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martedì 12 maggio 2009

Nichi Vendola contro la scuola voluta dalla Gelmini


YouTube - Vendola a Siracusa 3 parte

Vendola all'apertura della campagna elettorale per le Europee (capolista in Sicilia per Sinistra e Libertà) critica la scuola immaginata dalla Gelmini.

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sabato 9 maggio 2009

Soldi? Non ci sono solo per la scuola pubblica! Baciapile in parlamento.

La Camera dei deputati ha approvato 3 mozioni, di maggioranza e opposizioni, perchè quando si tratta di ingraziarsi le gerarchie ecclesiastiche non c'è opposizione che tenga.

La prima mozione (PDL-Lega) chiede al governo di "realizzare interventi volti a facilitare e promuovere le condizioni per l'effettiva libertà di scelta educativa delle famiglie fra scuole statali e paritarie" e di "recuperare le risorse mancanti affinché la situazione dei finanziamenti alla scuola paritaria per il 2009 ammonti sostanzialmente a quelli assegnati nell'esercizio finanziario 2008".
Traduzione: i tagli fateli al pubblico ma non toccate le scuole cattoliche

La seconda mozione (UDC, ovviamente) impegna il governo "a garantire la certezza dei finanziamenti e dei tempi di erogazione delle risorse per le scuole paritarie e l'equivalenza con le altre istituzioni formative, anche europee" e "ad adottare iniziative per prevedere in tempi rapidi il ripristino integrale delle risorse sottratte alle scuole paritarie dalla manovra economica"
Traduzione: vedi sopra

La terza mozione (IDV, Di Pietro non vuole essere da meno) molto più modestamente stimola il governo "a sostenere lo sviluppo dell'iniziativa privata nel settore formativo".
Traduzione: ancora di più?

naturalmente bocciate 2 mozioni presentate da PD e Radicali che chiedevano di "ripristinare le somme destinate alla scuola pubblica decurtate con la finanziaria" (PD) e di "escludere oneri per lo Stato per finanziare gli istituti privati e di intensificare i controlli sulle scuole non statali che chiedono la parità" (Radicali).
Che dire: una gara a chi è più "baciapile", a perdere è la scuola pubblica e la laicità dello Stato.

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Il nostro blog su Liquida

Ho ricevuto dallo staff di Liquida la seguente mail:


Ciao,

ti disturbo solo pochi istanti per segnalarti - e mi auguro che la cosa ti faccia piacere - che il tuo blog è stato scelto per la qualità dei suoi contenuti dalla nostra Redazione e inserito in Liquida (http://www.liquida.it).

Liquida è il nuovo " portale di informazione user generated " della blogsfera italiana che ha l'ambizione di dare visibilità a tutti i bloggers che producono valore e lo condividono con gli altri.

I lanci dei post del tuo blog saranno quindi presenti sul portale nelle prossime ore e il tuo blog comparirà nella nostra directory di blog italiani (http://directory-blog.liquida.it/).

Abbiamo inoltre realizzato una serie di FAQ per cercare di spiegare al meglio presente e futuro di questo progetto in cui crediamo molto (http://blog.liquida.it/category/liquida-faq/).

Contattarci liberamente per sciogliere eventuali altri dubbi o per darci un tuo preziosissimo feedback (http://www.liquida.it/contattaci.liquida).

Se poi, come speriamo, ti piacerà la nostra iniziativa, allora non ci resta che chiederti un aiuto per far scoprire Liquida a un numero sempre più grande di amici online (http://www.liquida.it/segnala_amico.liquida).

C'è infine una piccola sorpresa: tutti i blog selezionati da Liquida possono fregiarsi di uno dei nostri gadget da inserire sul proprio sito (http://www.liquida.it/strumenti-liquida.liquida)!

Grazie del tuo tempo


Andrea
Resp. Liquida.it
assistenza@liquida.it

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martedì 5 maggio 2009

Nelle scuole parte la protesta "Siamo educatori, non poliziotti"

di CATERINA PASOLINI
ROMA - E una mattina all'improvviso le cattedre diventano barricate in difesa del diritto allo studio. Di tutti, italiani e stranieri, regolari e non. Contro il provvedimento del governo, dopo la protesta dei medici contrari all'obbligo di denuncia dei clandestini e che ieri hanno scritto a Fini perché lo cancelli, si allarga la protesta. Arriva la rivolta dei professori ben decisi a non diventare "presidi spia, perché noi siamo educatori non poliziotti", a caccia di bambini senza documenti regolari.

"Qui non si denuncia, si insegna", ripetono. Non hanno dubbi loro che conoscono la fatica di imparare per chi arriva da lontano, lo spaesamento di chi appare qualche giorno in classe e poi si perde nelle strade della città. Chi non ha genitori accanto che conoscano la lingua e lo aiutino a fare i compiti, chi viene sfruttato, chi ha in classe l'occasione per cambiarsi la vita. "Questo provvedimento, che prevede l'obbligo di denuncia se lo studente non ha il permesso di soggiorno, è inumano, repressivo, foriero di gravi disagi per la convivenza civile. Danneggia il minore, toglie un diritto", sbotta Armando Catalano, che rappresenta più di duemila presidi della Cgil che sul sito wwww. flcgil. it hanno cominciato a raccogliere firme all'insegna di "io educo non denuncio". Perché, ripete, le leggi sanciscono il diritto all'istruzione, stabiliscono che l'unico obbligo dei docenti è sottoporre i ragazzini ad una visita per le malattie infettive. "Mentre così non solo si danneggia il minorenne che non ha colpe, ma tutta la società: non verranno a scuola, non andranno in ospedale. Col rischio di una moltiplicazione dei contagi".

Minorenni puniti anche se incolpevoli, condannati a perdere l'occasione di costruirsi un futuro migliore, "L'istruzione è un diritto sancito dalla Costituzione, ma a parte questo educando i giovani li si toglie dalla strada, gli si dà una possibilità. Senza contare che gli insegnanti vedono se i bambini sono sfruttati, malmenati", dice Giuseppe Losio preside della scuola media milanese Quintino Di Vona. Lo sa bene Anna Sandi che più di una volta ha scoperto la "doppia vita" di alcuni suoi piccoli alunni alla scuola elementare al Lorenteggio. Dormivano nelle fabbriche dismesse lungo in Naviglio e nei giorni in cui sparivano dalla classe chiedevano l'elemosina alla stazione, lavavano i vetri per strada. "Se questo provvedimento è per proteggerli da chi li sfrutta bene, ma prima voglio leggerlo, e di una cosa sono sicura: io i minori stranieri li accetto, li iscrivo a scuola e non li denuncio solo perché clandestini".

Non vogliono denunciare ma come pubblici ufficiali, se passa il reato di immigrazione clandestina, rischiano di vedersi obbligati a farlo. Altrimenti scatta la denuncia penale. Come per i medici. "È da irresponsabili non cambiare la legge, già ora c'è stato un calo del 15 per cento di immigrati ai pronto soccorso. Qui si scherza col fuoco, con la salute di tutti. Un esempio? Abbiamo 4000 casi di tbc, il 30 % sono immigrati, se clandestini non verranno a curarsi e si espanderà il contagio, con problemi per tutti, italiani compresi", dice Massimo Cozza, segretario medici Cgil pronto a rivolgersi alla Corte costituzionale, a quella europea per tutelare il diritto alla salute.
(da Repubblica.it)

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