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sabato 8 agosto 2009

SULL’ACCORDO AMMAZZA PRECARI (di Rosalinda Gianguzzi)

Ricevo da Fabiola e, volentieri, pubblico

Di questi giorni sono i grandi proclami di taluni sindacati che dicono di lavorare a tutela dei precari, con particolare riferimento a quelli “storici”, sui famigerati contratti di disponibilità.
La sottoscritta, insieme a molti altri colleghi nelle mie stesse condizioni, che dopo 18 anni d’insegnamento non può fregiarsi di questo titolo, non sarà ammessa a beneficiarne.

Nel baccanaio delle riforme del Governo sui temi della scuola, ci mancava quest’ultima trovata geniale, fratricida e cannibalistica, attraverso la quale, sono venduti i diritti acquisiti a favore di altri.
Il criterio attraverso il quale verranno scelti i beneficiari, tanto per cambiare, sarà fortunistico e ciò che più lontano dal valorizzare il merito, si potesse pensare.

Se è indiscutibilmente vero, infatti, che verranno tutelati ALCUNI tra i primi in graduatoria, per l’attribuzione di tale beneficio inoltre, si procederà, in ordine sparso e saltellante, rispetto l’ordine di graduatoria senza che venga fatto salvo il diritto acquisto con anni d’onorato servizio, master e lauree..

Il beneficio che verrà attribuito inoltre si ripercuoterà pesantemente, per 3 anni, equivalenti a 36 punti in graduatoria, lasciando DEFINITIVAMENTE fuori chi in questi anni, a costo di grossi sacrifici, ha accumulato punto dopo punto senza regali e condoni.

Ancora una volta, con l’accordo e il giubilo dei sindacati si è permesso che cambiassero le regole del gioco a metà partita.
Che un anno giuridico maturato (180g), così come l’anno di servizio (166g), non sia equiparato ad un contratto “fino al termine delle lezioni”, o ad incarico annuale, sia esso maturato anche con il semplice spezzone di 2h, che se maturato in un anno intero, equivale a 30/60g effettivi di 1 o 2 ore di lezione al giorno, se no anche meno, ed equivalente ad una retribuzione di 150 mensili che molto di noi NON SI SONO POTUTI PERMETTERE DI ACCETTARE.

Vale a dire che 180g o 166g che siano, di effettiva PRESENZA IN CLASSE, spesso per 6/6h in orario meridiano, più le riunioni pomeridiane diano minore diritto rispetto a chi, ad esempio a marzo, senza avere lavorato tutto l’anno, possa usufruire di tale beneficio, accettando uno spezzone di 2 sole ore settimanali.

Che chi SOLO QUEST’ANNO, dopo anni di incarico, non l’ha ottenuto e non sarà tutelato al pari di chi SOLO QUEST’ANNO lo ha ottenuto per motivi diversi come ad esempio le messe a disposizione in scuole in mancanza di personale, che spesso utilizzano anche personale NON ABILITATO.

Questa è la grande vittoria sindacale, questa è la tutela da parte del governo.
Chi è abbastanza vicino al mondo della scuola sa che i motivi per cui in questo anno PARTICOLARISSIMO, non si sia ottenuto un incarico, o lo si è rifiutato.
Non perché si è schizzinosi, ma semplicemente perché se è vero che insegnare è una missione, non tutti gli insegnanti posso permettersi di fare i missionari.

E permettere che vengano elargite tutele economiche, priorità nell’attribuzione delle supplenze senza che sia fatto salvo il diritto di graduatoria e ciò che è più grave, venga cambiata la modalità di attribuzione dei punti di servizio, che dovrebbero essere attribuiti SOLO SUL REALE SERVIZIO, è l’ennesimo schiaffo ai precari.

E’ per questo che personalmente mi adopererò attraverso tutte le forme di tutela previste dalla legge, siano esse patrocinate, sia l’ennesima battaglia solitaria, per il rispetto dei miei diritti e affinché non debba pagare sulla mia pelle e quella della mia famiglia l’ennesimo “andate avanti fino al via!” stipulato con l’accordo dei sindacati che dovrebbero difenderci.

E se è vero, come è vero, che ad oggi non c’è nulla di scritto e firmato faccio un ultimo disperato appello, a tutte le forze politiche, a tutti i colleghi e ai sindacati, affinché NON VENGA FIRMATO questo scempio di ingiustizia ed illegalità, che schiaccerebbe come in mezzo ad una pressa quella fascia di precari “intermezza” tra i beneficiari di tali contributi che li precedono e coloro che li susseguono.
E anche coloro che dalle scuole paritarie potranno continuare ad aggiornare il proprio punteggio regolarmente.

Ciò ci butterebbe fuori definitivamente SENZA CHE VENGANO RISPETTATI i diritti acquisiti, grazie all’unico strumento realmente meritocratico l’accumulo cioè di punti sulla base del servizio realmente svolto, i titoli e le specializzazioni.

Rosalinda Gianguzzi

1 commento:

Anonimo ha detto...

grazie ema.fabiola