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martedì 15 marzo 2011

UN PAESE CIVILE

Ci apprestiamo a celebrare il 150° anniversario dell’Unità d’Italia, ma quanti anni dovranno, ancora, passare, per festeggiare la nascita di un Paese Civile? Perché faccio questa domanda? Secondo voi…
È civile un Paese in cui il Governo decide di distruggere la Scuola pubblica, di tagliare tutte le forme di sostegno ai più deboli, di gettare sul lastrico 150 mila famiglie per recuperare, in 3 anni, 8 miliardi di euro e contemporaneamente consente lo sperpero di denaro pubblico facendo proliferare posti di governo e “sottogoverno”, utili solamente a creare clientele elettorali?
È civile un Paese in cui il Governo continua a finanziare missioni militari e spende miliardi di euro in armamenti, mentre centinaia di migliaia di persone, e non solo nella scuola, vengono licenziati perché non ci sono soldi?
È civile un Paese in cui un dipendente pubblico può percepire più di 25 mila euro al mese ed un altro neanche mille?
È civile un Paese in cui una persona può ricevere una pensione di oltre 40 mila euro al mese ed un’altra meno di 500 euro?
È civile un Paese in cui il Governo decide che per risparmiare è meglio togliere tutto a chi a poco che dare un po’ meno a chi a tanto?
È civile un Paese in cui il Governo è impegnato 24 ore su 24 a risolvere i problemi del Presidente del Consiglio invece di pensare ai problemi della gente?
È civile un Paese in cui il Governo, mentre tutte le aziende private licenziano lavoratori, anziché trovare forme di reimpiego per i disoccupati ne scarica sulla strada altri 150 mila?
È civile un Paese in cui il ministro dell’Istruzione dice che gli insegnanti guadagnano poco perché sono troppi, cercando di aizzare una guerra tra poveri?
È civile un Paese in cui il ministro dell’Istruzione continua a paragonare il numero dei bidelli con quello dei carabinieri come se fossero due mestieri simili? (Che ci azzecca direbbe Di Pietro)
È civile un Paese in cui il ministro dell’Istruzione parla di meritocrazia, quando Parlamento, Governo e parte dei Consigli Regionali (listini), sono pieni di nominati, che sono pagati ma non eletti dal popolo, che non rispondono mai a criteri meritocratici, ne, tantomeno, ai bisogni della gente ma  che obbediscono ad una ristretta oligarchia?
È civile un Paese in cui il Governo/CDA RAI assume un difensore mediatico per il Presidente del Consiglio alla modica somma di 3 milioni di euro, pagati dai contribuenti, mentre a milioni di famiglie viene tolta la possibilità di sopravvivere?

Tutti noi precari/disoccupati, forse anche banalmente, ci siamo chiesti come e cosa farebbe un buon padre di famiglia in un momento di crisi economica. Poniamo il caso, per esempio, che ha 11 figli.
Dieci figli hanno uno stipendio di 1000 euro al mese, uno “più fortunato” di 25.000 euro al mese.
Il buon padre, innanzitutto, eliminerebbe gli sprechi, ove ce ne fossero, poi per risparmiare altri 10.000 euro al mese si farebbe dare i soldi dal figlio privilegiato che con 15.000 euro al mese potrebbe continuare a vivere agiatamente, mai e poi mai toglierebbe i mezzi di sostentamento agli altri 10 figli.
Giusto, logico, normale, eppure il nostro Padre/Stato ha stabilito che è meglio lasciare senza stipendio 150 mila docenti e non docenti, demolire la Scuola Pubblica, pur di non toccare i privilegi di cricche e caste.
Fino a quando potremo sopportare queste enormi ingiustizie?
Fino a quando potremo aspettare uno Stato civile, equo e solidale?
Forse è arrivato il momento di rimboccarci le maniche e costruirlo noi un Paese Civile, tutti insieme.  

                                                                                                        Antonino Monterosso

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mercoledì 12 gennaio 2011

Giovedì 20 gennaio 2011 ore 8.30 – 14.00

CESP Centro Studi per la Scuola Pubblica
COBAS Comitati di Base della Scuola
CONVEGNO NAZIONALE
Gli effetti del decreto Brunetta nella scuola
* * *
Siracusa – ITI "Enrico Fermi"
Via Torino, 137
giovedì 20 gennaio 2011 ore 8.30 – 14.00
Esonero dal servizio per tutto il personale docente e Ata (art. 64 commi 4, 5 e 7 del Ccnl
2006/2009). Iscrizione gratuita – Attestato di partecipazione
8.30 Registrazione delle presenze
9.00 - 12.00 Relazioni
Gestione del personale, valutazione, merito e premi secondo Brunetta
prof.ssa Anna Grazia Stammati, Presidente Cesp
Sanzioni disciplinari e controllo del dissenso. La ricetta Brunetta
prof. Ferdinando Alliata, Cesp Palermo
Valutazione di insegnanti e scuole
prof. Carmelo Lucchesi, Cesp Palermo
ore 12.30 Dibattito
ore 13.30 Conclusioni
Il CESP Centro Studi per la Scuola Pubblica, Ente accreditato/qualificato per la formazione del
personale della scuola (DM 25/7/2006 prot. 869), nasce nel 1999 per iniziativa di lavoratori della
scuola, con l’intento di affiancare all’attività politica e sindacale dei COBAS uno spazio
specificamente dedicato alla riflessione culturale e didattica sulla scuola, realizzata attraverso
seminari, convegni, attività di aggiornamento/formazione e pubblicazioni. I principi di riferimento
del CESP sono la difesa della scuola pubblica statale, l'opposizione alle diverse forme di
privatizzazione, alle vecchie e nuove forme di mercificazione del sapere e ai processi di
aziendalizzazione che stanno avanzando da alcuni anni a ritmi inediti e preoccupanti.
CESP - Centro studi per la scuola pubblica
Sezione regionale siciliana, piazza Unità d’Italia, 11 - 90144 Palermo - 091 349192 / 091 349250

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