Ricerca personalizzata

mercoledì 30 dicembre 2009

La ministra minuscola.

YouTube - Ballarò: Ministro Gelmini e Nichi sul tema scuola 

Ennesima figura di merda della ministra minuscola: presa a sberle da Vendola non sa replicare se non con le quattro cazzate imparate a pappagallo (quella dei bidelli e dei carabinieri è da Bagaglino!)

P.S.: l'unico convinto dalla dialettica ministeriale sembra il lobotomizzato dietro che continua ad annuire come un cavallo!

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venerdì 25 dicembre 2009

venerdì 18 dicembre 2009

Continua la politica dei tagli: il prossimo anno solo 8000 docenti e 8000 ATA assunti!

Chi sperava l'anno prossimo in un'inversione di tendenza alla politica dei tagli del governo Berlusconi nella scuola pubblica resterà deluso.

Il Consiglio dei ministri ha autorizzato il ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca ad assumere 647 dirigenti scolastici, 8.000 unità di personale docente, 8.000 unità di personale amministrativo, tecnico ed ausiliario e 70 unità di personale docente presso le Accademie ed i Conservatori di musica. Si tratta di un numero di assunzione, che come negli altri anni si concretizzeranno a fine estate, dopo i trasferimenti, le utilizzazioni e le assegnazioni provvisorie richieste dal personale di ruolo, praticamente analogo a quello accordato dal governo lo scorso luglio (8.000 docenti ed altrettanti Ata). La quota di assunzioni accordata dal Cdm non muterà più di tanto il numero di precari della scuola: si tratta, infatti, di circa 300.000 unità di personale in lista di attesa (almeno 250.000 docenti e 60.000 Ata distribuiti tra le oltre 100 graduatorie permanenti provinciali). Soddisfatto, comunque, il ministro dell'Istruzione: "la conferma dell'autorizzazione da parte del Consiglio dei Ministri - ha detto Gelmini - di 16.700 assunzioni nella scuola è un ulteriore e già previsto passo avanti nella riorganizzazione del sistema scolastico". (apcom)
Meno soddisfatti i precari storici che speravano nella recente maternità della ministra per togliersela dai piedi.
Ma, colleghi precari, pensate che un burattino nuovo possa cambiare la politica dei tagli programmata dal vero ministro dell'istruzione Giulio Tre-morti?

Errata corrige: la notizia degli 8000 posti si è rivelata una bufala clamorosa! Manco quelli?

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comunicato Codacons: STOP ALLE CLASSI "POLLAIO'. IL TAR DEL LAZIO RIBADISCE IL LIMITE MASSIMO DI 25 ALUNNI PER AULA

CLAMOROSA ORDINANZA DEL TAR SU RICORSO DEL CODACONS E DEI PRECARI DELLA SCUOLA.


Con una ordinanza emessa questa mattina la terza sezione del TAR del Lazio (Presidente Speranza, Relatore Brandileone) ha affrontato il tema delle misure igieniche disposte dal Miurs per far fronte all'ondata di influenza A nel nostro paese.
Nella circolare il Ministero disponeva una serie di misure relative al lavaggio delle mani, allontanamento da scuola in caso di malattia, metodi per evitare contagi facili in aule affollate, ecc. Ebbene, il Tar con tale ordinanza ha escluso danno grave ai ragazzi e alle loro famiglie se il numero massimo di alunni per ogni classe rispetti il limite stabilito dalle leggi vigenti (art. 5 del D.M. 26.08.1992; art. 12 della legge n. 820 del 1971), ossia 25 studenti per aula.
Ecco il testo dell'ordinanza:

"…il danno lamentato alla salute e i rischi di ammalarsi non sono gravi e irreparabili fermo restando il rispetto delle prescrizioni delle garanzie sanitarie e correlate agli aspetti strutturali/ quantitativi delle classi'.

Ossia se un bambino o alunno si ammala di influenza in una classe in cui, contrariamente a quanto dispone la legge, vi siano più di 25 alunni, sarà possibile chiedere i danni allo Stato senza alcun limite.
Il Codacons nell'esprimere soddisfazione per la decisione dei giudici, invita tutte le famiglie a segnalare i casi di figli ammalatisi in classi "pollaio' costituite da più di 25 alunni ciascuna, poichè per ognuno di questi casi potrà essere inoltrata denuncia contro le scuole e i loro direttori per concorso in lesioni determinate dallo stato di malattia, e avviare le dovute azioni di risarcimento danni dinanzi al Giudice di pace

(codacons.it)

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La Gelmini a Ballarò accusa Vendola di mentire sui tagli al sostegno. Ecco la verità: nell'anno scolastico 2009-2010 gli alunni certificati sono 4000 in più, gli insegnanti di sostegno 500 in meno

da repubblica.it
Ogni ora tagliata è un salto all'indietro. Ogni insegnante che se ne va un trauma psicologico difficile da ricostruire. Come una barriera architettonica che non si riesce mai ad abbattere, perché per loro, i bambini e i ragazzi H (così la scuola ancora li definisce) la vita in Italia si è fatta davvero dura. Si chiamano Valerio, Giulia, Martina, Claudia, Adele, hanno dai 4 ai 18 anni, hanno disabilità diverse, e abitano in ogni luogo d'Italia. Da quest'anno, con i tagli della riforma Gelmini, hanno perso la metà dei loro diritti: ore di sostegno dimezzate, assistenza inesistente, accesso allo studio, di fatto, negato. Parliamo di studenti disabili, vittime del taglio degli insegnanti di sostegno, la faccia più oscura e dolorosa della scuola senza più fondi, dove spesso non c'è più nessuno che accompagni al bagno il piccolo con handicap, nessuno che lo sorvegli, e dove anche 5 o 6 alunni disabili vengono concentrati in un sola classe. Dove, denuncia Alessandra Corradi, una mamma di Verona con un bimbo di 4 anni, cieco e con una grave tetraparesi, "sono tornati gli stanzini H". "Spesso mio figlio, con la scusa di proteggerlo dalla confusione, veniva portato in una classe a parte, lui da solo, senza gli altri bambini... Vi sembra integrazione questa?". 

I dati dell'anno 2009/2010 segnalano un taglio di circa 500 insegnanti di sostegno con un aumento però di oltre 4000 ragazzi disabili. Questo vuol dire, spiega Giuseppe Argiolas, docente all'Istituto "Colli Vignarelli" di Sanluri, in Sardegna, "che la maggioranza dei ragazzi e dei bambini disabili che ieri avevano diritto a 18 ore di sostegno alla settimana, oggi arriva a malapena a nove". Con conseguenze spesso gravissime per le vite di studenti, che con enormi sforzi e pazienza conquistano pezzetti di autonomia e abilità. "Anche in questo istituto, da sempre all'avanguardia nell'integrazione e nel processo formativo dei giovani con disabilità, oggi c'è una prima superiore con addirittura sei ragazzi con seri handicap riuniti tutti insieme, mentre per il buon andamento della classe, per il successo sia loro che dei ragazzi normodotati non dovrebbero essere più di due. Ma qual è il disegno? Tornare alle classi differenziali?". Il risultato è una pioggia di ricorsi che si è abbattuta sui tribunali regionali di tutta Italia, da parte di famiglie che chiedono, e spesso ottengono, che per i loro figli, vengano ripristinate le ore di lezione legittime. 

Una battaglia di raccomandate e carte bollate, come quella che ha intrapreso Marisa Melis, mamma di Martina, che ha 14 anni, una grave malformazione cerebrale, ma una fantastica voglia di vivere e di imparare. Grazie agli sforzi fin qui fatti dalla famiglia e dagli insegnanti Martina fa equitazione, è cintura marrone di karate, partecipa ai campi Scout, legge e scrive bene, ma ha bisogno di continuo appoggio e di percorsi personalizzati. "Invece da quest'anno Martina ha il sostegno soltanto per nove ore alla settimana, contro le 18 dell'anno scorso. Ho protestato con la dirigente, con il ministero, ma non ho ottenuto niente. Se Martina non viene stimolata, seguita, ogni volta si torna indietro, ogni successo di questi bambini è figlio di sforzi enormi... Così ho deciso di fare ricorso al Tar e in questi giorni arriverà la sentenza". 

Storie di sfide quotidiane, vissute in silenzio, l'Italia è uno dei paesi d'Europa che destina meno risorse alla cura e allo sviluppo delle persone con handicap. Giulia Dolcetti ha 45 anni, è un'insegnante di sostegno precaria che quest'anno ha perso il posto. "Ma la vittima di questo taglio - racconta Giulia - non sono soltanto io, ma anche un bambino di 9 anni che si chiama Pietro. La sua diagnosi? Grave disturbo pervasivo dello sviluppo. Autismo. Pietro non parla, ma capisce tutto, comunica con il computer, scia e nuota come un campione. L'ho seguito per tre anni, avevamo un rapporto forte e bellissimo: oggi Pietro a scuola non ci vuole più andare. A novembre non gli è stata ancora assegnata un'insegnante di sostegno, e senza di me sembra aver perso il suo legame sia con i compagni che con lo studio... Ma che Stato è questo che punisce i più deboli?". 

La guerra dei ricorsi è soltanto all'inizio. E se in Sardegna una mamma passa tutta la sua giornata davanti alla scuola del figlio, affetto da autismo per "tradurre" ai prof che cosa vuol dire il ragazzo, Alessandra Corradi, mamma di un piccolo tetraplegico, spiega in poche parole cosa vuol dire disinteresse. "A mio figlio, cieco fin dalla nascita, le maestre in classe chiedevano: "La vedi quella cosa lì?". La stessa insegnate di sostegno ha confessato che per lei il mio bambino era troppo grave... Per fortuna il Comune ci ha assegnato una "lettrice", che con la musicoterapia e l'ascolto delle fiabe stimola il suo udito e le sue abilità. E quando c'è lei mio figlio cambia, sorride, non è più triste".

di Maria Novella De Luca


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giovedì 17 dicembre 2009

LUNEDÌ 21 DICEMBRE 2009, ORE 10.00 MANIFESTAZIONE REGIONALE



LA SCUOLA STATALE È ALLO SFASCIO


L'UNIVERSITÀ STATALE È ALLO SFASCIO


LA SOCIETÁ CIVILE È ALLO SFASCIO

OGNI PAESE DEMOCRATICO CHE SI RISPETTI, INVESTENDO SULL’ISTRUZIONE, SULLA RICERCA E SUL FUTURO DELLE NUOVE GENERAZIONI, INVESTE SUL PROPRIO STESSO FUTURO

INVECE IN ITALIA SI PENALIZZA TUTTO CIÓ
E SI TAGLIANO BRUTALMENTE
€ 8.000.000.000 (8 MILIARDI) SULLA SCUOLA
€ 1.500.000.000 (1,5 MILIARDI) SULL’UNIVERSITÁ

IL PRESENTE ED IL FUTURO DELL’ISTRUZIONE PUBBLICA STATALE IN ITALIA SONO FORTEMENTE MINACCIATI DAI PESANTISSIMI COLPI DI MANNAIA CHE IL GOVERNO DEL NOSTRO PAESE, PER MEZZO DEGLI SCELLERATI PROVVEDIMENTI DEI MINISTRI TREMONTI/GELMINI/BRUNETTA, HA GIÁ INDISCRIMINATAMENTE INFERTO ALL’ISTRUZIONE PUBBLICA STATALE E CHE ANCORA SI APPRESTA A INFERIRE, ANCHE CON IL FAMIGERATO PDL APREA, TOTALMENTE INCURANTE DEGLI INCESSANTI APPELLI E DELLE INFINITE MOBILITAZIONI DI TUTTI COLORO CHE L’ISTRUZIONE PUBBLICA STATALE LA VIVONO OGNI GIORNO SULLA PROPRIA PELLE

Per opporsi a tale disegno ed esprimere ulteriormente il proprio fermo dissenso, il
MOVIMENTO SCUOLA SICILIA

NATO DALLA CONVERGENZA DEGLI OBIETTIVI COMUNI DI TUTTE LE COMPONENTI SICILIANE DEL MONDO DELL’ISTRUZIONE PUBBLICA STATALE
• DOCENTI PRECARI
• DOCENTI DI RUOLO
• COLLABORATORI SCOLASTICI PRECARI E DI RUOLO
• PERSONALE TECNICO-AMMISTRATIVO PRECARIO E DI RUOLO
• STUDENTI
• GENITORI

invita l’intera cittadinanza ad una nuova mobilitazione e indice, A CATANIA, una

MANIFESTAZIONE REGIONALE
LUNEDÌ 21 DICEMBRE 2009, ORE 10.00
con concentramento in piazza Roma e successivo corteo

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diventa fan: Provveditorato di Catania occupato

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mercoledì 16 dicembre 2009

Riforma delle scuole superiori Lo stop del Consiglio di Stato

(repubblica.it)
di Mario Reggio
Stop del Consiglio di Stato alla riforma delle scuole superiori che, nell'intenzione del ministro Mariastella Gelmini, dovrebbe partire dal prossimo anno scolastico. Il Consiglio di Stato contesta che i Regolamenti emanati dal ministro vanno ben al di là della delega concessa dal Parlamento. Meno ore, meno materie, con l'obiettivo di ridurre i costi ed il personale non rientrano nella delega che prevede, secondo i magistrati, "la sola ridefinizione dei curricula vigenti nei diversi ordini di scuola anche attraverso la razionalizzazione dei piani di studio e relativi quadri orari".

Il secondo punto riguarda la creazione dei Dipartimenti scolastici per la valutazione che porterebbero alla cancellazione di fatto dei collegi dei docenti, in contrasto con la legge sull'autonomia scolastica. Il Consiglio di Stato, la sentenza è dello scorso 9 dicembre, chiede al ministero di chiarire i punti contestati e si riserva il giudizio definitivo. Ma il tempo è tiranno. Sono alle porte le vacanze di Natale, le commissioni parlamentari di Camera e Senato dovranno prendere visione e valutare il nuovo testo dei regolamenti. E il termine ultimo per le iscrizioni al nuovo anno scolastico è stato già fissato al 27 febbraio 2010. Il rischio è che tutto slitti all'anno scolastico 2011-2012. Che qualche problema ci sia è confermato dall'unica notizia che trapela da viale Trastevere: stamattina summit al ministero per decidere l'eventuale slittamento della scadenza delle iscrizioni alle superiori.

Il Consiglio di Stato ha, infatti, invitato il ministero ad alcuni chiarimenti sui tre schemi di regolamento approvati in prima lettura dal consiglio dei ministri e attualmente all'esame delle commissioni parlamentari, riservandosi "la facoltà di disporre l'audizione del Capo dell'Ufficio legislativo del Ministero, nonché del dirigente generale competente all'istruttoria del regolamento". Nel frattempo il Consiglio ha sospeso l'emanazione del parere.

Alla luce dei chiarimenti chiesti e considerando che le Commissioni parlamentari non hanno ancora espresso i richiesti pareri che, comunque, dovranno ora tenere conto del pronunciamento dei magistrati, dal fronte sindacale arriva la richiesta di rinviare di un anno il debutto della riforma.

"Avremmo di certo preferito che tale blocco fosse stato determinato dalla ferma e dilagante opposizione di docenti, Ata, studenti e genitori: ma in ogni caso - afferma Piero Bernocchi portavoce dei Cobas - accogliamo positivamente tutto ciò che ci dà tempo affinché tale protesta e tale lotta si sviluppino al massimo nei prossimi mesi, verso una sonora bocciatura di una controriforma che distruggerebbe le superiori e ulteriormente immiserirebbe l'intera scuola pubblica italiana".

"Ribadiamo ora con maggior forza - dice il segretario generale della Flc-Cgil, Mimmo Pantaleo - che è il caso di fermarsi, rinviando di un anno l'entrata in vigore dei regolamenti: di ascoltare le ragioni di quanti non hanno condiviso merito e metodo del riordino della scuola secondaria superiore; è necessario rimuovere i tagli e, solo a questa condizione, riprendere le fila per una vera riforma che necessita non di tagli ma di investimenti, di tempo per l'ascolto e il confronto vero". Stessa richiesta dalla Gilda. "Le osservazioni formulate dal Consiglio di Stato - dichiara il coordinatore Rino Di Meglio - rilevano, in sostanza, che non esistono le condizioni adatte per procedere con l'applicazione della riforma voluta dal Governo".

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martedì 15 dicembre 2009

CLAUDIO FAVA, IL MINISTRO GELMINI È UN COSTO INUTILE PER LA POLITICA

L'Italia reale e non quella delle favolette del cavaliere continua a non rassegnarsi.
Una settimana fa Roma era invasa dalla protesta viola di chi vuole ridare dignità e credibilità alle istituzioni democratiche, al rispetto delle regole e della giustizia.

Oggi, Roma si riempie di docenti, studenti, ricercatori che credono che investire sulla conoscenza, sul sapere, sulla scienza sia l'unica strada per uscire dalla crisi e per ridare un futuro al Paese.

Esattamente tutto il contrario di quanto sta facendo da un anno e mezzo il governo Berlusconi e il ministro Gelmini, che si dimostra sempre più un costo inutile della politica.
La forte risposta di oggi è la dimostrazione che le promesse e la propaganda del centrodestra possono essere sconfitte.

E' quanto afferma Claudio Fava, del Coordinamento Nazionale di Sinistra e Libertà, partecipando al corteo della Flc Cgil per le strade di Roma.

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domenica 13 dicembre 2009

Tagli, tagli, tagli....Vogliamo una scuola di qualità per tutti

di Alba Sasso (Sinistra Ecologia e Libertà)

E’ quella dei tagli vera la chiave di lettura delle cosiddette riforme sulla scuola e sull’Università del governo di centro destra. Otto miliardi e mezzo in tre anni per la scuola , un miliardo e mezzo per l’Università.
Si tratta di un colpo mortale per l’intero sistema che già presenta un gap profondo rispetto agli investimenti che le sono dedicati in Europa e nelle realtà culturalmente più evolute.

E’ questa perdurante e progressiva limitatezza di risorse, unitamente alla difficoltà del sistema politico italiano di trovare mediazioni avanzate sui nodi delle riforme possibili, ad aver reso difficile in passato la costruzione di un modello formativo adeguato ai caratteri di massa che ha assunto nel suo complesso il sistema istruzione. Da qui partono anche quegli elementi di dispersione e di inefficienza che sono visibilmente emersi nei confronti internazioni nei livelli alti del sistema formativo.

Le ricette proposte in questi anni dal centro destra indicano però il percorso esattamente contrario a quello che sarebbe necessario per superare le difficoltà attuali ed è una cattiva medicina che punta ad uccidere il malato piuttosto che curarlo. E’ un cambio di passo drastico quello del duo Gelmini-Tremonti.

Uno stop a qualsiasi tentativo di espansione quantitativa e qualitativa del sistema. Ma perché mai una riduzione di tempo scuola, di insegnanti, di laboratori, di esperienze di eccellenza (integrazione dei soggetto disabili, formazione linguistica per i bambini e ragazzi migranti) dovrebbe rendere più efficace la scuola? E perché il ricondurre scuola dell’infanzia e scuola elementare a luoghi di custodia dovrebbe allinearci ai sistemi europei? E ridurre l’obbligo scolastico disegnando una scuola secondaria con percorsi gerarchici e separati non è in fin dei conti una rinuncia a fare della scuola quello strumento di mobilità sociale di cui il paese avrebbe uno straordinario bisogno?

E mentre si parla di “riforma” si lascia andare alla deriva la barca dell’Università pubblica, sottraendole risorse finanziarie e umane . Si introducono, con il disegno di legge delega Gelmini, modelli aziendali mentre l’azienda università è in crisi per mancanza di appunto di risorse, si parla di merito e si sostituiscono le borse di studio con sussidi e prestiti gestiti da una società assicurativa, si parla di governance e si riduce autonomia, partecipazione, collegialità. E perché mai tutto questo dovrebbe migliorare efficacia e qualità del sistema?

L’investimento nel sapere è l’investimento più produttivo di un Paese, lo dice anche Bankitalia, aggiungerei perché costruisce futuro, perché garantisce opportunità, perché combatte diseguaglianze. Ci troviamo invece di fronte a una politica brutale che parte dall’idea di impoverire e smantellare quanto di pubblico c’è nel sistema istruzione, perché si ritiene che il sapere non debba essere un bene da garantire a tutti, ma un optional per chi se lo può pagare. Un visione del mondo e del futuro che non contempla la necessità di garantire uguaglianza di opportunità perché è un’idea di società “dove il più forte vince” , dove i luoghi del sapere non sono più strumenti di inclusione e coesione sociale.

Perciò è importante lo sciopero e la manifestazione di oggi indetta dalla Federazione lavoratori della conoscenza della CGIL, perché si tratta appunto non solo di difendere il sistema così com’è , ma di ricostruire a partire dai soggetti che ogni giorno vivono e lavorano nel sistema un’idea forte e progressiva di cambiamento che ricostruisca una speranza di futuro per le giovani generazioni. Che dia forza ai giovani, ma anche alle prospettive di cambiamento del Paese. Un obiettivo che deve vedere convergere l’ impegno delle forze politiche e sociali che intendono lavorare per un Paese più giusto, più libero, più eguale.

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sabato 5 dicembre 2009

Malore per uno dei manifestanti in sciopero della fame.

da siciliainformazioni.com

Continua senza sosta lo sciopero dei precari della davanti la sede della Regione siciliana a Palermo. Pietro Di Grusa uno dei manifestanti ha accusato un malore ed è stato accompagnato in ospedale per ricevere le cure più idonee.
“Uno dei nostri amici e colleghi che da domenica presidiano il palazzo della Presidenza della Regione ed è in sciopero della fame – si legge in una nota dei precari - è stato portato d’urgenza al pronto soccorso dell’ospedale Civico a causa delle sue condizioni di salute. Per combattere la sua battaglia per il diritto al lavoro, Pietro aveva sospeso le sue cure mediche. Di ciò erano informati tutti. Anche la prefettura e il presidente Lombardo.
La domanda è sempre e solo una: Dobbiamo morire per fare valere i nostri diritti?”

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mercoledì 2 dicembre 2009

Storie di fannulloni – prima puntata: El scansafadighe

Parte oggi la nostra rubrica intitolata “storie di fannulloni”. Ci proponiamo di raccogliere le testimonianze di quei colleghi cocciuti che pur di continuare a fare i fannulloni hanno deciso di allontanarsi da casa. L’appuntamento per una breve intervista con il nostro amico è all’aeroporto di Catania, dove sta aspettando il suo volo low cost.

-Domanda: Ciao, iniziamo la nostra intervista?
-Risposta: Con piacere, tanto il mio volo porta 1 ora e 40 di ritardo. È così tutte le volte.
- D.: Parlaci di te
- R.: Sono un fannullone con le valige. La mia storia è semplice: sono un precario della scuola, fino a due anni fa lavoravo a pochi chilometri da casa e mi potevo permettere di rifiutare supplenze in scuole più distanti, l’anno scorso non ho fatto un giorno di supplenza e quest’anno, per lavorare un po',sono dovuto “emigrare”.
- D.: Difficile il mestiere di “fannullone”?
- R.: Facile non è. Ci si adatta per continuare a fare questo lavoro, ma la voglia te la fanno passare…
- D.: Dove insegni?
- R.: Ho scelto Venezia, almeno non mi deprimo e non mi allontano dal mare. Senza mi viene un po’ d’ansia.
- D.: Com’è la situazione nell’istituto in cui insegni?
- R.: Se ti riferisci alla situazione lavorativa il termine che mi viene in mente è “deprimente”. Non sono l’unico precario, come puoi immaginare, e lo scoramento dei colleghi è palpabile, oltre al timore che il prossimo anno sarà ancora peggio!
- D.: Insomma te la spassi! E la famiglia?
- R.: La famiglia è a casa, non potevo certo spiantarla. Non mi piace fare il piagnone ma certo non è semplice…
- D.: Che prospettive pensi di avere?
- R.: Neanche me lo chiedo. Vivo alla giornata, vedremo cosa ci riserverà il futuro. Spero solo che gli italiani si sveglino e capiscano cosa stanno facendo alla nostra scuola pubblica (e non solo a quella).
- D.: Ah, come tutti i fannulloni sei anche comunista! Ti lascio aspettare il tuo aereo, buon viaggio.
- R.: Grazie, continuo ad esercitare la mia arte del “fancazziare” per un’altra oretta, sperando che il ritardo non aumenti…

(foto di fannullone appisolato)

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