Ricerca personalizzata

mercoledì 30 dicembre 2009

La ministra minuscola.

YouTube - Ballarò: Ministro Gelmini e Nichi sul tema scuola 

Ennesima figura di merda della ministra minuscola: presa a sberle da Vendola non sa replicare se non con le quattro cazzate imparate a pappagallo (quella dei bidelli e dei carabinieri è da Bagaglino!)

P.S.: l'unico convinto dalla dialettica ministeriale sembra il lobotomizzato dietro che continua ad annuire come un cavallo!

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venerdì 25 dicembre 2009

venerdì 18 dicembre 2009

Continua la politica dei tagli: il prossimo anno solo 8000 docenti e 8000 ATA assunti!

Chi sperava l'anno prossimo in un'inversione di tendenza alla politica dei tagli del governo Berlusconi nella scuola pubblica resterà deluso.

Il Consiglio dei ministri ha autorizzato il ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca ad assumere 647 dirigenti scolastici, 8.000 unità di personale docente, 8.000 unità di personale amministrativo, tecnico ed ausiliario e 70 unità di personale docente presso le Accademie ed i Conservatori di musica. Si tratta di un numero di assunzione, che come negli altri anni si concretizzeranno a fine estate, dopo i trasferimenti, le utilizzazioni e le assegnazioni provvisorie richieste dal personale di ruolo, praticamente analogo a quello accordato dal governo lo scorso luglio (8.000 docenti ed altrettanti Ata). La quota di assunzioni accordata dal Cdm non muterà più di tanto il numero di precari della scuola: si tratta, infatti, di circa 300.000 unità di personale in lista di attesa (almeno 250.000 docenti e 60.000 Ata distribuiti tra le oltre 100 graduatorie permanenti provinciali). Soddisfatto, comunque, il ministro dell'Istruzione: "la conferma dell'autorizzazione da parte del Consiglio dei Ministri - ha detto Gelmini - di 16.700 assunzioni nella scuola è un ulteriore e già previsto passo avanti nella riorganizzazione del sistema scolastico". (apcom)
Meno soddisfatti i precari storici che speravano nella recente maternità della ministra per togliersela dai piedi.
Ma, colleghi precari, pensate che un burattino nuovo possa cambiare la politica dei tagli programmata dal vero ministro dell'istruzione Giulio Tre-morti?

Errata corrige: la notizia degli 8000 posti si è rivelata una bufala clamorosa! Manco quelli?

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comunicato Codacons: STOP ALLE CLASSI "POLLAIO'. IL TAR DEL LAZIO RIBADISCE IL LIMITE MASSIMO DI 25 ALUNNI PER AULA

CLAMOROSA ORDINANZA DEL TAR SU RICORSO DEL CODACONS E DEI PRECARI DELLA SCUOLA.


Con una ordinanza emessa questa mattina la terza sezione del TAR del Lazio (Presidente Speranza, Relatore Brandileone) ha affrontato il tema delle misure igieniche disposte dal Miurs per far fronte all'ondata di influenza A nel nostro paese.
Nella circolare il Ministero disponeva una serie di misure relative al lavaggio delle mani, allontanamento da scuola in caso di malattia, metodi per evitare contagi facili in aule affollate, ecc. Ebbene, il Tar con tale ordinanza ha escluso danno grave ai ragazzi e alle loro famiglie se il numero massimo di alunni per ogni classe rispetti il limite stabilito dalle leggi vigenti (art. 5 del D.M. 26.08.1992; art. 12 della legge n. 820 del 1971), ossia 25 studenti per aula.
Ecco il testo dell'ordinanza:

"…il danno lamentato alla salute e i rischi di ammalarsi non sono gravi e irreparabili fermo restando il rispetto delle prescrizioni delle garanzie sanitarie e correlate agli aspetti strutturali/ quantitativi delle classi'.

Ossia se un bambino o alunno si ammala di influenza in una classe in cui, contrariamente a quanto dispone la legge, vi siano più di 25 alunni, sarà possibile chiedere i danni allo Stato senza alcun limite.
Il Codacons nell'esprimere soddisfazione per la decisione dei giudici, invita tutte le famiglie a segnalare i casi di figli ammalatisi in classi "pollaio' costituite da più di 25 alunni ciascuna, poichè per ognuno di questi casi potrà essere inoltrata denuncia contro le scuole e i loro direttori per concorso in lesioni determinate dallo stato di malattia, e avviare le dovute azioni di risarcimento danni dinanzi al Giudice di pace

(codacons.it)

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La Gelmini a Ballarò accusa Vendola di mentire sui tagli al sostegno. Ecco la verità: nell'anno scolastico 2009-2010 gli alunni certificati sono 4000 in più, gli insegnanti di sostegno 500 in meno

da repubblica.it
Ogni ora tagliata è un salto all'indietro. Ogni insegnante che se ne va un trauma psicologico difficile da ricostruire. Come una barriera architettonica che non si riesce mai ad abbattere, perché per loro, i bambini e i ragazzi H (così la scuola ancora li definisce) la vita in Italia si è fatta davvero dura. Si chiamano Valerio, Giulia, Martina, Claudia, Adele, hanno dai 4 ai 18 anni, hanno disabilità diverse, e abitano in ogni luogo d'Italia. Da quest'anno, con i tagli della riforma Gelmini, hanno perso la metà dei loro diritti: ore di sostegno dimezzate, assistenza inesistente, accesso allo studio, di fatto, negato. Parliamo di studenti disabili, vittime del taglio degli insegnanti di sostegno, la faccia più oscura e dolorosa della scuola senza più fondi, dove spesso non c'è più nessuno che accompagni al bagno il piccolo con handicap, nessuno che lo sorvegli, e dove anche 5 o 6 alunni disabili vengono concentrati in un sola classe. Dove, denuncia Alessandra Corradi, una mamma di Verona con un bimbo di 4 anni, cieco e con una grave tetraparesi, "sono tornati gli stanzini H". "Spesso mio figlio, con la scusa di proteggerlo dalla confusione, veniva portato in una classe a parte, lui da solo, senza gli altri bambini... Vi sembra integrazione questa?". 

I dati dell'anno 2009/2010 segnalano un taglio di circa 500 insegnanti di sostegno con un aumento però di oltre 4000 ragazzi disabili. Questo vuol dire, spiega Giuseppe Argiolas, docente all'Istituto "Colli Vignarelli" di Sanluri, in Sardegna, "che la maggioranza dei ragazzi e dei bambini disabili che ieri avevano diritto a 18 ore di sostegno alla settimana, oggi arriva a malapena a nove". Con conseguenze spesso gravissime per le vite di studenti, che con enormi sforzi e pazienza conquistano pezzetti di autonomia e abilità. "Anche in questo istituto, da sempre all'avanguardia nell'integrazione e nel processo formativo dei giovani con disabilità, oggi c'è una prima superiore con addirittura sei ragazzi con seri handicap riuniti tutti insieme, mentre per il buon andamento della classe, per il successo sia loro che dei ragazzi normodotati non dovrebbero essere più di due. Ma qual è il disegno? Tornare alle classi differenziali?". Il risultato è una pioggia di ricorsi che si è abbattuta sui tribunali regionali di tutta Italia, da parte di famiglie che chiedono, e spesso ottengono, che per i loro figli, vengano ripristinate le ore di lezione legittime. 

Una battaglia di raccomandate e carte bollate, come quella che ha intrapreso Marisa Melis, mamma di Martina, che ha 14 anni, una grave malformazione cerebrale, ma una fantastica voglia di vivere e di imparare. Grazie agli sforzi fin qui fatti dalla famiglia e dagli insegnanti Martina fa equitazione, è cintura marrone di karate, partecipa ai campi Scout, legge e scrive bene, ma ha bisogno di continuo appoggio e di percorsi personalizzati. "Invece da quest'anno Martina ha il sostegno soltanto per nove ore alla settimana, contro le 18 dell'anno scorso. Ho protestato con la dirigente, con il ministero, ma non ho ottenuto niente. Se Martina non viene stimolata, seguita, ogni volta si torna indietro, ogni successo di questi bambini è figlio di sforzi enormi... Così ho deciso di fare ricorso al Tar e in questi giorni arriverà la sentenza". 

Storie di sfide quotidiane, vissute in silenzio, l'Italia è uno dei paesi d'Europa che destina meno risorse alla cura e allo sviluppo delle persone con handicap. Giulia Dolcetti ha 45 anni, è un'insegnante di sostegno precaria che quest'anno ha perso il posto. "Ma la vittima di questo taglio - racconta Giulia - non sono soltanto io, ma anche un bambino di 9 anni che si chiama Pietro. La sua diagnosi? Grave disturbo pervasivo dello sviluppo. Autismo. Pietro non parla, ma capisce tutto, comunica con il computer, scia e nuota come un campione. L'ho seguito per tre anni, avevamo un rapporto forte e bellissimo: oggi Pietro a scuola non ci vuole più andare. A novembre non gli è stata ancora assegnata un'insegnante di sostegno, e senza di me sembra aver perso il suo legame sia con i compagni che con lo studio... Ma che Stato è questo che punisce i più deboli?". 

La guerra dei ricorsi è soltanto all'inizio. E se in Sardegna una mamma passa tutta la sua giornata davanti alla scuola del figlio, affetto da autismo per "tradurre" ai prof che cosa vuol dire il ragazzo, Alessandra Corradi, mamma di un piccolo tetraplegico, spiega in poche parole cosa vuol dire disinteresse. "A mio figlio, cieco fin dalla nascita, le maestre in classe chiedevano: "La vedi quella cosa lì?". La stessa insegnate di sostegno ha confessato che per lei il mio bambino era troppo grave... Per fortuna il Comune ci ha assegnato una "lettrice", che con la musicoterapia e l'ascolto delle fiabe stimola il suo udito e le sue abilità. E quando c'è lei mio figlio cambia, sorride, non è più triste".

di Maria Novella De Luca


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giovedì 17 dicembre 2009

LUNEDÌ 21 DICEMBRE 2009, ORE 10.00 MANIFESTAZIONE REGIONALE



LA SCUOLA STATALE È ALLO SFASCIO


L'UNIVERSITÀ STATALE È ALLO SFASCIO


LA SOCIETÁ CIVILE È ALLO SFASCIO

OGNI PAESE DEMOCRATICO CHE SI RISPETTI, INVESTENDO SULL’ISTRUZIONE, SULLA RICERCA E SUL FUTURO DELLE NUOVE GENERAZIONI, INVESTE SUL PROPRIO STESSO FUTURO

INVECE IN ITALIA SI PENALIZZA TUTTO CIÓ
E SI TAGLIANO BRUTALMENTE
€ 8.000.000.000 (8 MILIARDI) SULLA SCUOLA
€ 1.500.000.000 (1,5 MILIARDI) SULL’UNIVERSITÁ

IL PRESENTE ED IL FUTURO DELL’ISTRUZIONE PUBBLICA STATALE IN ITALIA SONO FORTEMENTE MINACCIATI DAI PESANTISSIMI COLPI DI MANNAIA CHE IL GOVERNO DEL NOSTRO PAESE, PER MEZZO DEGLI SCELLERATI PROVVEDIMENTI DEI MINISTRI TREMONTI/GELMINI/BRUNETTA, HA GIÁ INDISCRIMINATAMENTE INFERTO ALL’ISTRUZIONE PUBBLICA STATALE E CHE ANCORA SI APPRESTA A INFERIRE, ANCHE CON IL FAMIGERATO PDL APREA, TOTALMENTE INCURANTE DEGLI INCESSANTI APPELLI E DELLE INFINITE MOBILITAZIONI DI TUTTI COLORO CHE L’ISTRUZIONE PUBBLICA STATALE LA VIVONO OGNI GIORNO SULLA PROPRIA PELLE

Per opporsi a tale disegno ed esprimere ulteriormente il proprio fermo dissenso, il
MOVIMENTO SCUOLA SICILIA

NATO DALLA CONVERGENZA DEGLI OBIETTIVI COMUNI DI TUTTE LE COMPONENTI SICILIANE DEL MONDO DELL’ISTRUZIONE PUBBLICA STATALE
• DOCENTI PRECARI
• DOCENTI DI RUOLO
• COLLABORATORI SCOLASTICI PRECARI E DI RUOLO
• PERSONALE TECNICO-AMMISTRATIVO PRECARIO E DI RUOLO
• STUDENTI
• GENITORI

invita l’intera cittadinanza ad una nuova mobilitazione e indice, A CATANIA, una

MANIFESTAZIONE REGIONALE
LUNEDÌ 21 DICEMBRE 2009, ORE 10.00
con concentramento in piazza Roma e successivo corteo

Siamo su facebook
inscriviti al gruppo: MOVIMENTO SCUOLA SICILIA
diventa fan: Provveditorato di Catania occupato

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mercoledì 16 dicembre 2009

Riforma delle scuole superiori Lo stop del Consiglio di Stato

(repubblica.it)
di Mario Reggio
Stop del Consiglio di Stato alla riforma delle scuole superiori che, nell'intenzione del ministro Mariastella Gelmini, dovrebbe partire dal prossimo anno scolastico. Il Consiglio di Stato contesta che i Regolamenti emanati dal ministro vanno ben al di là della delega concessa dal Parlamento. Meno ore, meno materie, con l'obiettivo di ridurre i costi ed il personale non rientrano nella delega che prevede, secondo i magistrati, "la sola ridefinizione dei curricula vigenti nei diversi ordini di scuola anche attraverso la razionalizzazione dei piani di studio e relativi quadri orari".

Il secondo punto riguarda la creazione dei Dipartimenti scolastici per la valutazione che porterebbero alla cancellazione di fatto dei collegi dei docenti, in contrasto con la legge sull'autonomia scolastica. Il Consiglio di Stato, la sentenza è dello scorso 9 dicembre, chiede al ministero di chiarire i punti contestati e si riserva il giudizio definitivo. Ma il tempo è tiranno. Sono alle porte le vacanze di Natale, le commissioni parlamentari di Camera e Senato dovranno prendere visione e valutare il nuovo testo dei regolamenti. E il termine ultimo per le iscrizioni al nuovo anno scolastico è stato già fissato al 27 febbraio 2010. Il rischio è che tutto slitti all'anno scolastico 2011-2012. Che qualche problema ci sia è confermato dall'unica notizia che trapela da viale Trastevere: stamattina summit al ministero per decidere l'eventuale slittamento della scadenza delle iscrizioni alle superiori.

Il Consiglio di Stato ha, infatti, invitato il ministero ad alcuni chiarimenti sui tre schemi di regolamento approvati in prima lettura dal consiglio dei ministri e attualmente all'esame delle commissioni parlamentari, riservandosi "la facoltà di disporre l'audizione del Capo dell'Ufficio legislativo del Ministero, nonché del dirigente generale competente all'istruttoria del regolamento". Nel frattempo il Consiglio ha sospeso l'emanazione del parere.

Alla luce dei chiarimenti chiesti e considerando che le Commissioni parlamentari non hanno ancora espresso i richiesti pareri che, comunque, dovranno ora tenere conto del pronunciamento dei magistrati, dal fronte sindacale arriva la richiesta di rinviare di un anno il debutto della riforma.

"Avremmo di certo preferito che tale blocco fosse stato determinato dalla ferma e dilagante opposizione di docenti, Ata, studenti e genitori: ma in ogni caso - afferma Piero Bernocchi portavoce dei Cobas - accogliamo positivamente tutto ciò che ci dà tempo affinché tale protesta e tale lotta si sviluppino al massimo nei prossimi mesi, verso una sonora bocciatura di una controriforma che distruggerebbe le superiori e ulteriormente immiserirebbe l'intera scuola pubblica italiana".

"Ribadiamo ora con maggior forza - dice il segretario generale della Flc-Cgil, Mimmo Pantaleo - che è il caso di fermarsi, rinviando di un anno l'entrata in vigore dei regolamenti: di ascoltare le ragioni di quanti non hanno condiviso merito e metodo del riordino della scuola secondaria superiore; è necessario rimuovere i tagli e, solo a questa condizione, riprendere le fila per una vera riforma che necessita non di tagli ma di investimenti, di tempo per l'ascolto e il confronto vero". Stessa richiesta dalla Gilda. "Le osservazioni formulate dal Consiglio di Stato - dichiara il coordinatore Rino Di Meglio - rilevano, in sostanza, che non esistono le condizioni adatte per procedere con l'applicazione della riforma voluta dal Governo".

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martedì 15 dicembre 2009

CLAUDIO FAVA, IL MINISTRO GELMINI È UN COSTO INUTILE PER LA POLITICA

L'Italia reale e non quella delle favolette del cavaliere continua a non rassegnarsi.
Una settimana fa Roma era invasa dalla protesta viola di chi vuole ridare dignità e credibilità alle istituzioni democratiche, al rispetto delle regole e della giustizia.

Oggi, Roma si riempie di docenti, studenti, ricercatori che credono che investire sulla conoscenza, sul sapere, sulla scienza sia l'unica strada per uscire dalla crisi e per ridare un futuro al Paese.

Esattamente tutto il contrario di quanto sta facendo da un anno e mezzo il governo Berlusconi e il ministro Gelmini, che si dimostra sempre più un costo inutile della politica.
La forte risposta di oggi è la dimostrazione che le promesse e la propaganda del centrodestra possono essere sconfitte.

E' quanto afferma Claudio Fava, del Coordinamento Nazionale di Sinistra e Libertà, partecipando al corteo della Flc Cgil per le strade di Roma.

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domenica 13 dicembre 2009

Tagli, tagli, tagli....Vogliamo una scuola di qualità per tutti

di Alba Sasso (Sinistra Ecologia e Libertà)

E’ quella dei tagli vera la chiave di lettura delle cosiddette riforme sulla scuola e sull’Università del governo di centro destra. Otto miliardi e mezzo in tre anni per la scuola , un miliardo e mezzo per l’Università.
Si tratta di un colpo mortale per l’intero sistema che già presenta un gap profondo rispetto agli investimenti che le sono dedicati in Europa e nelle realtà culturalmente più evolute.

E’ questa perdurante e progressiva limitatezza di risorse, unitamente alla difficoltà del sistema politico italiano di trovare mediazioni avanzate sui nodi delle riforme possibili, ad aver reso difficile in passato la costruzione di un modello formativo adeguato ai caratteri di massa che ha assunto nel suo complesso il sistema istruzione. Da qui partono anche quegli elementi di dispersione e di inefficienza che sono visibilmente emersi nei confronti internazioni nei livelli alti del sistema formativo.

Le ricette proposte in questi anni dal centro destra indicano però il percorso esattamente contrario a quello che sarebbe necessario per superare le difficoltà attuali ed è una cattiva medicina che punta ad uccidere il malato piuttosto che curarlo. E’ un cambio di passo drastico quello del duo Gelmini-Tremonti.

Uno stop a qualsiasi tentativo di espansione quantitativa e qualitativa del sistema. Ma perché mai una riduzione di tempo scuola, di insegnanti, di laboratori, di esperienze di eccellenza (integrazione dei soggetto disabili, formazione linguistica per i bambini e ragazzi migranti) dovrebbe rendere più efficace la scuola? E perché il ricondurre scuola dell’infanzia e scuola elementare a luoghi di custodia dovrebbe allinearci ai sistemi europei? E ridurre l’obbligo scolastico disegnando una scuola secondaria con percorsi gerarchici e separati non è in fin dei conti una rinuncia a fare della scuola quello strumento di mobilità sociale di cui il paese avrebbe uno straordinario bisogno?

E mentre si parla di “riforma” si lascia andare alla deriva la barca dell’Università pubblica, sottraendole risorse finanziarie e umane . Si introducono, con il disegno di legge delega Gelmini, modelli aziendali mentre l’azienda università è in crisi per mancanza di appunto di risorse, si parla di merito e si sostituiscono le borse di studio con sussidi e prestiti gestiti da una società assicurativa, si parla di governance e si riduce autonomia, partecipazione, collegialità. E perché mai tutto questo dovrebbe migliorare efficacia e qualità del sistema?

L’investimento nel sapere è l’investimento più produttivo di un Paese, lo dice anche Bankitalia, aggiungerei perché costruisce futuro, perché garantisce opportunità, perché combatte diseguaglianze. Ci troviamo invece di fronte a una politica brutale che parte dall’idea di impoverire e smantellare quanto di pubblico c’è nel sistema istruzione, perché si ritiene che il sapere non debba essere un bene da garantire a tutti, ma un optional per chi se lo può pagare. Un visione del mondo e del futuro che non contempla la necessità di garantire uguaglianza di opportunità perché è un’idea di società “dove il più forte vince” , dove i luoghi del sapere non sono più strumenti di inclusione e coesione sociale.

Perciò è importante lo sciopero e la manifestazione di oggi indetta dalla Federazione lavoratori della conoscenza della CGIL, perché si tratta appunto non solo di difendere il sistema così com’è , ma di ricostruire a partire dai soggetti che ogni giorno vivono e lavorano nel sistema un’idea forte e progressiva di cambiamento che ricostruisca una speranza di futuro per le giovani generazioni. Che dia forza ai giovani, ma anche alle prospettive di cambiamento del Paese. Un obiettivo che deve vedere convergere l’ impegno delle forze politiche e sociali che intendono lavorare per un Paese più giusto, più libero, più eguale.

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sabato 5 dicembre 2009

Malore per uno dei manifestanti in sciopero della fame.

da siciliainformazioni.com

Continua senza sosta lo sciopero dei precari della davanti la sede della Regione siciliana a Palermo. Pietro Di Grusa uno dei manifestanti ha accusato un malore ed è stato accompagnato in ospedale per ricevere le cure più idonee.
“Uno dei nostri amici e colleghi che da domenica presidiano il palazzo della Presidenza della Regione ed è in sciopero della fame – si legge in una nota dei precari - è stato portato d’urgenza al pronto soccorso dell’ospedale Civico a causa delle sue condizioni di salute. Per combattere la sua battaglia per il diritto al lavoro, Pietro aveva sospeso le sue cure mediche. Di ciò erano informati tutti. Anche la prefettura e il presidente Lombardo.
La domanda è sempre e solo una: Dobbiamo morire per fare valere i nostri diritti?”

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mercoledì 2 dicembre 2009

Storie di fannulloni – prima puntata: El scansafadighe

Parte oggi la nostra rubrica intitolata “storie di fannulloni”. Ci proponiamo di raccogliere le testimonianze di quei colleghi cocciuti che pur di continuare a fare i fannulloni hanno deciso di allontanarsi da casa. L’appuntamento per una breve intervista con il nostro amico è all’aeroporto di Catania, dove sta aspettando il suo volo low cost.

-Domanda: Ciao, iniziamo la nostra intervista?
-Risposta: Con piacere, tanto il mio volo porta 1 ora e 40 di ritardo. È così tutte le volte.
- D.: Parlaci di te
- R.: Sono un fannullone con le valige. La mia storia è semplice: sono un precario della scuola, fino a due anni fa lavoravo a pochi chilometri da casa e mi potevo permettere di rifiutare supplenze in scuole più distanti, l’anno scorso non ho fatto un giorno di supplenza e quest’anno, per lavorare un po',sono dovuto “emigrare”.
- D.: Difficile il mestiere di “fannullone”?
- R.: Facile non è. Ci si adatta per continuare a fare questo lavoro, ma la voglia te la fanno passare…
- D.: Dove insegni?
- R.: Ho scelto Venezia, almeno non mi deprimo e non mi allontano dal mare. Senza mi viene un po’ d’ansia.
- D.: Com’è la situazione nell’istituto in cui insegni?
- R.: Se ti riferisci alla situazione lavorativa il termine che mi viene in mente è “deprimente”. Non sono l’unico precario, come puoi immaginare, e lo scoramento dei colleghi è palpabile, oltre al timore che il prossimo anno sarà ancora peggio!
- D.: Insomma te la spassi! E la famiglia?
- R.: La famiglia è a casa, non potevo certo spiantarla. Non mi piace fare il piagnone ma certo non è semplice…
- D.: Che prospettive pensi di avere?
- R.: Neanche me lo chiedo. Vivo alla giornata, vedremo cosa ci riserverà il futuro. Spero solo che gli italiani si sveglino e capiscano cosa stanno facendo alla nostra scuola pubblica (e non solo a quella).
- D.: Ah, come tutti i fannulloni sei anche comunista! Ti lascio aspettare il tuo aereo, buon viaggio.
- R.: Grazie, continuo ad esercitare la mia arte del “fancazziare” per un’altra oretta, sperando che il ritardo non aumenti…

(foto di fannullone appisolato)

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lunedì 23 novembre 2009

Nuova rubrica in rampa di lancio

Si intitolerà "storie di fannulloni" la nuova rubrica del nostro blog che racconterà le storie di quei colleghi che hanno dovuto emigrare pur di continuare il proprio lavoro.

La rubrica è aperta al contributo di tutti e le storie saranno tutte pubblicate purchè inizino con una ammissione di colpa: è vero, sono un fannullone!


PS: è gradita foto mentre ci si appisola.

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Messaggio di auguri al figlio della Gelmini


Caro piccolo "progetto" di bambino (o bambina),


non ti nascondo che noi precari della scuola ce l'abbiamo un po' su con la tua futura mammina;
certo ne ha combinate parecchie, ma non disse qualcuno di importante "le colpe dei padri" (e qundi anche delle madri) "non ricadano sui figli"?


Essendo noi degli educatori che hanno a che fare con bambini e ragazzi fino al raggiungimento della maggiore età, non possiamo non augurarti una serena vita, ti dobbiamo però avvisare che la tua carriera scolastica sarà ostacolata dalle pseudo-riforme di mammina, che si sta impegnando parecchio per distruggere la scuola pubblica italiana.


Come dici?
Non te ne frega niente perchè tanto tu andrai alla privata?
Beh, hai ragione, le scuole private dovrebbero fare un monumento alla tua mammina, penso proprio che ti tratteranno bene!


Vedo che hai già le idee chiare, complimenti!
Spero che non ti spaventerai troppo quando verrà a trovarti zio Brunetta.


Ma soprattutto voglio farti un augurio: spero proprio che tua mamma non abbia ragione quando dice che è "molto più difficile essere una brava madre che un buon ministro ".
Sarebbe un disastro per te!


In bocca al lupo.



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mercoledì 11 novembre 2009

Il Consiglio Provinciale di Siracusa approva un ordine del giorno a sostegno dei Precari della scuola


giornaledisiracusa.it

Applicazione dei contratti a tempo indeterminato, abolizione del rapporto di un insegnante ogni due alunni diversamente abili, imposizione di un tetto di venti unità al numero massimo di alunni per classe. Sono queste alcune delle più importanti proposte nell’ordine del giorno votato ieri sera dal consiglio provinciale di Siracusa a sostegno della vertenza dei precari della scuola. Il documento, che sintetizza gli interventi precedenti dei consiglieri provinciali, Francesco Saggio e Alessandro Acquaviva, è stato approvato all’unanimità e sarà inviato questa mattina a tutti i consigli provinciali d’Italia, con l’intento di farne condividere i principi.
L’ordine del giorno votato ieri contiene anche la proposta complessiva della commissione consiliare competente che, in particolare, sollecita la Regione a riformulare l’accordo che l’ha vista protagonista sull’attuale drammatica situazione. Nello specifico, il documento approvato dal consiglio provinciale propone la trasformazione dei contratti a tempo determinato in contratti a tempo indeterminato per gli incarichi su posti vacanti; propone l’abolizione del rapporto di insegnante ogni due alunni diversamente abili al fine di migliorare gli interventi educativi didattici e quelli volti all’integrazione scolastica e sociale; propone ancora un tetto di venti unità al numero massimo di alunni per classe; chiede l’utilizzo delle graduatorie ad esaurimento per il conferimento degli incarichi annuali delle supplenze brevi e dei contratti di disponibilità e, infine, chiede la modifica della normativa riguardante la scuola primaria.

Su proposta di Gianni Briante, il consiglio provinciale di ieri sera ha affrontato anche l’ordine del giorno sull’Alberghiero di Siracusa. Su questo argomento sono intervenuti i consiglieri Paolino Amato, Rosario Di Lorenzo, Carmelo Spataro, Alessandro Acquaviva e Liddo Schiavo, che hanno sostenuto l’improrogabilità di una decisione da parte dell’Amministrazione provinciale, anche alla luce del recente provvedimento di sfratto che pesa sull’immobile di viale Scala Greca. Anche per questa ragione, vista l’assenza in aula del presidente della Provincia, l’sssemblea si è aggiornata sulla votazione di questo ordine del giorno e degli altri rimasti in elenco a lunedì prossimo alle 19.

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lunedì 9 novembre 2009

...e la Gelmini continua a perdere!


Ancora una volta la Giustizia Amministrativa condanna il "metodo" Gelmini. Alla Ministra non resta che truccare le carte con la conversione in legge del decreto 134/09 "salva precari" (sic!).


Probabilmente sarà posta la fiducia. Se così non fosse quegli onorevoli del centrodestra che si sono dichiarati vicini alle tribolazioni dei precari avranno l'occasione per dimostrarlo votando contro. Lo faranno? (domanda retorica).

da ilsole24ore.com

Nuovo round a favore dei docenti precari nel contenzioso sul'inserimento nelle graduatorie provinciali a esaurimento. All'inizio di ottobre, un prima pronuncia del Tar Lazio ordinò al ministero dell'Istruzione di inserire nelle graduatorie gli insegnanti supplenti "a pettine" - cioè sulla base del punteggio ottenuto - e non in coda: e già da domani i primi 300 precari cominceranno a entrare nelle "liste" provinciali con questa modalità.

Adesso, lo stesso Tar ha accolto nuove richieste per inserire in base al punteggio altri 7.000 docenti. Mentre, dunque, la maggioranza in Senato stringe i tempi per la conversione in legge entro il 24 novembre del Dl 134/09 salva-precari - che renderebbe inefficace l'ordinanza del 9 ottobre del Tar Lazio che ha disposto il commissariamento "ad acta" del Miur se non verrà rispettato il principio dell'inserimento a pettine - gli stessi giudici amministrativi hanno confermato l'interpretazione avviando ulteriori 13 procedure di commissariamento nei confronti del ministero dell'Istruzione.

Altra vittoria "di tappa", dunque, del sindacato Anief, Associazione nazionale insegnanti ed educatori in formazione, promotore dei ricorsi che hanno visto anche condannare il Miur al pagamento delle spese di lite, pari a 65.000 euro, anche se il braccio di ferro potrebbe preannunciarsi lungo e denso di ulteriori ricorsi.
Dal ministero cercano di gettare acqua sul fuoco spiegando che il decreto salva-precari, una volta approvato, annullerà gli effetti anche di queste decisioni così come della precedente. Intanto, però, proprio in base all'ordinanza del 9 ottobre scorso, l'inserimento bocciato dal ministero dovrà iniziare domandi perché, trascorso un mese senza che sia realizzato quando stabilito, il Tar ha già nominato il dirigente generale della Funzione pubblica, Luciano Cannerozzi de Grazia, quale commissario delegato a dare esecuzione alla decisione.

Sempre domani i docenti affiliati all'Anief diserteranno le classi per una giornata di sciopero proclamata anche «per garantire al personale precario gli stessi diritti del personale di ruolo come una direttiva del 1999 dell'Europa ci impone» spiega Marcello Pacifico, presidente Anief. «Speriamo - conclude Pacifico - che questa ennesima pronuncia della giustizia amministrativa sia finalmente da stimolo per una corretta gestione delle graduatorie ad esaurimento, nel rispetto delle più elementari regole del buonsenso, della nostra legislazione e della nostra Costituzione».

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venerdì 23 ottobre 2009

“Arrivederci Gelmini, vado a insegnare in Africa”

da rassegna.it

Caro Ministro,
voglio confidarLe una cosa: sono stanco.


Sono stanco di sperare nella buca della posta, in attesa di una convocazione che, già so, non arriverà mai prima della metà di ottobre (quest’anno men che mai). O almeno le mie personali statistiche, accumulate in un decennio di insegnamento precario, dicono questo. Dicono anche, quando la convocazione arriva, che non durerà molto, e chissà quando ne arriverà un’altra. E chissà quando arriveranno i soldi. Quando va bene, la media è due mesi dalla scadenza del contratto.

Sono stanco al sol pensiero di ricominciare un altro anno scolastico con questi presupposti. Il sol pensiero, alcuni giorni, mi toglie quel sorriso che, per natura e per una fortuna caratteriale, assaporo la mattina quando apro gli occhi. Il mio solito buonumore, da qualche anno, comincia a dissolversi con il dissolversi dell’estate, con l’incombere della riapertura delle scuole. Ma non perché non abbia voglia di lavorare, anzi, esattamente per il motivo opposto: perché avrei voglia di lavorare, di svolgere il lavoro che sento di saper fare (e di voler fare) tra tutti quelli che sono costretto a mettere insieme per guadagnarmi un’esistenza dignitosa.

Diciamo decente.

Sono stanco, quando finalmente una supplenza arriva, di firmare contratti di venti, massimo quaranta giorni, senza mai avere la possibilità di organizzare un programma didattico completo, sempre in bilico, aggrappato a un rinnovo di cui nulla si sa, se non all’ultimo momento.

Sono stanco di lasciare una classe alla quale mi affeziono, con la quale comincio a condividere una parte della mia vita che poi devo interrompere a bruciapelo, da un giorno all’altro.

Sono stanco di subire i conseguenti sbalzi di umore.

Sono stanco di inventarmi in continuazione altri lavori per sopravvivere.

Sono stanco, con tutto il rispetto, di ascoltare la sua voce, e di leggere le sue interviste. Mi sembra tutto così lontano. Così falso. Così illogico. Oddio, mettendomi nei Suoi panni mi rendo conto che una logica ce l’ha. Il succedersi degli eventi e le cifre che ne scaturiscono parlano chiaro. Al momento del Suo insediamento, raccontano alcune cronache, Le è stato chiesto di recuperare attraverso il Suo dicastero una parte dei soldi utili ad accontentare altri dicasteri ritenuti più importanti (mi chiedo: c’è qualcosa di più importante per un paese della pubblica istruzione?). E lei, diligentemente, ha eseguito il compito assegnatoLe. Il che, numericamente tradotto, significa otto miliardi di euro da rastrellare entro tre anni, recuperabili attraverso il taglio di oltre 130.000 posti di lavoro, aumentando il numero di studenti nelle classi, spazzando via dalle graduatorie una quantità impressionante di insegnanti, o aspiranti tali, abolendo di fatto la cosiddetta “terza fascia”.

Senza dimenticare di strizzare l’occhio alle scuole private, e alla richiesta di rendere centrale e obbligatoria l’ora di religione da parte di chi, in teoria, dovrebbe occuparsi di un altro Stato, non di quello italiano.

Sono stanco di vedere, Lei non ci crederà, i miei colleghi (o aspiranti tali) arrampicarsi sui cornicioni o girare davanti agli ingressi delle “loro” scuole in mutande, per manifestare tutta la loro disperazione. Non riesco più a vederli, neanche in televisione. E non riesco più a guardarli dritto negli occhi, quando mi capita di incontrarli.

Come avrà intuito, Ministro, sono piuttosto stanco. Così ho deciso di riposarmi un po’, ma allo stesso tempo di rimanere attivo (dovessi sentirmi dire anche da Lei che sono un “bamboccione”, o peggio, un “fannullone”).

Ecco perché ho deciso, ancora una volta, di partire.

Qualche tempo fa, in una delle tante pause tra una convocazione e l’altra, ho accettato la proposta di una rivista per un reportage nel sud di Dakar, in un villaggio dove alcuni italiani di buona volontà hanno costruito un centro di accoglienza per bambini, nel quale insegnano loro il francese, lingua nazionale, dandogli in questo modo la possibilità di un futuro. Alla fine della mia permanenza il direttore del centro mi disse: “Sto seguendo quello che accade nel nostro paese. Se non la fanno insegnare in Italia, qui di insegnanti ne abbiamo bisogno come il pane...”.

Ebbene, nei prossimi mesi insegnerò in Africa.

Mi creda, caro Ministro, non è una scelta così coraggiosa come potrebbe apparire. Ci si sente bene, aiutando persone che hanno bisogno di te, e che apprezzano immensamente quanto tu sei pronto a fare per loro. Ci si sente meglio. Ci si addormenta senza patemi; e la mattina, quando apri gli occhi, torna il sorriso. Torna quel buonumore di cui sopra. E poi ho pensato, con un pizzico di perfidia, che in un certo senso questa scelta avrebbe fatto piacere anche a Lei, Ministro, e al governo che Lei rappresenta. Due piccioni con una fava, almeno per qualche tempo: un disoccupato in meno, un precario di meno, che inoltre va pure a insegnare in Africa. Magari così restano nel loro paese, invece di arrivare nel nostro. La invito quindi a considerare questa mia trasferta africana non solo come un’importante e ulteriore esperienza didattica che, ne sono sicuro, migliorerà la qualità del mio insegnamento, ma anche come una forma di protesta nei Suoi confronti. Una protesta individuale, inevitabilmente poco efficace, originale ma poco pratica.

Il fatto è, come ho cercato di spiegare, che sono stanco. Mentalmente stanco. E non riesco a sostare con le tende in viale Trastevere, davanti al Suo dicastero, né a partecipare alle infinite manifestazioni che si moltiplicheranno in questi mesi. Da questo punto di vista ha vinto Lei, almeno contro di me.

Una collega mi ha rimproverato: “Così ci lasci da soli, e il Ministro non saprà mai della tua forma di protesta. Quello che stai facendo, per quanto mi riguarda, è del tutto inutile”. Le parole della collega mi hanno scosso, un po’ anche ferito. E forse sono state soprattutto quelle parole a convincermi che forse era arrivato il momento di scriverLe questa lettera. Perché ormai ho preso la mia decisione: e il mio bagaglio, leggero come la libertà, è
praticamente pronto.

Arrivederci Ministro, dunque. Arrivederci a quando il vento dell’oceano avrà d’incanto portato via la mia stanchezza. Arrivederci a presto. Molto presto.

Cordialmente
Emiliano Sbaraglia
Emiliano Sbaraglia, l’autore di questa lettera, ha pubblicato da poco un libro sulla sua esperienza di insegnamento precario. La scuola siamo noi (Fanucci)





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L'assessore Leanza riceve i precari per un minuto e trenta solo per dichiarare la sua impotenza!

Interessantissimo resoconto della protesta del 23 a Catania e dell'incontro con l'assessore Leanza che ne è scaturito.
Tratto da step1.it

Dopo il corteo dei precari della scuola, una delegazione dei precari della scuola, che da mesi occupano il Provvedidotato, viene ricevuta in Prefettura dall’assessore regionale Nicola Leanza. Meno di due minuti per dichiarare l’impotenza delle istituzioni locali di fronte ai tagli della Gelmini. E per accendere ancora di più la rabbia dei manifestanti 


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mercoledì 21 ottobre 2009

Mentre Tremonti blatera di posto fisso (subito spalleggiato da Berlusconi) la destra vota alla camera un decreto per il quale "i contratti per le supplenze non possono in alcun caso trasformarsi in rapporti di lavoro a tempo indeterminato"

Come avevamo previsto la demagogica uscita di Tremonti sul posto fisso viene puntualmente e tempestivamente contraddetta dai fatti.
Il "decreto precari" della Gelmini prevede nel suo primo articolo che i contratti per le supplenze "non possono in alcun caso trasformarsi in rapporti di lavoro a tempo indeterminato e l'immissione in ruolo".
E per evitare che un emendamento contrario a questo comma presentato dall'opposizione venga accolto deputate incinte e onorevoli azzoppati vengono precettati in tutta fretta.
Di seguito la cronaca della convulsa giornata di lavori parlamentari presa da repubblica.it.

Scuola, bagarre alla Camere
Decreto precari salvo per 2 voti

E' bagarre alla Camera sul decreto precari della scuola. Antonello Soro, Pd, si scaglia verso la presidenza urlando. Il collega della Lega Massimo Polledri scavalca il suo banco per buttarsi su Soro. Il clima si surriscalda; intervengono i commessi. Il presidente dell'assemblea ha difficoltà a mantenere la calma. La proposta della maggioranza rischia di naufragare per colpa delle assenze. Alla fine l'emendamento presentato dalla minoranza viene bocciato per due soli voti grazie al frettoloso rientro in aula di una deputata leghista incinta.

L'esame del provvedimento proseguirà domattina. Sebbene il relatore abbia assicurato che tra le forze politiche "c'è spirito di collaborazione", non è del tutto escluso che il governo alla fine non blindi il decreto con la fiducia.

Il comma della discordia, il numero 1, prevedeva che i contratti per le supplenze "non possono in alcun caso trasformarsi in rapporti di lavoro a tempo indeterminato e l'immissione in ruolo". L'opposizione compatta - Pd, Idv e Udc - aveva chiesto l'abolizione del comma e quando la discussione era giunta alla conclusione e la Camera doveva passare al voto dell'emendamento, è scoppiata la rissa.

Malgrado nell'emiciclo di Montecitorio votino cinque ministri ed altrettanti sottosegretari, i banchi della maggioranza sono sguarniti (il Pdl ha 20 assenti, la Lega 4). L'opposizione pregusta "l'affondamento" del decreto Gelmini, ma il vicepresidente della Camera Maurizio Lupi, Pdl, lascia parlare sull'ordine del giorno Massimiliano Fedriga, Lega. E' allora che il capogruppo del Pd Antonello Soro si scaglia verso il banco della presidenza urlando: "Non può parlare, c'è la votazione. Questo è un tentativo per permettere a qualche deputato di centrodestra di rientrare in Aula a votare". Anche Massimo Polledri, Lega, scavalca il suo banco per buttarsi su Soro. Intervengono i commessi. Alla fine la presidenza apre la votazione, ma nel frattempo la deputata leghista Carolina Lussana, che è in stato interessante, riesce a raggiungere il suo scanno. L'emendamento viene bocciato con 269 sì, 271 no e 2 astenuti.


In Aula riprende il parapiglia. Soro attacca Lupi: "Lei ha fatto una scorrettezza senza precedenti. Il suo profilo di presidente della Camera è d'ora in poi inaffidabile". Lupi replica: "Non è vero. E' tutto corretto", ma è bagarre con urla e accuse reciproche, e in Aula entrano deputati con piedi rotti e stampelle, come Alessandro Rubens, Pdl.

La calma torna solo con l'arrivo di Gianfranco Fini. Il presidente della Camera chiede all'Assemblea di "trovare un momento di coesione e accordo". Applauso. A sera la presidenza annuncia che l'esame del decreto riprenderà domattina.

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martedì 20 ottobre 2009

Tremonti: posto fisso base della stabilità sociale. Ministro, sia conseguente: faccia assumere i precari (ad esempio quelli della scuola) oppure si dimetta!

Il Ministro Tremonti è noto per la sua capacità di sorprendere e spiazzare.
Questa volta però mi pare abbia esagerato!

Anche i bambini sanno che i tagli alla scuola della sua collega Gelmini sono frutto del piano di tagli tremontiano. Anche le pietre sanno che il vero artefice della "riforma" della scuola pubblica è lui, il ministro amico della Lega.

Adesso: venire a pigliarci per il..., in giro, dicendoci che "il posto fisso è la base su cui costruire la famiglia", dopo che a molte famiglie di precari è stata tolta ogni risorsa per poterle mandare avanti mi sembra francamente troppo!

Ministro, la vogliamo prendere sul serio: conduca a fianco nostro una battaglia per stabilizzare i "precari storici", coloro che da più di 3 anni hanno contratti a tempo determinato e ogni estate magicamente tornano ad essere disoccupati.

Dica assieme a noi che non è tagliando posti di lavoro e riempiendo le classi di più di 30 alunni che si migliora la qualità della scuola italiana.
Ci aiuti a riconquistare quel lavoro per il quale abbiamo investito tanto e che ci è stato tolto dal suo governo.

E se non verrà ascoltato, dimostri una dignità almeno pari a quella delle migliaia di precari che in silenzio sono emigrati al nord pur di continuare a lavorare nella scuola: si dimetta!

Altrimenti ci faccia la cortesia di tacere, che di parole a vanvera c'è ne sono già parecchie in giro!

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mercoledì 14 ottobre 2009

Un'altra tragedia sfiorata in Sardegna: crolla il solaio di una scuola elementare

Quanti avvenimenti di questo tipo devono succedere prima che ci si decida a mettere mano alla sicurezza nelle scuole italiane?
Mentre il capo del governo assicura che entro la fine dell'anno sarà iniziata la costruzione del ponte di Messina le scuole, dove tutti i giorni studiano i nostri figli e dove noi stessi andiamo ad insegnare, si sgretolano.
Con le risorse impiegate in quell'opera faraonica e dalla dubbia utilità quante scuole si potrebbero mettere in sicurezza?
Dobbiamo aspettare un'altra tragedia?

(unionesarda.it)

Il cartello appeso di fronte alla porta d'ingresso sa di beffa: «La scuola è più bella quando è sicura». Ma all'interno delle elementari di via Solferino il rischio era altissimo. Ed è solo per un miracolo se ieri non c'è stata una terribile tragedia. Il soffitto della prima C si è sgretolato durante la notte: oltre trecento chili di calcinaci hanno sepolto sedie, tavoli e piegato un banco in ferro. Se fosse accaduto durante la lezione sarebbe stata una strage.

IL CROLLO Dal soffitto dell'aula numero 21, al piano terra della storica scuola elementare, sono venuti giù quasi quindici metri cubi di mattoni sgretolati. Il ferro delle travi utilizzate per la copertura, secondo i primi accertamenti fatti dai vigili del fuoco, si è arrugginito col passare del tempo, si è gonfiato e ha provocato una sorta di esplosione dell'intonaco. I calcinaci sono venuti giù come una valanga in mezzo ai banchi. «In quest'aula studiano ventisette bambini: oggi ci sentiamo tutti miracolati - si sfoga il dirigente Gian Piero Enna - Questa scuola è stata costruita ottant'anni fa e ora ha necessità di un intervento radicale di sistemazione. A settembre comunque i tecnici del Comune di Oristano avevano fatto il classico sopralluogo che si ripete prima dell'inizio dell'anno scolastico. Ma non avevano rilevato nulla di strano». E invece il soffitto di molte classi stava per venire giù.

I PERICOLI Le aule ad altissimo rischio, all'interno delle elementari di via Solferino, sono almeno dieci. I vigili del fuoco ieri mattina hanno compiuto un primo controllo e hanno verificato che il soffitto di numerose stanze rischia di venire giù da un momento all'altro. «In questo caso possiamo davvero dire che si è sfiorata la tragedia - dice il comandante provinciale dei vigili del fuoco, Luciano Cadoni - La cosa strana è che la scuola è stata oggetto di diversi interventi di sistemazione e di tinteggiatura, anche di recente. Un edificio di quell'età presenta ovviamente segni di invecchiamento e i cedimenti sono possibili. In tanti altri punti dell'istituto abbiamo riscontrato rischi di crollo. In attesa dei lavori di consolidamento molte aule dovranno rimanere chiuse: prima di poterle riaprire bisogna verificare la situazione per bene e ovviamente rifare il soffitto». Da oggi intanto i trecento studenti faranno vacanza: venerdì sarà riaperto il primo piano, le aule del piano terra saranno off limits fino al termine dei lavori di ristrutturazione.

L'INCHIESTA Gli agenti della Squadra volante della Questura sono intervenuti quando i vigili del fuoco erano ancora al lavoro. Hanno interrogato il dirigente scolastico e hanno subito informato dell'episodio la Procura della Repubblica. Ora partono le indagini per verificare chi dovesse occuparsi della manutenzione dell'istituto scolastico e per accertare come mai nessuno si fosse reso conto del rischio. Le norme sulla sicurezza sono rigide e anche chiare, ma all'interno della storica scuola di via Solferino le regole non erano state rispettate. «Adesso dobbiamo attendere la relazione dei vigili del fuoco e solo in quel momento potremo chiarire tanti altri particolari dell'episodio - spiega il dirigente della Squadra volante, Gianluca Fargnioli - Prima di tutto dobbiamo verificare se all'interno della scuola erano rispettate tutte le norme sulla sicurezza o se ci siano state delle negligenze».
NICOLA PINNA

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lunedì 12 ottobre 2009

Gelmini: svelato un altro bluff!

(orizzontescuola.it)

Comunicato CGIL

"Ulteriori adempimenti per i precari e le scuole e nessuna risorsa aggiuntiva"

Il Miur ha pubblicato il 9 ottobre 2009 la nota 15266 con la quale fornisce indicazioni rispetto alla cosiddetta "convenzione INPS" per il personale precario della scuola.

La nota, che dovrebbe essere di chiarimenti, è oltremodo confusa e non fornisce alcuna indicazione pratica sulle modalità e la tempistica per accedere a tale convenzione.

L'unica cosa chiara è che la convenzione si applica solo a coloro che hanno i requisiti previsti dall'INPS per l'accesso all'indennità di disoccupazione.

Quindi nessuna risorsa aggiuntiva ma semplicemente una diversa modalità di corresponsione dell'indennità che comunque sarebbe spettata ai lavoratori licenziati.
Altro che i grandi annunci dei giorni scorsi: non si è ampliata la platea dei destinatari del sussidio di disoccupazione, come da noi richiesto, ma si è semplicemente intervenuti su come viene pagata a coloro che ne hanno già diritto.

In più la circolare non riporta il testo della convenzione, né le istruzioni impartite alle scuole e chiede ulteriori adempimenti alle scuole e ai lavoratori senza fornire indicazioni chiare.

Dalla nota sembra di capire che coloro che presentano la domanda per i "contratti di disponibilità" debbano anche presentare quella di disoccupazione, per il tramite della scuola, o comunicare di avere già presentato all'INPS la domanda stessa.

A procedura già avviata questo ulteriore adempimento comporta difficoltà e costi per gli aspiranti oltre a imporre ulteriori oneri alle scuole che non sono neanche informate di tali procedure.

La risposta che questo Governo fornisce ai precari licenziati oltre ad essere iniqua e insufficiente, come abbiamo ribadito anche in occasione dell'audizione in Parlamento, è anche vessatoria nei confronti dei lavoratori ed interferisce pesantemente sulla funzionalità delle segreterie scolastiche, già ridotte all'osso dai tagli.

Nell'incontro previsto per il prossimo 15 ottobre al Ministero ribadiremo le nostre posizioni e chiederemo di definire misure organiche e chiare a tutela di tutti i lavoratori licenziati, senza discriminazioni, né di tipologia contrattuale né di appartenenza geografica.

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domenica 11 ottobre 2009

La Gelmini rischia il commissariamento!

(unita.it)
Entro un mese, il ministero dell'Istruzione dovrà inserire "a pettine" (sulla base del punteggio ottenuto) nelle graduatorie provinciali un centinaio di insegnanti supplenti. Lo ha deciso il Tar del Lazio accogliendo una richiesta dell'Associazione nazionale insegnanti ed educatori in formazione (Anief) e da circa 70 insegnanti.

Trascorso questo periodo senza che sia realizzato quanto stabilito, i giudici hanno già nominato un commissario, il dirigente generale della Funzione pubblica Luciano Cannerozzi, che dovrà realizzare quanto deciso.

I ricorrenti, tutti insegnanti-supplenti Anief, si dolevano del fatto che erano stati inseriti "in coda", anzichè rispettando il proprio punteggio, nell'aggiornamento delle graduatorie fatto dal ministero.

La questione non finisce qui; sono in fase di definizione (si attende la calendarizzazione delle udienze) numerosi altri ricorsi proposti.

La III sezione bis del Tar, presieduta da Evasio Speranza, ha accolto la richiesta dell'associazione, dando esecuzione all'ordinanza con la quale il 5 giugno scorso aveva sospeso la parte del decreto ministeriale che, integrando e aggiornando le graduatorie, aveva tra l'altro stabilito che il personale che aveva indicato nella richiesta di iscrizione «ulteriori tre province in cui figurare in graduatoria per il biennio 2009-2011», sarebbe stato «collocato in posizione subordinata (in coda) al personale incluso in III fascia, nel rispetto della fascia in cui è inserito, con il punteggio e tutte le altre situazioni personali conseguiti nella provincia di appartenenza».

Il Tar, considerando "fondata" la richiesta di esecuzione della sua precedenza ordinanza, ha assegnato «30 giorni entro il quale l'amministrazione soccombente dovrà dare puntuale esecuzione all'ordinanza medesima mediante istruzioni agli uffici scolastici periferici di disporre l'inserimento 'a pettinè dei ricorrenti nelle graduatorie provinciali, inserendoli nella fascia d'appartenenza e con il punteggio acquisito e aggiornato nella graduatoria provinciale di attuale iscrizione».

In caso di non ottemperanza, sarà il dirigente generale della Funzione pubblica a provvedere «in via sostituiva ad adempiere al dictum giudiziale».

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venerdì 9 ottobre 2009

Crolla (per fortuna di notte) il tetto della scuola elementare di Milis (Oristano)

Mentre si continuano a tagliare risorse alla scuola pubblica e si destinano i soldi della collettività alla realizzazione di opere faraoniche e sostanzialmente inutili (vedi Ponte di Messina), i nostri figli continuano quotidianamente a rischiare la vita!


(L'Unione sarda.it) Per fortuna il tetto è venuto giù durante la notte, altrimenti sarebbe successo qualcosa di grave, ieri mattina, nella scuola elementare di Milis. Una parte della copertura dell'edificio ha ceduto e prima dell'inizio delle lezioni gli insegnanti si sono resi conto di quello che era successo. E subito è scattato l'allarme.

IL CROLLO Il solaio non ha retto e in un'ala dell'istituto c'è stata una pioggia di intonaco e mattoni. Il danno all'edificio è consistente, ma al momento del crollo la scuola era chiusa e non ci sono stati grossi pericoli per i ragazzi. Ieri mattina comunque gli studenti hanno utilizzato soltanto alcune aule, ma da oggi le classi saranno trasferite in un altro edificio. Sul posto hanno lavorato per tutta la mattina i vigili del fuoco che hanno rimosso le parti pericolanti e messo in sicurezza le stanze vicine. 


ALUNNI TRASFERITI I tecnici del comando provinciale hanno verificato che l'edificio non corre rischi di stabilità, ma alla fine il sindaco ha deciso che da oggi le aule delle elementari rimarranno vuote. «Gli alunni saranno ospitati nell'edificio della scuola media, tanto c'è posto per tutti - spiega il primo cittadino - Diciamo che è un provvedimento per tutelare i bambini, anche se i vigili del fuoco ci hanno assicurato che la scuola non è a rischio. Le strutture portanti non sono state danneggiate». L'edificio che ospita le elementari non è nuovissimo e l'amministrazione comunale aveva già programmato un intervento di ristrutturazione. «Dopo questo episodio ovviamente la procedura sarà accelerata e nel giro di qualche mese contiamo di risistemare la scuola - aggiunge il sindaco Antonio Mastinu - Per fortuna comunque non è successo nulla di grave, certo c'è stato un po' di spavento, ma per fortuna nulla di più». 


LA SICUREZZA L'episodio di Milis ripropone il problema della sicurezza negli edifici scolastici della provincia di Oristano. Molti istituti ancora non sono a norma e all'interno sono necessari urgenti interventi di ristrutturazione. Ma le amministrazioni locali non hanno le risorse necessarie. Altro problema, per le scuole dell'Oristanese, è anche quello dell'amianto: in molte strutture muri e coperture sono ancora in eternit.


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giovedì 8 ottobre 2009

Il Coordinamento dei Comitati Precari della Scuola aderisce allo sciopero dei lavoratori metalmeccanici del 9/10/2009

Il Coordinamento Precari Scuola comunica l’adesione allo sciopero indetto dalla Federazione Italiana Operai Metalmeccanici per venerdì 9 ottobre. In un Paese governato da una classe politica che nega l’esistenza della crisi economica, i lavoratori di tutte le categorie vedono peggiorare di giorno in giorno le proprie condizioni professionali e di vita. La volontà di contrastare la crisi e il processo di impoverimento del lavoro dipendente - quello che finanzia lo stato attraverso le tasse - è solo uno degli elementi che ci affratella agli operai metalmeccanici.

E’ necessario uscire dalla crisi attraverso la valorizzazione e non la penalizzazione del mondo del lavoro, superare la precarietà come elemento strutturale dell’odierno sistema produttivo e delineare nuovi orizzonti di cittadinanza politica e sociale.
Consideriamo questi elementi come fondanti le ragioni di una nuova stagione di conquiste civili e sociali. In un paese stordito da modelli sociali devianti e dall’informazione-spazzatura, le lotte dei lavoratori metalmeccanici costituiscono un momento di riscatto per tutti i cittadini che aspirano ad un futuro di dignità e libertà.

Tutti noi conserviamo con affetto e speranza le immagini della resistenza - eroica e vittoriosa - degli operai dell’Innse di Milano, protagonisti di una straordinaria lotta per il lavoro e la dignità professionale.
Anche noi precari della scuola siamo costretti ad intervenire pubblicamente con iniziative eclatanti. In tutta Italia gruppi di precari hanno occupato scuole e provveditorati.
Durante il mese di settembre, prima ancora dell’inizio dell’anno scolastico, noi insegnanti precari di Roma abbiamo costruito un presidio permanente davanti al Ministero dell’Istruzione per denunciare la gravità delle scelte effettuate dalla Gelmini contro tutto il mondo della scuola pubblica. I tagli di 8 milioni di euro e i 120mila licenziamenti in tre anni non colpiscono solo gli insegnanti. Le politiche del Governo depauperano il mondo della scuola e costituiscono un elemento di impoverimento di tutta la società italiana.

Nelle imprese metalmeccaniche come nella scuola pubblica le politiche di bilancio sono il mezzo e il fine per delineare un nuovo assetto di gestione delle risorse umane.
La difesa del contratto collettivo nazionale di lavoro effettuata dalla Fiom ha il nostro totale consenso e ricalca le ragioni che i precari della scuola stanno avanzando in merito ai contratti di disponibilità. Quest’ultimo arnese contrattuale partorito dal Ministro Gelmini si delinea come un elemento che divide il mondo dei precari della scuola, crea tensioni fra lavoratori e, infine, porta i germi della differenziazione salariale fra regioni d’Italia. Consapevoli della necessità dell’unità del mondo del lavoro, dell’importanza della scuola pubblica per tutti i cittadini e, ancor di più, per i figli dei lavoratori, ci stringiamo attorno agli operai e alle loro rivendicazioni di qualità del lavoro, di diritti sociali, di democrazia.


Per questo, con la nostra ricchezza di maestre, professori, personale scolastico, saremo in piazza a sostegno di chi rappresenta la parte migliore di questo Paese.

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mercoledì 7 ottobre 2009

Accolta la causa presentata da 300 precari contro «l'abuso di contratto a tempo determinato»


(corriere.it)
I precari della scuola - insegnanti, ma anche personale amministrativo, tecnico ed ausiliario assunti per un lungo periodo con contratti a tempo determinato all'inizio di ogni anno scolastico - hanno diritto all'indennità di carriera: in caso contrario lo Stato deve risarcirli della parte non ricevuta con i dovuti interessi. A stabilirlo è stato il giudice del lavoro di Treviso, che ha così reputato pertinente la causa presentata al ministero dell'Istruzione dai legali della Uil Scuola locale per tutelare i diritti di 300 lavoratori scolastici a seguito di quello che hanno definito un «abuso di contratto a tempo determinato» perpetrato nei loro confronti. La sentenza del giudice non lascia spazio ad interpretazioni ambigue e «condanna il Ministero - si legge nella sentenza - a risarcire in favore della parte ricorrente il danno da individuarsi nella differenza fra quanto è effettivamente percepito e quanto avrebbe dovuto percepire se i periodi di lavoro effettivamente prestati fossero stati da subito regolati secondo la disciplina del contratto a tempo indeterminato».

ADEGUAMENTO - Si tratta di personale scolastico che lavora nella scuola da diverso tempo: molti da 5, 10 e addirittura 20 anni. Non avendo potuto presentare domanda di "ricostruzione di carriera", possibilità riservata per legge solo a chi ha sottoscritto un contratto a tempo indeterminato, si sono rivolti così al giudice del lavoro chiedendo un adeguamento dello stipendio con le stesse modalità. Adeguamento che a questo punto dovrebbe essere riconosciuto, salvo improbabili sorprese, anche agli altri 270 docenti ed Ata. Altri 200 precari, stavolta solo collaboratori scolastici, hanno preferito ricorrere per chiedere di essere risarciti per i mesi di luglio ed agosto indebitamente sottratti, sostengono, poiché i posti su cui sono stati nominati erano privi di titolare. La sentenza del giudice del lavoro dovrebbe essere emessa nei prossimi giorni.

PRECEDENTE - Qualora la sentenza dal giudice del lavoro veneto dovesse essere confermate (è probabile che il Miur ricorra) potrebbe creare un precedente importante: sarebbe infatti potenzialmente "allargabile" ad un quantità di precari molto più corposa: ogni anno oltre 100.000 docenti e 60.000 Ata firmano un contratto a tempo determinato sino al termine delle attività didattiche o alla fine dell’anno scolastico.

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sabato 3 ottobre 2009

SCUOLA: APPELLO ALLE BR, PRECARIO DENUNCIATO AD AGRIGENTO. LO STATO ITALIANO FORTE CON I DEBOLI E DEBOLE CON I FORTI (SCUDO FISCALE)?

Chi semina odio raccoglie odio: solo così si può commentare tale notizia.
A chi ci ha dipinto come fannulloni, peso inutile per le casse dello Stato, responsabili principali dello sfascio della scuola italiana non si possono certo mandare fiori e baci perugina.
Certo, la provocazione del collega precario è un po' forte, ma io la vedo per quello che è: un'uscita fuori dalle righe di una persona disperata. In un'Italia dove chi porta i propri soldi all'estero per evadere il fisco viene "premiato" con la porcheria dello scudo fiscale è paradossale che a rischiare la galera sia un povero precario disperato che ha perso il lavoro.
C'è veramente di che vergognarsi!

Di seguito la notizia AGI News:

"Appello di tutti i precari alle Brigate Rosse. Colpite i politici responsabili dei tagli". E' questo il contenuto di un volantino che la polizia ha trovato sul sedile dell'automobile di un insegnante precario quarantenne di Agrigento appena licenziato a seguito dei tagli alla scuola. L'uomo e' stato denunciato alla Procura della Repubblica di Agrigento per apologia di reato. L'uomo e' stato fermato dalla Polizia per un normale controllo in via Imera nel centro della citta'. Il volantino, che e' stato sequestrato, riproduce anche il simbolo della Brigate Rosse con la caratteristica stella a cinque punte.


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venerdì 2 ottobre 2009

Sentenza del Consiglio di Stato boccia la Gelmini: Scuole nel caos. Un solo grido: DIMISSIONI!

(repubblica.it)
Graduatorie dei precari nel caos e balletto di supplenti in vista. Il Consiglio di Stato, dando ragione a migliaia di supplenti che si sono rivolti alla giustizia amministrativa, ha dichiarato illegittimo il provvedimento che ha creato le cosiddette "code" nelle graduatorie ad esaurimento. L'inserimento in graduatoria, quindi, deve avvenire "a pettine", cioè secondo il punteggio. Il che significherà rifare tutte le graduatorie a tempo di record.

"Riteniamo - dichiara Marcello Pacifico, presidente dell'Anief (l'Associazione nazionale insegnanti ed educatori in formazione), che ha patrocinato quasi tutti i ricorsi - che il ministro Gelmini debba annunciare l'emanazione di una nota correttiva che ordini all'amministrazione periferica di adeguarsi alle pronunce della magistratura. In caso contrario - continua Pacifico - ci penserà il Tar Lazio che il 9 ottobre si dovrà pronunciare su un ricorso ad hoc promosso dall'Anief per l'ottemperanza delle ordinanze e la nomina di un commissario ad acta".

Lo scorso mese di aprile, il ministro dell'Istruzione ha firmato un decreto per l'aggiornamento delle graduatorie dei precari che conteneva una sostanziale novità rispetto al passato: graduatorie nella sostanza bloccate per due anni e possibilità di inserimento soltanto in coda su tre province oltre quella di appartenenza. Anche se nessuno lo ha mai ammesso, il provvedimento tendeva a tutelare i precari delle regioni settentrionali spesso scalzati nelle immissioni in ruolo e nell'attribuzione delle supplenze più lunghe dai colleghi meridionali, con più anni di precariato e con più punti. Infatti, non potendosi spostare in un'altra provincia i precari meridionali, collocati in coda anche se con un punteggio superiore, possono esser nominati soltanto dopo i colleghi autoctoni.

L'Anief aveva subiti rilevato l'incongruenza della norma e, rispetto all'inserimento in graduatoria in base al merito (e quindi al punteggio), si era rivolta al Tar che in più occasioni si è pronunciato a favore di questa tesi. Ma il ministero dell'Istruzione, spiegano gli interessati, "ha emanato nel luglio una nota invitando gli Uffici scolastici provinciali e regionali a non adeguarsi alle ordinanze della magistratura amministrativa procedendo alle assegnazioni delle immissioni in ruolo e delle supplenza annuali dalle graduatorie di coda in spregio a ogni principio meritocratico in attesa dell'udienza del Consiglio di Stato".

Cosa accadrà adesso? Se la sentenza del Consiglio di stato verrà applicata, gli 8 mila insegnanti immessi in ruolo ad agosto ora potrebbero vedersi revocata la nomina. Stesso discorso per i supplenti nominati prima dell'avvio dell'anno scolastico. Insomma: l'ostinazione del ministero potrebbe gettare nel caos l'intera scuola italiana, costretta ad un balletto di supplenti senza precedenti ad anno scolastico ampiamente iniziato. "Finalmente si può mettere la parola fine a un brutto caso di mala amministrazione che ha sprecato il denaro dei contribuenti per far prevalere una visione distorta della nostra storia nazionale", conclude Pacifico.

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giovedì 1 ottobre 2009

No alle divisioni: lottiamo tutti insieme per un solo obiettivo!

Anche i precari si dividono: il 3 ottobre in piazza con due cortei
 (tecnicadellascuola.it)

Il primo, con Flc-Cgil e Gilda, passerà per piazza del Popolo, dove una delegazione verrà chiamata a parlare sul palco Fnsi allestito in difesa della libertà di stampa. Cobas, Sdl Intercategoriale, RdB ed alcune associazioni di precari, in disaccordo con la scelta di unire le due proteste, partiranno invece da Termini e tireranno dritto fino al Miur. Difficile che si trovi una mediazione.

Comunque vada la manifestazione dei precari del 3 ottobre ha confermato un dato: associazioni e sindacati di categoria pur essendo tutti d’accordo sulla necessità di sostenere la causa dei precari, vittime di una imperante strategia governativa tagli-posti, continuano di certo a non brillare per l’unitarietà.

Alla mancata adesione all’iniziativa del ‘Coordinamento precari’, da parte di alcuni dei sindacati più rappresentativi (non ci saranno Cisl e Uil Scuola, oltre che lo Snals), negli ultimi giorni si sono aggiunte risposte diversificate sulla decisione se unire il corteo a quello che si svolgerà in contemporanea per difendere la libertà di informazione. Le prese di posizione sono state così nette da portare alla realizzazione di due cortei distinti.
Il primo è quello sancito il 24 settembre, quando il ‘Coordinamento precari scuola’, dopo aver valutato a fondo la situazione, è giunto alla decisione di far partire i manifestanti - tra cui ci saranno rappresentanti della la Flc-Cgil, della Gilda e di diverse associazioni, come quelle studentesche quali l’Uds e la Rete degli studenti - da piazza della Repubblica alle 14,30. Per poi farli passare, esattamente un’ora dopo, a piazza del Popolo, dove una loro delegazione verrà chiamata a parlare sul palco della manifestazione in difesa della libertà di stampa organizzata dalla Fnsi. Una decisione che ha quindi superato l'iniziale contrarietà espressa contro i vertici della Federazione nazionale della stampa, i quali a seguito dell'uccisione dei sei parà a Kabul aveva deciso di posticipare la manifestazione per difendere la liberà di informazione proprio al pomeriggio del 3 ottobre. "Il percorso – ha spiegato una nota emessa dal Cps - è stato democraticamente deliberato dai comitati locali e dalle associazioni che ne fanno parte che si sono espresse". Terminato l'intervento in piazza del Popolo, i manifestanti di recheranno davanti al Miur.

L'altra manifestazione partirà invece da piazza dei Cinquecento alle 15,00, davanti alla stazione Termini: i partecipanti non passeranno per piazza del Popolo, ma tireranno dritto per viale Trastevere. Il secondo corteo, a cui si sono uniti Sdl Intercategoriale e RdB, sarà guidato dai Cobas e da alcuni comitati locali dei precari: componenti, a cominciare da quello di Salerno che in agosto diede il via alle proteste dei precari in piazza, chiaramente in disaccordo con la linea nazionale del Cps. Secondo Piero Bernocchi, coordinatore di Cobas, non poteva andare diversamente: "il tentativo di convogliare i precari nella manifestazione della Fnsi dimostra una fondamentale divergenza tra le forze in campo rispetto alla riapertura del conflitto in Italia, allo sviluppo di esso e dei movimenti di lotta per la giustizia sociale e gli interessi materiali dei salariati e dei settori popolari e giovanili. Non possono esserci connessioni di alcun tipo tra le due iniziative".

Il risultato è che la scelta di sfilare con due distinte mobilitazioni non rafforza di certo le richieste dei precari. Così sino all’ultimo alcuni organizzatori dell’iniziativa cercheranno di mediare cercando di sanare la scissione. Tra questi figura il ‘Coordinamento precari di Catania’ che ha espresso “ferma volontà di evitare il rischio che si svolgano due cortei paralleli di precari della scuola che condividono gli stessi obiettivi”. L’organizzazione siciliana “chiede accoratamente che si svolga un unico corteo ‘unitario di precari della scuola’ avente come meta il Miur attraverso un percorso interamente autorizzato, con l'invio di una folta delegazione a piazza del Popolo per l'importantissimo intervento alla manifestazione per la libertà di stampa, corteo da effettuarsi senza bandiere sindacali o di partito ma solo con le bandiere dei movimenti dei precari, per conservare uno spirito di movimento autonomo e auto-organizzato”.  Una richiesta, probabilmente alla base della divisione, che difficilmente avrà seguito: alla manifestazione ci saranno anche dei partiti, in prevalenza extra-parlamentari, che difficilmente accetteranno di sfilare senza simbolo.

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lunedì 28 settembre 2009

La Cgil aderisce alla manifestazione nazionale dei Comitati precari scuola

Vincenzo Delli Veneri, segretario provinciale della Federazione Lavoratori della Conoscenza – Cgil di Benevento, informa che sabato 3 ottobre a Roma si terrà una manifestazione nazionale indetta dai Comitati dei lavoratori precari della scuola.

L’appuntamento è a partire dalle 14,30 in Piazza della Repubblica da dove partirà il corteo insieme agli studenti, ai genitori, ai precari dell'università e della ricerca, ai rappresentanti degli Enti Locali, alle associazioni professionali, alle forze politiche di opposizione, alla Fiom e a tante altre rappresentanze della società civile.

“Per disconoscere ‘l’essenzializzazione’ della scuola pubblica, realizzata con i tagli voluti dalla legge 133 –
dichiara il sindacalista Delli Veneri -, si dovevano prevedere nuovi posti di lavoro che dessero dignità ai lavoratori col riconoscimento e con l’utilizzo della loro professionalità. Non mortificando la loro dignità con un sussidio che non li fa entrare nella scuola a svolgere la professione che hanno scelto dopo anni di studio di preparazione, di dedizione, di amore.

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