare contro la riforma, ma soprattutto contro un ministero che, di nuovo, sembra essersi dimenticato di quello che un tempo era il vanto dell’istruzione italiana. E che invece si ritrova ormai da anni ad annaspare tra fondi che vengono tagliati o che proprio non ci sono mai stati, percorsi di formazione a dir poco tortuosi, furberie e inanità


L’allarme in cifre
Nelle «disposizioni urgenti in materia di istruzione e università » non c’è dunque traccia di handicap, sostegno, formazione. Forse perché, per Viale Trastevere, l’integrazione delle disabilità non è un’urgenza. Eppure: 164.392 alunni, su 4 ordini di scuola statale. Oltre 53mila insegnanti in organico a tempo indeterminato (a cui vanno aggiunti circa 40mila precari). E il quadro si complica se, a quel 2-3% di ragazzi «ufficialmente» certificati dalle Asl, si unisce — dati del Centro Studi Erickson (www.erickson.it) — un altro 15-20% con difficoltà educative, apprenditive, di comportamento e relazione. Fenomeni in crescita, dicono gli esperti. A luglio, ilministero ha emesso una direttiva — la 69 — in cui, per le «iniziative di potenziamento e di qualificazione dell’offerta formativa di integrazione» degli alunni con handicap, sono stanziati 10.500.000 euro. Che, calcolatrice alla mano, fanno meno di 64 euro ad alunno e poco più di 196 a docente. C’è da aggiungere la scure abbattutasi sui costi scolastici: -7.832 milioni di euro, tra 2009 e 2012. Nessun taglio ai posti di sostegno, giurano dal ministero. Però: maestro unico, in classi che hanno fino a 29 ragazzi, contro i 25 di qualche anno fa (e senza più «sdoppiamento » automatico in presenza di disabili). Riduzione del personale ausiliario, e a volte sono proprio loro, ad esempio, che portano in bagno il bimbo in sedia a rotelle. Monte ore che si assottiglia, alle elementari, quando per molte famiglie con figli «speciali» la scuola è il solo porto sicuro.
Integrazione mancata
Non è solo una tendenza del governo attuale. Lo stesso Fioroni, per dire, subì pesanti contestazioni; e fu la finanziaria 2008 a introdurre il rapporto medio nazionale di un posto di sostegno ogni 2 disabili, a prescindere dall’handicap. «Quel che ha fatto il governo Prodi è un abominio: determinare l’organico in base a un puro rapporto numerico. La Gelmini si è trovata il taglio pronto su un piatto d’argento ». Non usa la mano leggera, Antonio Nocchetti. Medico, due figlie («non disabili»), è il presidente di Tuttiascuola (www.tuttiascuola.org), associazione napoletana di genitori di ragazzi con handicap. «Dobbiamo avere il coraggio di dire la verità: la politica non è più in grado di sopportare i disabili nelle scuole pubbliche, perché sono diventati un costo inaccettabile ». «La nostra integrazione scolastica ha tanti anni, ma ho paura che oggi venga data per scontata. Mentre all’estero stanno lottando per averla — in Europa, solo Grecia e Portogallo sono schierati sull’inclusione, gli altri hanno sistemi misti con scuole e classi speciali —, da noi c’è un impoverimento del sentire che l’alunno con disabilità è parte integrale e integrata della classe». A parlare è Dario Ianes, pedagogista all’università di Bolzano, fondatore e condirettore del Centro Studi Erickson. «Inserimento », «socializzazione»: dalla 118/1971 alla 104/1992, «la legge dice esplicitamente che il sostegno si fa "alla classe". Le risorse aggiuntive sono ben date se vanno alla collettività, non è che appiccichi un insegnante al disabile e lo mandi in un’altra aula...». E invece, «una ricerca di prossima pubblicazione, realizzata con Andrea Canevaro dell’Alma Mater e Luigi D’Alonzo della Cattolica, ha rivelato che il bimbo disabile passa molto tempo fuori dalla classe: solo uno su 2, alle superiori, è sempre "dentro". Alle materne ben il 35% sta "un po’ dentro un po’ fuori", una quota che sale al 60% alla primaria, al 69% alle medie. Sono medie e superiori, oggi, la nuova frontiera».
Non solo numeri
«L’abbiamo visto anche noi che con loro la scuola diventa più difficile. Qualche volta viene la tentazione di toglierseli di torno. Ma se si perde loro, la scuola non è più scuola. È un ospedale che cura i sani e respinge i malati». Lo scrivevano, più di 40 anni fa, gli alunni di don Lorenzo Milani, in Lettera a una professoressa. Parlavano dei loro coetanei «difficili», espulsi dalle scuole «dei ricchi». Ma la riflessione si adatta anche a quei bambini «diversi» che la scuola, spesso, non sa più accogliere, perché le mancano gli strumenti per farlo. Come, ad esempio, un numero sufficiente di docenti specializzati e in organico a tempo indeterminato (non supplenti «in deroga»), per garantire continuità a studenti già di per sé fragili. «Di solito si entra nel sostegno per poi passare sulla propria materia— ammette Gabriella Villanis, che insegna in una media di Napoli —. Io però ho fatto l’inverso: sono entrata con un concorso a cattedre per matematica e scienze, mi sono appassionata, eccomi qua». Da vent’anni a tu per tu con la disabilità. Quasi una mosca bianca: perché, spiega Ianes, «il livello di cambiamento e precarietà è molto più alto nel sostegno che in altre classi di concorso. Per contro, più hai un corpo docente stabile, meno ore di sostegno vengono richieste. Basterebbe una metodologia didattica più cooperativa, avanzata...». E qui entra in gioco un altro problema: la formazione. Ianes scuote la testa, «sono presidente del corso di laurea in Scienze della formazione primaria, ma noi stessi non sappiamo ancora che percorso debbano seguire gli studenti». Il punto è che sì, «c’è un titolo che si ottiene con 400 ore di specializzazione, ma dato che di docenti formati non ce n’è abbastanza, si prende chi capita». E la formazione in itinere? «L’aggiornamento, oggi, non è obbligatorio né retribuito», spiega lapidaria la Villanis. L’unica indagine nazionale sul tema, realizzata dall’Invalsi nel 2005-2006, rivela dati sconcertanti: quasi un istituto statale su 3 non ha docenti curricolari con formazione sulla disabilità. Nelle private, si sale al 68%. Con buona pace del lavoro di squadra. Soldi che non ci sono, numeri che non tornano: come quelli del monte ore di sostegno, «sempre troppo poche—sospira la prof —. Allora si fa richiesta di integrazione, che a volte viene soddisfatta, altre no. E i genitori, disperati, fanno causa». Ne sa qualcosa Nocchetti, che con la sua associazione ha portato 280 casi davanti al Tar: tutti vinti. Perché «è vero che il bambino disabile va preso in carica da tutto il team. Ma la situazione è tale che l’unico modo per arginare la falla è mettere le mani sugli insegnanti di sostegno ». Il 5 ottobre, Ianes e Canevaro hanno lasciato l’Osservatorio ministeriale sull’integrazione: «Questa nuova politica scolastica fatta di tagli, economie presunte (...)—si legge nella lettera di dimissioni — produce in tutti ulteriore insicurezza, diffidenza e conflitti». «Nella scuola italiana — chiude Nocchetti — ci sono ormai 600mila bimbi migranti, che sommmati ai disabili fanno quasi 800mila bambini. E i fondi? E la formazione? Altrimenti, trovino il coraggio di ammetterlo: la scuola pubblica deve diventare il ricettacolo dei paria ».

Gabriela Jacomella
20 ottobre 2008

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sabato 18 ottobre 2008

Il Comitato è per l'abolizione delle aree e del rapporto 1/2 - docente/studenti

I tagli registrati nel mondo della scuola siracusana hanno colpito i posti degli insegnanti di sostegno delle aree AD00 (scuola media), AD01, AD02, AD03 (area scientifica, umanistica e tecnica negli Istituti Secondari Superiori), ma, a Siracusa, contemporaneamente è stata eliminata del tutto l’area AD04 ovvero l’area psicomotoria. Ed è solo l’inizio perché, nel prossimo triennio, sono previsti tagli ancora più significativi ai danni dei docenti.

È stata negata ogni possibilità di lavorare ai docenti specializzati dell’area psicomotoria, ancora precari o con contratto a termine che dir si voglia, ma ciò che ci preme sottolineare è che a breve, gli stessi tagli, colpiranno i colleghi di ruolo trasformandoli in soprannumerari.
Tale situazione è frutto di un inadeguato criterio nell’assegnazione delle quattro AREE di sostegno agli alunni diversamente abili.
Negli Istituti Superiori Secondari gli insegnanti di sostegno sono ugualmente specializzati nel sostegno alla disabilità ma vengono suddivisi in aree in base alla disciplina di provenienza; ad esempio un insegnante di Educazione musicale viene assegnato all’area Umanistica, uno proveniente dall’Educazione fisica nell’area psicomotoria e così via per le altre discipline e le altre aree.
Attualmente, in alcuni Istituti Scolastici, vengono purtroppo considerate esclusivamente alcune aree anziché tutte, a danno degli altri insegnanti specializzati. Per ovviare a tale incresciosa situazione sarebbe necessario verificare il criterio di assegnazione delle aree nelle singole Istituzioni Scolastiche ma, data la difficoltà di controllare le singole Istituzioni Scolastiche perché si possono solo “sensibilizzare” i vari Dirigenti scolastici, il Comitato Scuola Siracusa propone l’abrogazione delle AREE negli Istituti Secondari Superiori equiparando la situazione a quella che si vive nella Scuola Media Inferiore; graduatoria unica perché unica è la Specializzazione conseguita.
Ci preme anche sottolineare che si rende necessario correggere la direttiva che impone il rapporto di un docente ogni 2 alunni con disabilità grave (9 ore per alunno), e di un docente ogni 3/4 alunni considerati medio/lievi (6 o 4,5 ore per alunno). E’ impossibile garantire il diritto all’integrazione e all’istruzione con un orario così ridotto. Già il rapporto 1 a 1 (18 ore), quindi di un insegnate assegnato ad un ragazzo/a diversamente abile, è un rapporto a tempo parziale, ma che, almeno, può garantire la presenza quotidiana del docente in classe.
Altra problematica importante riguarda l’assegnazione delle ore in base al grado di disabilità. Da anni ormai si tagliano le ore proprio ai ragazzi con disabilità lieve e media. Probabilmente perché chi stabilisce queste regole, in classe con questi ragazzi non c’è mai stato oppure non ne conosce neanche uno. Infatti sono proprio questi ragazzi con disabilità di lieve o media entità che avrebbero bisogno di più ore perché i loro margini di miglioramento sono maggiori. In questi casi si riesce ad educare cittadini capaci, nonostante le loro problematiche, di interagire efficacemente con la società, si permette loro di trovare lavori compatibili e di vivere una vita uguale a quella dei coetanei.
Dopo vari incontri con i responsabili del CSA di Siracusa e con il Dott. Italia in persona, a tutt’oggi la situazione appare immutata. Mentre i colleghi catanesi e palermitani hanno visto riconosciuto il loro diritto al lavoro e molti dei loro ragazzi diversamente abili hanno potuto riavere parte delle ore in affiancamento con l’insegnante specializzato, qui a Siracusa tutto tace.
Cosa si aspetta? Forse l’estate? Oppure dipende dal fatto che i colleghi delle altre provincie hanno manifestato con più determinazione?

Cristina Formosa

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venerdì 17 ottobre 2008

Lettera aperta al Presidente Napolitano.

Che delusione, Presidente, aver letto le sue dichiarazioni, proprio nel giorno in cui migliaia di docenti, studenti, genitori manifestavano la loro preoccupazione per la riforma della scuola del governo Berlusconi!
E dire che in migliaia avevano sperato, se non in un suo intervento, almeno in una sua parola in difesa di un bene così prezioso come il diritto allo studio.
Migliaia di mail Le sono state indirizzate, ricevendo in cambio una dichiarazione di impotenza. Capisco il suo timore di provocare uno scontro istituzionale con l'esecutivo e non La biasimo.
Ma le sue dichiarazioni di oggi proprio non le capisco.
Lei dice "non si possono dire solo dei no" ed è vero, ma alcuni no si debbono dire! No allo smantellamento della scuola pubblica, no all'accantonamento di migliaia di lavoratori che con sacrificio e dedizione hanno retto la scuola italiana per anni, no all'abbandono a se stessi di migliaia di ragazzi e bambini diversamente abili cui è stata tolta ogni speranza di integrarsi nella scuola e nella società. I nostri no sono motivati....

....dalla realtà che viviamo e che Lei forse dall'alto del Colle non conosce abbastanza. Un esempio per tutti: Il ragazzo che seguivo io lo scorso anno per 18 ore settimanali e che aveva registrato progressi incoraggianti si è visto tolto l'insegnante specializzato e adesso è abbandonato a se stesso. Ha la programmazione individualizzata, non è capace di seguire il programma della classe, ma non ha un aiuto specifico e probabilmente sarà costretto a ritirarsi. Ed è solo un esempio, chieda ai docenti specializzati qual è la situazione generale. Lo sa che solo in Sicilia sono stati tagliati 1000 posti (cioè più di mille ragazzi hanno visto almeno una diminuzione delle ore di sostegno allo studio)?
Lei ha giustamente detto che "la nostra scuola, non dà ai ragazzi tutto quello che dovrebbe sul piano della formazione e della preparazione al lavoro", verissimo! Ma è tagliando risorse, ore di studio, personale che se ne migliora la qualità?
Presidente Le chiedo di ascoltare le voci di chi protesta in questi giorni con più attenzione, si accorgerà che non diciamo no per partito preso, ma per difendere un diritto garantito dalla Costituzione italiana di cui Lei è garante.

Emanuele Limpido

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500mila a Roma, migliaia in tutta Italia


Grande successo dello sciopero dei Cobas.
500mila manifestanti a Roma 30.000 a Milano, quasi 2.000 a Catania dove si contava anche la delegazione del Comitato siracusano composta da 12(sic!) persone.
Quando capiremo che restando a casa continueremo a pigliarla in quel posto lì?
A Catania e Palermo qualche posto l'hanno cacciato fuori, qui da noi zero.
Vi siete chiesti il perchè?
Organizzeremo a breve una protesta sotto al CSA, spero di non ritrovarmi di nuovo in 12!

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mercoledì 15 ottobre 2008

Che Fare?

I posti promessi in sede di convocazione, quando avevano la strizza che le bloccassimo e per questo ci mandarono contro 50 fra poliziotti e carabinieri (mancava solo l'esercito), non sono ancora arrivati nè si sa se mai arriveranno.
Salvatore Nocera vicepresidente FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap)e responsabile dell'area normativo - giuridica dell'osservatorio scolastico sull'integrazione dell'ASSOCIAZIONE ITALIANA PERSONE DOWN, risponde a una nostra domanda che "Per le ore di sostegno l’unica cosa possibile è il ricorso al TAR".
Ora, secondo il mio modesto avviso, le cose da fare sono:
1. fare un elenco dei ragazzi che hanno visto decurtarsi le ore di sostegno.
2. contattare una associazione di genitori disponibile a condividere con noi questa battaglia.
3. individuare uno o più avvocati disponibili a rappresentare gli interessi di questi ragazzi.
4. contattare, naturalmente, i genitori di questi ragazzi.
5. organizzare un bel sit-in sotto il CSA con tanto di megafono e annunciare l'inizio dell'azione legale.
Non vedo altre strade, la raccolta firme e il documento programmatico proseguano il loro corso ma è il momento di agire!

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lunedì 13 ottobre 2008

Manifestazione del 17 a Catania

Per chi non potesse andare a Roma è stata organizzata una manifestazione gemella a Catania con partenza da piazza Roma alle 9,30. E' indispensabile essere in tanti, contattateci per organizzarci e partire insieme.
E chi si astiene dalla lotta...non mangia la pagnotta (versione soft, in realtà: .....è un gran fijo de 'na m.....)

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domenica 12 ottobre 2008

La Gelmini scappa!

Apprendiamo dai giornali che il convegno pomposamente intitolato "la passione tinge dei propri colori tutto ciò che tocca" e che si doveva tenere venerdì 11 al Pirellone di Milano è stato annullato.
A nulla è valso precettare 150 dipendenti dell'assessorato all'istruzione per fare la claque all'avvocatessa di Reggio Calabria.
Ben maggiore sarebbe stato il numero di chi l'aspettava al varco per dirle cosa pensa della sua bella riforma.
Meglio annullare tutto, non siamo mica nello studio televisivo del buon Vespa o in quello ancor più comodo della Perego....
Meglio andare allora a San Patrignano, feudo amico, dove c'è la Moratti (che riuscì a "portare" in piazza 2 milioni di persone) a tenerle la mano e un pubblico selezionato di 50 studenti (certo non quei 500.000 che venerdì riempivano le piazze italiane) ad applaudirla.

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Regione Toscana: ricorso alla Corte Costituzionale

Il governo dei federalisti vorrebbe imporre alle regioni italiane di adeguarsi entro il 30 Novembre ai tagli sulla scuola del decreto Gelmini-Tremonti pena il loro commissariamento!

"E' un atto arrogante, irresponsabile, irrispettoso e illegittimo contro il quale ci opporremo con ogni mezzo, compreso il ricorso alla Corte Costituzionale", ha commentato l'assessore all'istruzione della Regione Toscana Gianfranco Simoncini.

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500.000 studenti in piazza contro la riforma Gelmini-Tremonti

Piazze piene in tutte le città per le manifestazioni degli studenti contro i tagli alla scuola.

almeno 40.000 a Roma e Napoli, più di 20.000 a Milano, Torino, Salerno; più di 10.000 anche a Bari, Venezia, Bologna, Genova e cortei un po' in tutte le città italiane.

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venerdì 10 ottobre 2008

Lui si che ha ottenuto qualcosa!

SCUOLA: LOMBARDO OTTIENE DA GELMINI RASSICURAZIONI PER SICILIA

(AGI) - Palermo, 10 ott. - Incontro definito “proficuo” tra il presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, e il ministro della Pubblica istruzione, Mariastella Gelmini, che si e’ svolto al ministero di Giustizia, presente il ministro Angelino Alfano. Secondo quanto riferisce lo staff del governatore, Gelmini ha assicurato l’impegno del governo per salvaguardare il rapporto di un docente ogni due allievi, smentendo cosi’ la voce che circolava sull’abolizione della figura dell’insegnante di sostegno al servizio dei diversamente abili. La titolare della Pubblica istruzione ha anche garantito che, utilizzando le economie programmate, con fondi dell’istruzione e della Protezione civile saranno assicurati interventi straordinari per la nuova edilizia scolastica e per la messa in sicurezza degli edifici gia’ esistenti. Nel corso dell’incontro si e’ anche affrontata la problematica delle criticita’ delle scuole nelle isole minori e nei comuni montani e disagiati. Il ministro ha garantito l’impegno per garantire la piena fruizione del diritto allo studio, in attesa di una dettagliata elencazione delle localita’ interessate. (AGI)

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Pubblico un editoriale uscito sul Manifesto dell'8 Ottobre

A SCUOLA COL NEMICO di Alba Sasso*
Un gesto di scaltrezza politica quello di chiedere la fiducia sul decreto Gelmini sulla scuola. Dove l'urgenza rivendicata dalla ministra, ancora ieri su tutti i giornali, visto che il decreto scade il 31 ottobre e che ci sarebbe tutto il tempo per una discussione delle camere? In primo luogo il governo ha paura della sua stessa maggioranza. A cominciare dai mal di pancia della Lega sia sul maestro unico sia sulla chiusura delle piccole scuole. In secondo luogo si esercita, nonostante le resistenze di Fini, in prove muscolari. Gesti di sfida alla democrazia parlamentare. Ma c'è di più. Da dove provengono, in questi mesi, le più forti voci di dissenso, di contestazione, di una volontà sempre più chiara di infrangere la marea restauratrice che ormai sommerge il paese? Forse proprio dalla scuola. È da lì che viene un movimento sempre più deciso, forte e consapevole.

Tagli al massacro, una politica miope e retriva, il ritorno a una scuoletta degna di un paese in cui ancora re e preti la facevano da padroni. La scuola gelminiana è ben di più, e ben peggio, di quella della santa effigiata nei cortei, o dell'avvocatessa anti meridionale, che viene al sud a prendere l'abilitazione. L'urgenza di far cassa costruisce una filosofia e una pedagogia. La rabbia di tanti genitori emaestri, lunedì al presidio davanti Montecitorio all'annuncio del voto di fiducia, è di chi vede distruggere un modello di scuola costruito nel tempo, in un reciproco scambio di saperi, di relazioni, in una crescita comune. In una scuola che sempre più deve fare i conti con la pluralità delle storie e delle culture, con le diversità, col disagio e con l'eccellenza. E perciò deve individuare gli strumenti per migliorare, per andare avanti. E invece si torna al passato per decreto. Senza ascolto e senza coinvolgimento dei soggetti interessati. Disegnando il profilo di una scuola del pensiero unico. Autoritarismo da un lato, attacco culturale senza precedenti dall'altro.Un governo che compra lavagne luminose e riduce drasticamente il numero degli insegnanti, le ore di lezione. È il profilo di una scuola dei clienti e dei consumatori: l'ombra dell'homo berlusconiano a sua volta realizzato dai programmatori dei palinsesti televisivi. Quanto abbiamo sottovalutato la potenza devastante di questo strumento, e quanto poco abbiamo fatto per attrezzarci ad una sfida che non si poteva, non si doveva evitare. Piano, sono andati definendosi i contorni del buon italiano, che riduttivamente definiamo con gli archetipi del calciatore e della velina. Si tratta di modelli culturali di grande presa perché di forte attrazione.Maqualcuno deve aver capito che è nelle scuole, che si annida il nemico. Come le comunità di Fahrenheit 451, che custodivano la memoria dei libri, li mandavano amemoria, trasmettevano il sapere e la critica, l'analisi e il sogno, la conoscenza come dubbio e curiosità. È questa la scuola che ha continuato a sfornare nei decenni, cittadini, e non sudditi.

*Responsabile Scuola di Sinistra Democratica

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Scuola: sciopero generale nazionale per l’intera giornata il 30 ottobre 2008

Comunicato unitario
Le Organizzazioni Sindacali FLC Cgil, CISL Scuola, UIL Scuola, SNALS Confsal e GILDA hanno registrato – in sede di tentativo di conciliazione – una risposta negativa rispetto alle loro rivendicazioni.
Hanno, quindi, deciso di promuovere una forte mobilitazione di tutto il personale della scuola che comprende lo sciopero generale nazionale per l’intera giornata di giovedì 30 ottobre.
Per tale giornata i sopraindicati sindacati scuola organizzano una manifestazione nazionale a Roma.


La proclamazione dello sciopero generale della scuola per il giorno 30 ottobre 2008, con una grande manifestazione nazionale a Roma, decisa unitariamente da tutte le Organizzazioni sindacali, è la risposta all'arroganza del Governo e della Ministra Gelmini che con le loro scelte stanno distruggendo l'intero settore della Conoscenza pubblica.
L'utilizzo dei decreti, il voto di fiducia alla Camera sul DL 137/08, e l'assenza di qualsiasi tavolo di confronto con le Organizzazioni Sindacali sono figli di un'idea autoritaria di società e di istruzione e hanno l'evidente intento di indebolire la funzione del sindacato confederale.
Per ragioni esclusivamente economiche si demolisce la nostra Costituzione che ha proprio nella scuola pubblica, aperta a tutti, uno dei suoi principi fondamentali.
La scuola, l'università e la ricerca sono, infatti, considerate dal governo un puro costo e le mistificazioni ideologiche della Gelmini servono solo a coprire i tagli di Tremonti.
Con queste politiche l'intero sistema dell’istruzione pubblica viene ricondotto ad una cultura aziendalista.
Le tante iniziative promosse sul territorio dai sindacati unitariamente, dagli studenti e dalle famiglie, evidenziano un vasto fronte di protesta, che tende ad allargarsi contro questo disegno regressivo.
Lo sciopero generale e la manifestazione nazionale hanno l'obiettivo di unificare quel vasto movimento per costringere il governo a rivedere le proprie scelte e ad aprire il confronto, necessario per contribuire ad elevare la qualità dell'intero sistema della conoscenza.

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Brunetta: : 'I prof. lavorano poco e sono ben pagati'

Renato Brunetta, ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione, ieri ha detto che gli insegnanti guadagnano troppo: "I nostri insegnanti lavorano poco, quasi mai sono aggiornati e in maggioranza non sono neppure entrati per concorso, ma grazie a sanatorie. E poi 1.300 euro sono comunque due milioni e mezzo di vecchie lire, oggi l´insegnamento è part-time e come tale è ben pagato".



Piero Bernocchi, portavoce dei Cobas della scuola, risponde per le rime: "Senti chi parla, Brunetta da docente universitario prende quattro volte lo stipendio di un insegnante di scuola e ha un orario molto più ridotto. Parla delle ore di insegnamento ma si scorda quelle che il docente impegna per preparare le lezioni, aggiornarsi e valutare gli studenti. La sua uscita bizzarra contribuirà al successo del nostro sciopero e della manifestazione del 17 ottobre a Roma".

Fa eco a Bernocchi, Francesco Scrima, segretario Generale della CISL Scuola, che risponde a Brunetta e ribadisce le ragioni dello sciopero: "A fronte delle dichiarazioni gratuite, mortificanti e offensive del Ministro Brunetta, che ritiene eccessivo lo stipendio degli insegnanti, quello che rammarica è il silenzio del Ministro della pubblica istruzione che ancora una volta omette colpevolmente di difendere i suoi docenti dimostrando sempre più che la nostra scuola è orfana.


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giovedì 9 ottobre 2008

Manifestazione del 17 a Roma

Chi volesse partecipare alla manifestazione di Roma del 17 dovrebbe contattarci immediatamente (Cristina si sta occupando delle prenotazioni).
Si parte in treno da Catania nel tardo pomeriggio di Giovedì e si rientra a Catania nella prima mattinata di sabato. Il costo del biglietto a/r è di 30 euro.

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martedì 7 ottobre 2008

Decisioni del comitato

Nella riunione del 7

Si è deciso di predisporre un documento da presentare assieme alla petizione che affronti le principali problematiche causate dalla riforma Gelmini-Tremonti. Chi fosse interessato a partecipare alla stesura del documento con temi, idee, proposte può contattarci alle mail indicate sulla home page o postare un commento qui sotto.

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Resoconto Petizione Online

Superata anche quota 200!

Continua a gonfie vele la raccolta di firme online. Ottimo anche il successo del blog con più di 1000 contatti e 109 contatti unici ieri (significa che 109 persone diverse si sono collegate al nostro blog). Chi ne ha la possibilita inviti a firmare la petizione via email o attraverso forum e blog di categoria (io ho infestato la rete). Vi ricordo che di pari passo continua la raccolta firme "manuale", presto sarà organizzato un banchetto di raccolta firme ad Avola, attivatevi per farne in ogni città, è un'occasione per spiegare alla gente i guasti di questa orribile riforma della scuola.

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lunedì 6 ottobre 2008

Canevaro e Ianes: “Dimissioni dall’Osservatorio sull’Integrazione scolastica del Ministero della Pubblica Istruzione”

Questa nuova politica scolastica fatta di tagli, economie presunte, annunci e smentite, rigore, disciplina, ordine, divise, autorità, voto in condotta, bocciature, selezione produce in tutti ulteriore insicurezza, diffidenza e conflitti.
Queste politiche scolastiche sono evidentemente gestite da finalità economicistiche, per risparmiare: ma questo avverrà sulle spalle delle famiglie, sulla pelle degli alunni e sulla credibilità della Scuola pubblica, come la vuole la nostra Costituzione.



In questo clima di “produzione sociale di ostilità, diffidenza, tensione”, anche la Pedagogia subisce un violento attacco.
Nel clima di rinnovato rigore scolastico, chi viene additato come responsabile dello sfascio, oltre naturalmente ai fannulloni? L’ideologo dei fannulloni e dei lassisti: il pedagogista, il pedagogista di Stato, la pedagogia, il pedagogese… Chi perdonava tutto, chi non ha polso, chi comprende tutto invece di punire, chi non ha le palle per imporsi, chi ci affumica con discorsi fumosi pseudofilosofici, chi non dava importanza alle discipline, il pedagogista debole, che ha indebolito la Scuola Italiana, ecc.
Ecco, a questo clima di strisciante, ma non troppo, denigrazione, come pedagogisti non ci stiamo. E non ci stiamo neppure ad essere membri di un Osservatorio per l’integrazione Scolastica degli alunni con disabilità di un Ministero della Pubblica Istruzione che si comporta nei fatti come stiamo vedendo, e come risulterà ancora più evidente nei prossimi mesi.
Forse la Ministra Gelmini sta cercando una nuova squadra di esperti che legittimi la sua visione (?) dell’integrazione? Non sarà facile trovarli tra i pedagogisti speciali, se sapranno leggere tra le righe della sua dichiarazione in occasione della sua audizione alla Camera:
“E’ nello stesso spirito, nello spirito di una scuola che sia realmente per tutti, che affermo il diritto all’istruzione di chi presenta abilità diverse. Gli obiettivi didattici, le metodologie e gli strumenti devono essere personalizzati e coerenti con le abilità di ciascuno per definire i livelli di apprendimento attesi. Molte sono le buone pratiche costruite su competenza, professionalità, disponibilità e impegno delle diverse componenti scolastiche, dagli insegnanti di sostegno agli insegnanti curricolari, dai dirigenti scolastici alle associazioni. Occorre far tesoro dall’esperienza. Il mio impegno è indirizzato ad ascoltare le esigenze, le criticità, le proposte delle famiglie e di tutte quelle realtà associative che si occupano di disabilità al fine di individuare insieme anche percorsi formativi più adeguati al bisogno con la necessaria flessibilità, superando le rigidità che non sono coerenti con l’azione educativa”.
Con queste righe ci dimettiamo dunque dall’Osservatorio per l’integrazione scolastica del Ministero della Pubblica Istruzione e confermiamo il nostro continuo impegno per migliorare la Qualità dell’inclusione degli alunni con Bisogni Educativi Speciali.

Andrea Canevaro e Dario Ianes

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Resoconto Petizione Online

SFONDATA QUOTA 100!

Vi informo che abbiamo nettamente superato quota 100 firme (siamo a 125 in questo momento).
Niente male in 4 giorni! La stragrande maggioranza dei firmatari sono residenti fuori la nostra provincia. Vi invito a firmare, alcuni di noi l'hanno già fatto, dato che le 2 petizioni (quella online e quella a raccolta "manuale") non sono in contrasto fra loro (anzi).

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domenica 5 ottobre 2008

Dopo una serata di lavoro ce l'ho fatta!

Miglioramenti al blog, ovvero: chi la dura la vince!
Adesso avremo solo il titolo e il sommario del post visibile, mentre il testo sarà aperto solo su richiesta del lettore.
Cristina, non mi chiedete più cose del genere perchè mi do malato (e non perdo neanche soldi alla faccia di Brunetta!).

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giovedì 2 ottobre 2008

Un Blog è vivo se c'è partecipazione!

Nonostante il numero delle visite sia molto incoraggiante rarissimi sono i commenti inseriti ai post.
Vi rammento l'importanza della partecipazione e vi esorto ad intervenire numerosi.
Utilizzate l'ultimo post per inserire le vostre considerazioni, anche se non c'entrano un fico con l'argomento trattato dal post. Coraggio!

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mercoledì 1 ottobre 2008

Dal Forum Precari

LA SCUOLA PUBBLICA STA PER ESSERE SMANTELLATA !
IL PROGETTO DI SCUOLA NASCOSTO DIETRO LE BUGIE DEL MINISTRO GELMINI


Un attacco feroce che non ha precedenti nella storia della Repubblica, sta per cambiare le sorti dei nostri ragazzi, e tutto ciò fra l'indifferenza e l'arroganza di un ministro che all' opinione pubblica racconta le "sue" verità, basate su un’ interpretazione distorta e non veritiera di dati statistici.
Alle famiglie viene detto che i ragazzi trascorrono troppo tempo sui banchi di scuola, che ci sono troppi insegnanti e troppi bidelli a fronte di risultati modesti, che la scuola non può essere considerata uno stipendificio e un ammortizzatore sociale, deridendo una categoria, quella dei docenti, che opera con impegno e spirito di abnegazione al servizio dello stato e della società. Il tutto attraverso una campagna mediatica condotta ad hoc, volta a far credere ai cittadini che i problemi della scuola si risolvono con voti in pagella e grembiulini, tacendo invece su quello che è l’unica, vera volontà del governo: fare cassa a discapito della qualità dell'insegnamento offerto agli alunni senza tenere conto delle esigenze delle famiglie.
Infatti…

NON E’ VERO come afferma il ministro che i dipendenti del MIUR siano 1.300.000, ma 1.125.975 (Dati MPI – la scuola in cifre).

NON E’ VERO che il 97% del bilancio del MIUR viene speso in stipendi, ma il dato reale è il 78,8% (dati OCSE – studio Education at a glance), in linea con gli altri paesi. E’ vero invece che il MIUR si limita SOLO a pagare gli stipendi, investendo appena il 2,8% del P.I.L., rispetto al 3,80 % di media dei paesi europei. (dati OCSE – Education at a glance).

NON E’ VERO che la spesa per la scuola è continuamente cresciuta negli ultimi anni, infatti la quota di spesa complessiva è scesa dal 12,6 del '90 al 10,6 del 2005 (dati ISTAT). Ciò è dovuto ai continui tagli operati dai vari governi in questo settore. E ancora: se tra il 1995 e il 2005 gli investimenti nella scuola dei paesi europei sono aumentati del 41%, in Italia l’incremento è rimasto contenuto al 12%. (dati OCSE – education at a glance).

NON E’ VERO che i docenti aumentano mentre gli alunni diminuiscono. Dall'anno scolastico 2001/02 fino all'anno scolastico 2007/08 gli alunni sono costantemente cresciuti mentre i docenti sono calati del 4,5% (dati MPI – la scuola in cifre).

NON E’ VERO che è opportuno che il bambino abbia un solo punto di riferimento nella scuola primaria. Infatti, associazioni pedagogiche di spicco come il SIPED, SIRD, CIRSE, e SIREF sono nettamente contrarie al ritorno di questa figura, connotandola in modo negativo e anacronistico.

NON E’ VERO che i risultati della scuola italiana siano pessimi: gli allievi delle scuole secondarie di secondo grado di Veneto, Lombardia e Piemonte hanno raggiunto nei test risultati molto vicini a quelli degli allievi della Finlandia, additata dal ministro come esempio per il paese. Inoltre, le famiglie italiane hanno mostrato un gradimento nei confronti della scuola pubblica dell’ 80% (dati OCSE – education at a glance), superiore alla media europea (78%)

NON E’ VERO che i docenti del sud sono meno preparati dei colleghi che operano al nord e necessitano di apposito aggiornamento, poiché nelle strutture scolastiche del nord operano e ottengono brillanti risultati moltissimi docenti provenienti dal sud, il cui “ritardo” è pertanto da individuare in fattori sociali, economici e strutturali che il ministro dovrebbe conoscere e contribuire ad eliminare.

Ecco invece quello che, sulla base delle disposizioni ministeriali e degli effetti della legge 112/08 e dell’approvando DL 137/08, il ministro dovrebbe dire alle famiglie:

1. Molti docenti di ruolo saranno individuati come soprannumerari e saranno pertanto costretti a cambiare sede, il che significa che la continuità didattica non sarà garantita e che i ragazzi potrebbero dover cambiare insegnante anno dopo anno.

2. Le scuole aventi un numero di allievi inferiore a 100, ubicate nei piccoli centri, saranno chiuse, il che comporterà un enorme disagio per gli alunni ( costretti ad intraprendere ben presto una vita da pendolari), per le famiglie e per i Comuni, a carico dei quali verrebbero a gravare le spese per i servizi legati al trasporto degli alunni pendolari.

3. L'orario di insegnamento nella scuola primaria sarà ridotto a 24 ore settimanali, insufficienti a garantire il rispetto dei tempi di apprendimento propri di ciascun alunno.
Non ci saranno più né pluralità dei docenti né compresenze, il che significa che non sussisteranno le condizioni per permettere attività di recupero per alunni con difficoltà di apprendimento, gite d'istruzione, visite guidate e una didattica aperta al territorio.

5. Il tempo pieno non sarà garantito a tutti, perchè solo le scuole del nord sono dotate delle infrastrutture necessarie, il che porterà ad accentuare il divario culturale fra il nord ed il sud del paese, penalizzando fortemente quest'ultimo, dove il tasso di abbandono scolastico risulta essere più alto.

6. Gli unici insegnanti specialisti saranno i docenti di religione, visto che gli insegnanti specialistici di lingua inglese nella scuola primaria saranno riassorbiti su posto comune (articolo 1 comma 128, legge 311/2004) e tutti gli altri saranno obbligati ad abilitarsi all'insegnamento dell'inglese attraverso corsi di 150-200 ore, il che sfacciatamente contraddice quanto sbandierato dallo stesso governo Berlusconi nelle sua precedente legislatura, ovvero l'importanza delle tre "I", tra cui appunto l'insegnamento dell'inglese.

7.A causa dei tagli operati con la legge 112/08, molti alunni non avranno più l’insegnante di sostegno, finora risorsa per la classe intera oltre che strumento formidabile di integrazione sociale e garante del diritto allo studio per gli alunni diversamente abili i quali, in tal modo, verranno ghettizzati, con conseguenze disastrose sul piano sociale e didattico.

8. La riduzione del numero di indirizzi nella scuola secondaria di 2° grado non terrà conto del fatto che gli Istituti professionali sono ben diversi dagli Istituti tecnici, hanno finalità diverse e non sono doppioni. Inoltre, l’ accorpamento delle classi di concorso sarebbe molto deleteria soprattutto per chi insegna materie tecniche e professionalizzanti e per gli allievi che si troveranno insegnanti che dovranno necessariamente ricominciare a studiare per materie che non hanno mai insegnato;

9. La contrazione dell'orario scolastico, così come prevista dal piano programmatico presentato dal ministro, andrà à discapito delle materie tecniche, ossia proprio quelle che formano l'allievo nell'indirizzo prescelto;

10. la riduzione del 30% degli insegnanti di laboratorio impoverirà l’offerta formativa degli istituti professionali, oltre a rendere meno sicure le esercitazioni nei laboratori.

Inoltre il ministro sostiene che parte dei soldi risparmiati servirà a rendere più sicure le scuole, ma anche stavolta si tratta di un'affermazione priva di fondamento visto che l'edilizia scolastica compete ai comuni (legge 11 gennaio 1996, n. 23, articolo 9 comma 1), così come non corrisponde a verità il fatto che i docenti di ruolo vedranno aumentato il loro stipendio: secondo il ministro, infatti, solo i più "meritevoli" e solo a partire dal 2012 saranno premiati con 50 miseri euro a testa: un’elemosina in cambio della richiesta ai docenti di svendere la scuola pubblica !

FORUM PRECARISCUOLA

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Lo sciopero generale dell'Unicobas del 3 ottobre

VENERDI' 3 OTTOBRE 2008 SCIOPERO GENERALE SCUOLA

ROMA h. 9.00 - MINISTERO dell’ISTRUZIONE

“LEGGI RAZZIALI” contro i malati:

“TASSA” variabile daI 10 ai 30 euro al giorno ed “ARRESTI DOMICILIARI”

SMANTELLAMENTO della scuola pubblica:

DIFFERENZIAZIONI STIPENDIALI tramite VALUTAZIONI espresse dai dirigenti,

TAGLI all’organico ed ELIMINAZIONE delle RSU di istituto

VENERDI’ 3 OTTOBRE SCIOPERO GENERALE DELLA SCUOLA

Come nelle previsioni la squadra governativa si è messa al lavoro per aprire ulteriormente il “mercato” alla scuola privata (come promesso – con baciamano – il 6 giugno da Berlusconi a Benedetto XVI).

Appena insediato il governo, la neo presidente della commissione cultura della Camera, Valentina Aprea, ha presentato il 12 maggio il disegno di legge “Norme per l’autogoverno delle istituzioni scolastiche e la libertà di scelta educativa delle famiglie, nonché per la riforma dello stato giuridico dei docenti”. Questo ddl è molto simile a quello esaminato in commissione durante il precedente governo Berlusconi, che venne talmente avversato dai lavoratori e dal nostro sindacato che non se ne fece nulla. L’obbiettivo principale è di rendere il funzionamento della scuola pubblica del tutto simile a quello della scuola privata in modo che “l’utenza”, non vedendo differenze, sia indotta a cambiare direzione.

Le scuole verranno trasformate in fondazioni (proposta già contenuta nel decreto Bersani del 2007): un altro risvolto della privatizzazione sarà quindi la loro consegna ai privati (industriali, cordate di genitori, etc.), i quali entreranno nei consigli d’amministrazione (che sostituiranno gli attuali consigli d’istituto) e, versando un obolo, diverranno i veri padroni della scuola. Il ddl prevede inoltre all’art.11 il passaggio completo alle regioni della gestione delle scuole di ogni ordine e grado, in linea con quanto previsto dalla “devolution” votata nel 2000.

Al capo terzo viene riproposto il decreto sul reclutamento varato dalla Moratti e abolito da Fioroni: concorsi con cadenza triennale banditi dalle scuole stesse (niente più concorsi nazionali e graduatorie).

La carriera dei docenti verrebbe articolata in 5 livelli (“inserimento formativo, iniziale, ordinario, esperto e vicedirigente”); l’aumento stipendiale sarebbe determinato da selezioni interne operate dal dirigente, e quindi dall’appartenenza al singolo livello.

Per i docenti verrebbe istituito un organismo tecnico e fittizio di rappresentanza con il solo compito di stilare il codice deontologico ed istituire commissioni disciplinari. Sparirebbero le RSU d’istituto, verrebbe istituita una rappresentanza sindacale unitaria regionale per i docenti e l’area contrattuale della docenza (ma sempre interna all’impiegatizio DL.vo 29/93, con il blocco all’inflazione programmata per i rinnovi contrattuali, l’eliminazione del ruolo e degli scatti d’anzianità). Resta escluso da qualsiasi rappresentanza sindacale il personale ATA! Onde foraggiare i vari carrozzoni “formativi”, alle associazioni professionali verrebbero affidate funzioni oggi peculiari dei sindacati. Verrebbero eliminate le norme contenute nel T.U. del 1994 e quelle relative alla contrattazione sui luoghi di lavoro previsti dal D.lgs 165/01, con molto più potere economico e disciplinare ai dirigenti. Questi diverrebbero effettivamente “datori di lavoro”, presiederebbero la commissione che abilita e poi assume il docente, con tutte le degenerazioni clientelari del caso.

La ministra Gelmini ha atteso la fine delle lezioni per uscire allo scoperto con un grande programma di tagli. A decorrere dall’anno scolastico 2009/2010, ed entro tre anni, saranno cancellati 70.000 cattedre e 40.000 ruoli ATA. Un taglio che va ad aggiungersi a quello realizzato dal governo Prodi nelle finanziarie precedenti (47.000 posti in meno, comprese le riduzioni già attuate per il prossimo anno scolastico). Con queste misure si produrranno risparmi di spesa per 7,832 miliardi di euro. Solo il 30% di questi risparmi, sarà utilizzato a fini contrattuali per presunte “iniziative dirette alla valorizzazione ed allo sviluppo professionale della carriera del personale della scuola” (quelle stabilite dal ddl Aprea!).

In percentuale a cosa equivalgono questi tagli? La riduzione sarà del 10% per i docenti e del 18% per il personale ATA. Una media del 12%.

Come verranno realizzati questi tagli? Tramite regolamenti ministeriali! Verranno modificati orario di lavoro, durata delle lezioni e struttura dei programmi. Si spingerà per tornare al maestro unico alle elementari e per eliminare il tempo prolungato alle medie. Verranno rivisti gli ordinamenti della secondaria, onde ridurre drasticamente materie e ore di insegnamento. Forse si porteranno le ore a 50 minuti con l’obbligo di recupero dei 10 rimanenti. Una vera controriforma della scuola in linea con la legge Moratti. Per fare il tutto, la Gelmini avrà 12 mesi di tempo.

Ovviamente questi tagli penalizzano le nuove assunzioni. Anche per il rinnovo contrattuale(biennio economico 2008-9) il responso è negativo, visto che persino Prodi per l’anno in corso non ha stanziato un euro. Se ne riparlerà nel 2010. La finanziaria prevede inoltre l’innalzamento drastico di un punto percentuale, dall’anno scolastico 2009/2010, del rapporto docente-alunni, con conseguente “ingrossamento” e diminuzione delle classi. Non male per un paese che in Europa è agli ultimi posti: 69% di diplomati tra i giovani contro il 73% della Germania, il 77% della Gran Bretagna, l’80% della Francia, l’81% del Belgio e della Grecia, l’84% dell’Irlanda, l’86% della Finlandia e la metà dei laureati della media UE.

Per realizzare questi tagli la finanziaria assegna alla Gelmini un forte potere sanzionatorio nei confronti dei dirigenti ministeriali e scolastici “non collaborativi”: l’’arti. 70 prevede per loro la riduzione dello stipendio, il cambio di sede e addirittura il licenziamento.

Poi c’è Brunetta, che non ha certo perso tempo. Dietro i sermoni antifannullone si nasconde un progetto devastante: la fine della Pubblica Amministrazione e la sua sostituzione con soggetti di natura privatistica. Sorta di “centri commerciali” dove i servizi verranno venduti ai cittadini-clienti. Questo perfettamente in linea con l’aberrante logica neoliberista della privatizzare totale.

Per ottenere il risultato Brunetta deve mettere alle corde i lavoratori ed i sindacati che li rappresentano, ecco quindi che la contrattazione si riduce a consultazione delle confederazioni sindacali (non dei sindacati di settore), dopodiché il ministro decide per via legislativa dandosi deleghe per emanare decreti successivi. Brunetta ha raccolto il tutto in un disegno di legge (“delega al governo per ottimizzare la produttività del lavoro pubblico”) di cui pubblichiamo alcuni stralci estremamente significativi:

Art. 3 (Valutazione del personale delle amministrazioni pubbliche): “f) prevedere l’obbligo, per le pubbliche amministrazioni statali, di individuare le unità di personale le cui prestazioni risultano di utilità minima o nulla per l’amministrazione stessa a causa di grave e colpevole inefficienza o incompetenza professionale, nonché l’obbligo di collocamento a disposizione e riassegnazione del suddetto personale anche ad altra pubblica amministrazione entro il medesimo ambito territoriale, con mantenimento della sola parte fìssa della retribuzione ed esclusione delle indennità a qualunque titolo corrisposte e con risoluzione del rapporto in caso di rifiuto; richiamare Cassa Integrazione per pubblico impiego e prevedere il divieto di opzione nel caso di trasferimento del personale...”

Art.6 (Contrattazione collettiva e integrativa e funzionalità delle amministrazioni): “prevedere la piena autonomia e responsabilità del datore di lavoro pubblico nella gestione delle risorse umane attraverso la competenza esclusiva in materia di valutazione del personale, progressione economica, riconoscimento della produttività e mobilità; inserzione automatiche delle clausole in caso di nullità delle disposizioni contrattuali per violazione di legge e dei limiti fissati dalla contrattazione collettiva nazionale”.

Brunetta ha iniziato con l’esclusione dei lavoratori pubblici dai benefici fiscali sugli straordinari, riservati ai soli lavoratori privati ed ha proseguito con l’Art. 71 del DL 112 del 25 giugno 2008 e la Circolare n. 7 del 17 luglio 2008 che attuano una vera e propria discriminazione inasprendo le norme sulle assenze per malattia solo per i pubblici dipendenti:

Nei primi dieci giorni di assenza per malattia è corrisposto solo il trattamento economico fondamentale con esclusione di ogni indennità e di qualsiasi altro trattamento accessorio. Si calcola, quindi, che un dipendente che si ammali per 10 giorni possa rimetterci dai 15 ai 30 euro al giorno. Un vero e proprio ticket/salasso sulla salute.
“Le fasce orarie di reperibilità del lavoratore sono dalle ore 8.00 alle ore 13.00 e dalle ore 14.00 alle 20.00 di tutti i giorni, compresi i non lavorativi e i festivi.” Recarsi dal medico di famiglia, in farmacia, o andare a fare accertamenti, potrebbe diventare un’impresa! I veri malati verrebbero così penalizzati più di quei fantomatici fannulloni che si vorrebbero perseguire!
Nel ddl viene inoltre prevista la triennalizzazione dei contratti. CGIL, CISL e UIL si sono dette disponibili alla trattativa ed alla caccia al fannullone. Forse non hanno capito che proprio il loro “mercato” verrebbe così notevolmente ridimensionato. Tremonti riassume il tutto nella finanziaria.

L’impetuosa arroganza con la quale si sono messi al lavoro lascia intendere che hanno sottovalutato la possibile resistenza dei lavoratori.

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La Conferenza dei Presidi delle Facoltà di Scienze della Formazione contro il maestro unico

Ordine del Giorno della Conferenza dei Presidi sul maestro unico nella scuola primaria
15 settembre 2008
La Conferenza dei Presidi delle Facoltà di Scienze della Formazione esprime il più netto dissenso verso la scelta di tornare al docente unico nei primi anni della scuola primaria, e nell’interesse dei bambini, delle famiglie e del futuro del nostro Paese, chiede al Governo di riconsiderare la questione.
In un’economia globale basata sulla conoscenza, lo stato di salute del sistema socio-economico nazionale è legato al tenore delle competenze disciplinari e relazionali acquisiste dalle persone nei percorsi di formazione. Il nostro Paese è di fronte ad una vera e propria sfida dell’istruzione. Per affrontarla con successo occorre assicurare a tutti la padronanza delle conoscenze fondamentali dei saperi linguistici, storici e matematico-scientifici.
Tale padronanza può essere garantita solo da un’alfabetizzazione forte fin dall’inizio della scuola primaria.
La possibilità di realizzare un’alfabetizzazione forte ha come condizione un processo di parziale specializzazione disciplinare dei docenti. Non è pensabile che un singolo insegnante possa avere un’adeguata padronanza di tutti e tre questi ambiti e delle loro forme d’insegnamento.
Occorre un modello combinato di formazione iniziale e in servizio dei docenti che, oltre a garantire la necessaria preparazione pedagogica e didattica, e una cultura di tipo interdisciplinare volta a preservare l’unità del sapere, assicuri l’approfondimento di un ambito disciplinare tra il linguistico, lo storico, e il matematico-scientifico.
Il modulo organizzativo della scuola primaria, sancito dalla legge n.148/1990, prevedendo tre docenti su due classi, ha consentito ai docenti stessi un progressivo approfondimento dell’ambito disciplinare insegnato, ed è stata dunque una misura che è andata nella direzione di un irrobustimento dell’alfabetizzazione di base, oltre a garantire una pluralità di punti di vista preziosa per sviluppare l’intelligenza nella molteplicità delle sue forme.
Gli ottimi risultati ottenuti in questi anni dalla scuola primaria nelle comparazioni internazionali del profitto mostrano che il modulo di tre docenti sta producendo effetti positivi sulle competenze dei nostri bambini.
La direzione tracciata dalla 148/90 appare perciò quella giusta, può essere migliorata dando compiutezza al Corso di Laurea di Scienze della formazione primaria, ma non si può tornare indietro; sarebbe una scelta anacronistica ed infelice.
Un solo maestro può limitare l’esperienza socio-affettiva degli alunni, che risulta invece arricchita dall’attuale pluralità di figure.
Ritornare al maestro unico significherebbe, inoltre, indebolire la preparazione specifica dei docenti sui fondamenti dei diversi saperi, e quindi rendere più fragile ed incerta l’alfabetizzazione dei nostri allievi. Il tenore complessivo delle competenze realizzate dagli alunni nel corso della formazione scolastica verrebbe inevitabilmente a soffrirne. In prospettiva, il capitale intellettuale prodotto dal nostro sistema scolastico tenderebbe a diminuire, e con esso la competitività socio-economica del nostro Paese.
La Conferenza dei Presidi delle Facoltà di Scienze della Formazione chiede, perciò, al Governo un serio e accurato ripensamento in merito alla questione della pluralità dei docenti nella scuola primaria. Si dichiara, inoltre, fin da ora disponibile a portare il proprio contributo a qualsiasi progetto di miglioramento della struttura della scuola primaria che muova dalla conferma di tale pluralità e che avvenga attraverso forme diverse dalla decretazione d’urgenza.

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