lunedì 28 settembre 2009
La Cgil aderisce alla manifestazione nazionale dei Comitati precari scuola
L’appuntamento è a partire dalle 14,30 in Piazza della Repubblica da dove partirà il corteo insieme agli studenti, ai genitori, ai precari dell'università e della ricerca, ai rappresentanti degli Enti Locali, alle associazioni professionali, alle forze politiche di opposizione, alla Fiom e a tante altre rappresentanze della società civile.
“Per disconoscere ‘l’essenzializzazione’ della scuola pubblica, realizzata con i tagli voluti dalla legge 133 –
dichiara il sindacalista Delli Veneri -, si dovevano prevedere nuovi posti di lavoro che dessero dignità ai lavoratori col riconoscimento e con l’utilizzo della loro professionalità. Non mortificando la loro dignità con un sussidio che non li fa entrare nella scuola a svolgere la professione che hanno scelto dopo anni di studio di preparazione, di dedizione, di amore.
sabato 26 settembre 2009
La morte della scuola pubblica: Funerale a Venezia.
Un funerale in piena regola con corteo in abito nero, bara con croce bianca e finto sacerdote: è la protesta inscenata stasera a Venezia dai precari della scuola, lungo la trafficata Lista di Spagna. Una iniziativa indetta contro la riforma della scuola firmata dal ministro Gelmini. A sfilare sono state una settantina di persone portando crisantemi e fermandosi ogni tanto per leggere brani di celebri autori che magnificavano il valore e l’importanza pedagogico- formativa della scuola. Poi sono stati letti stralci della riforma mentre con delle forbici venivano tagliati a pezzi i testi dei «maestri». Poi sono partiti gli slogan come «taglia..taglia...e la società deraglia» e i versi, stilati per l’occasione, che recitavano «scuola italiana ferita a morte dai gelminiani tagli a terra cadde esangue e al suolo giacque».
(corrieredelveneto.corriere.it)
Per chi ancora mettesse in dubbio la "serietà" di chi ci governa: Dal dl infrazioni Ue saltano indennità, supplenze
Il decreto è stato esaminato dal consiglio dei ministri nelle sedute del 9 e del 18 settembre ed è da ieri alla firma del capo dello Stato e dovrebbe andare in Gazzetta ufficiale domani.
Il ministro della Pubblica istruzione Mariastella Gelmini aveva annunciato l'introduzione della norma nel corso di una conferenza stampa a palazzo Chigi dopo il consiglio dei ministri del 9 settembre scorso.
Da allora però il testo ha avuto numerose traversie e revisioni: è tornato al consiglio dei ministri del 18 settembre, benché il comunicato di Chigi del 9 parlasse di "esame completato", ed ha avuto in seguito ulteriori aggiustamenti fino a che le norme sulla scuola, contenute nell'articolo 17, sono state espunte prima di sottoporre il testo alla firma di Giorgio Napolitano.
(notizia Reuters)
giovedì 24 settembre 2009
Scuola. A Palermo i precari occupano l'ufficio scolastico provinciale: scacciati dalla Polizia!
Decine di precari della scuola (docenti, collaboratori scolastici, assistenti tecnici e assistenti amministrativi) hanno occupato il piano terra dell'ufficio scolastico provinciale di Palermo, riprendendo la lotta contro i tagli previsti dalla riforma della pubblica istruzione.
"Nonostante gli appuntamenti concessi dalle istituzioni - dice in una nota il coordinamento dei Cobas - non si sono ottenute risposte soddisfacenti alle nostre istanze. Respingiamo l'elemosina offerta dal governo, e accettata dai sindacati confederali, dei contratti di disponibilità che prevede l'indennità di disoccupazione al 60% dello stipendio. La Regione può sbloccare i fondi Fas o i fondi non utilizzati per i termovalorizzatori e trovare una soluzione".
(palermo.repubblica.it)
I Precari cacciati dalla Polizia
inviato da surfingthewind
Un aggiornamento per chi legge questo articolo.
La Polizia in ASSETTO ANTISOMMOSSA ha evacuato con la forza i precari che occuopavano il Provveditorato e minacciato le denuncie. Erano più i poliziotti intervenuti che i precari occupanti. Ancora una volta si usa la forza per sopraffare i diritti dei lavoratori sotto il silenzio più assoluto di media e delle istituzioni.
Precari Scuola: la Regione Campania stanzia venti milioni di Euro
“La Regione Campania mette in campo tutte le sue energie – spiega Caputo - per garantire una fascia più ampia di precari, personale docente e non docente della scuola che rischia di rimanere escluso dal mondo del lavoro”
“Il tempestivo intervento dell’ente regionale – continua il Consigliere Regionale - ha permesso attraverso un accordo firmato con il Ministero dell’Istruzione, di stanziare venti milioni di euro per arricchire l’offerta formativa e integrare il reddito del personale docente e non docente che altrimenti rimarrebbe fuori dalla scuola”
“Il provvedimento del ministro Gelmini di fatto, attua tagli indiscriminati e ingiustificati, mascherandoli con una riforma che non esiste. Senza l’intervento della Regione, – dichiara ancora Caputo - avremmo permesso il licenziamento di migliaia di lavoratori. Non possiamo consentire che in un momento di forte crisi economica, si riduca un servizio pubblico essenziale come l’istruzione, a danno di tutte le famiglie”.
“La scuola non ha bisogno di tagli e ridimensionamenti – conclude il vice capogruppo Pd -ma di più risorse per incrementare l’offerta formativa e utilizzare al meglio il patrimonio culturale e sociale che è anche il personale precario della scuola”.
G. D'Angelo
(ecodicaserta.it)
17 cattedre di sostegno assegnate alla nostra provincia?
Riporto una notizia pubblicata ieri sul portale della Snals siracusana.
PRECARIATO: LA SEGRETERIA REGIONALE SNALS CI COMUNICA CHE LA NOSTRA PROVINCIA HA AVUTO ASSEGNATI N° 17 (DICIASSETTE) POSTI DI SOSTEGNO
Bisogna vigilare sulla loro suddivisione nei vari ordini di scuola.
(Quest'ultima, testuale, nota è da condividere in toto!)
mercoledì 23 settembre 2009
Scuola: ancora irrisolti i principali nodi che bloccano il sistema
La sua versione, perché la Gelmini ha anche un’altra fama, quella di avere la marcia indietro facile, di lasciarsi andare ad annunci che poi vengono ritrattati, e di citare cifre del tutto diverse dalla realtà. E’ l’unico ministro, infatti, ad aver avuto l’onore di un sito tutto suo, battezzato «Gelminometer», creato alcuni mesi fa per avere un archivio delle sue promesse non mantenute e dei cambiamenti d’opinione.
Nel frattempo le statistiche sono spietate. L’ultima pubblicata in ordine di tempo è una rilevazione Eurostat che pone l’Italia al 18mo posto nelle spese per istruzione. Una situazione che può soltanto peggiorare con i tagli in arrivo.
Ieri un ragazzo dell’istituto alberghiero di Benevento si è sentito male. La mamma è andata a prenderlo. Entrando in aula si è trovata davanti a una scena che non si aspettava: i ragazzi erano in 39, costretti a dividersi in 3 un banco. Quello di Benevento non è un caso isolato: le classi con più di trenta alunni sono in tante scuole d’Italia visto che la Gelmini quest’anno ha aumentato ancora il limite massimo portandolo anche a 30 studenti nelle scuole superiori.
Il problema è che cifre simili sono illegali dal punto di vista delle norme antincendio che prevedono massimo 25 alunni e di quelle igienico-sanitarie che stabiliscono una quadratura di 1,96 metri quadri a studente. Della questione si occuperanno i tribunali: il Codacons ha denunciato il ministro dell'Istruzione e i direttori degli uffici scolastici regionali a 104 procure per «interruzione e turbativa di pubblico servizio e violazione delle norme sulla sicurezza»
Lo chiamano «il mistero dell'insegnante scomparso». A dieci giorni dall’inizio dell’anno scolastico le associazioni di genitori di alunni disabili hanno perso le speranze di veder apparire gli insegnanti di sostegno che fino allo scorso anno si occupavano dei loro figli. I tagli hanno colpito anche loro, e così capita di tutto. Sette ragazzi con disabilità si sono trovati concentrati in una classe sola, seguiti da tre insegnanti di sostegno all’Istituto Professionale Francis Lombardi di Vercelli. Eppure i dati dicono che è stato rispettato il rapporto medio nazionale di un insegnante ogni due studenti, come vuole la legge, ma è aumentato il numero di alunni nelle classi e poi esistono delle differenze tra Regione e Regione: il Lazio, ad esempio, ha il peggior rapporto tra insegnanti di sostegno e alunni disabili (uno ogni 2,4).
Cinquantamila bambini in più resteranno nelle classi anche di pomeriggio, ha annunciato, trionfante, il ministro quattro giorni prima dell’inizio della scuola. Le classi a tempo pieno passano da 34.317 a 36.508, con un aumento dell'8 per cento. I genitori, però, sono andati a scuola con i loro figli e da un po’ di giorni raccontano una realtà molto diversa. A Bologna il tempo pieno si fa, è vero, ma lo pagano i genitori, dai 150 ai 300 euro l’anno. Sempre a Bologna, all’istituto Albertazzi, per garantire le lezioni fino al pomeriggio gli alunni hanno sei insegnanti diversi nell’arco della giornata. A Vado Ligure, nell’Istituto Comrpensivo, invece, hanno preferito far proprio finta di nulla: i genitori hanno presentato le richieste in segreteria ma di tempo pieno non c’è traccia.
Le versioni sono diverse. Anche sulle cifre non c’è accordo. Il ministro Gelmini sostiene che i tagli ai docenti previsti in Finanziaria sono 43mila, in 30 mila sono andati in pensione e quindi alla fine a rimanere senza lavoro quest’anno sono 12-13 mila prof. I sindacati dicono che a rimanere fuori saranno almeno 18 mila, e che comunque si tratta del «più grande licenziamento di massa avvenuto in Italia». Alcuni di loro potranno usufruire della norma salva-precari decisa dal ministro Gelmini. Il ministero sta preparando la versione finale del provvedimento finora solo annunciato e si sa che ne saranno esclusi quelli che hanno lavorato nel 2008/09 solo con supplenze brevi, anche chi ha sostituito un docente in maternità o un collega malato.
Dal prossimo anno le superiori non avranno più né sperimentali né discipline un po’ strane: la Gelmini ha cancellato centinaia di indirizzi e ricompattato il tutto in sei licei e 11 istituti tecnici. Dovrebbe andare in vigore dal prossimo anno ma ancora se ne sa molto poco perché i regolamenti sono ancora lontani dall’essere stati approvati. Si attende il via libera della Conferenza Stato-Regioni che però ha deciso di non riunirsi in segno di protesta contro le norme-salva precari. E, quindi, tutti i genitori italiani che hanno un figlio in terza media e vorrebbero partecipare ai colloqui di orientamento per le iscrizioni non sanno che pesci pigliare. Il ministero , in modo informale, ha già fatto sapere che la scadenza per le iscrizioni slitterà almeno di un mese.
Le proiezioni della Caritas dicono che quest’anno nelle scuole italiane ci saranno 700 mila alunni stranieri, il ritmo di aumento negli ultimi anni si aggira intorno al 20-25%. Il problema esiste, insomma, soprattutto di fronte alle protesta della Lega, e quindi il ministero dell'Istruzione sta studiando gli aspetti tecnici per introdurre un limite del 30% di presenza di alunni stranieri in classe, ha confermato il ministro Gelmini. Nel frattempo si creano scuole per soli stranieri come la elementare Pisacane, nel quartiere multietnico di Tor Pignattara di Roma. Quest’anno sarà frequentata quasi esclusivamente da alunni stranieri, circa il 97% degli iscritti: su 180 bambini solo 6 sono italiani. Lo stesso a Milano dove alla scuola elementare Radice su 96 alunni 93 sono immigrati.
di Flavia Amabile
(Lastampa.it)
La Tragedia del Precariato: LAUREATO PERDE POSTO DA MURATORE E SI UCCIDE
Laureato in matematica e fisica ma da anni precario e con un'occupazione da muratore, si e' tolto la vita perche' la ditta edile nella quale lavorava si e' vista costretta a ridurre il personale. Si e' sparato un colpo al petto un quarantanovenne residente a Sora. A trovare l'uomo, questa mattina, e' stata la moglie insospettita dal mancato rientro del marito a casa e dal fatto che dal balcone vedeva la sua auto parcheggiata in cortile, un'abitazione di Via Facchini.
La donna e' scesa ed ha notato il corpo dell'uomo sul sedile. In un primo momento ha creduto stesse male e poi quando si e' resa conto della tragedia ha immediatamente dato l'allarme. Inutile ogni soccorso. L'uomo, che fino al 2000 ha lavorato come vigilantes in un istituto di sicurezza, da otto anni si arrangiava con lavori saltuari, contratti a tempo determinato presso il Comune e presso alcune ditte in attesa della chiamata per l'insegnamento.
Ieri l'epilogo di una situazione economico-finanziaria e psicologica ormai devastante: la ditta, dove era impiegato come muratore da un paio d'anni, ha comunicato al quanrantanovenne che da lunedi' non avrebbe piu' lavorato. Sull'episodio indagano gli agenti del Commissariato di Sora. La Procura della Repubblica di Cassino ha disposto il sequestro della salma che quasi certamente verra' sottoposta ad esame autptico. L'uomo ha lasciato due bambini di sei e tre anni.
domenica 20 settembre 2009
Precari scuola: rischiamo l'oscuramento mediatico!
“il ritiro della legge sul maestro unico,
l'immissione in ruolo dei precari su tutti i posti vacanti,
l'abolizione del tetto massimo di un insegnante ogni due alunni diversamente abili,
il ritiro del ddl Aprea, l'attivazione di corsi abilitanti per i docenti in servizio non abilitati”).
a Catania proprio in corrispondenza della riapertura degli istituti si è svolto un dibattito pubblico, presso il liceo scientifico ‘Galileo’, alla presenza del direttore dell’Ufficio scolastico regionale Guido Di Stefano.
A Cagliari (dove prosegue il presidio dei precari davanti all’Ufficio scolastico provinciale) il partito d’azione sardo si trova in disaccordo con la mozione salva-precari avallata dal ministro Gelmini e su cui la Giunta si esprimerà martedì prossimo: sembra che però le possibilità ch vada respinta siano poche perché il Pd avrebbe dato il proprio assenso.
A Roma nel pomeriggio del 20 settembre il Coordinamento precari scuola, che ha allestito da due settimane consecutive (notte compresa) una protesta permanente davanti al Miur, composta da alcuni volontari che si alternano sotto dei gazebo e due camper, ha organizzato unatavola rotonda dal titolo "la scuola che vogliamo".
Malgrado però il grande attivismo, con il passare dei giorni, delle settimane, con l’anno scolastico praticamente cominciato ovunque, manca solo l’Abruzzo che per le conseguenze del sisma riprenderà comunque a partire dal 21 settembre, il timore di precari è che l’attenzione nei loro confronti si riduca. Per poi annullarsi del tutto quando, entro breve, verranno definitivamente approvati in Parlamento e pubblicati in Gazzetta Ufficiale i contratti di ‘disponibilità’. La conferma della poca considerazione verso le ragioni dei precari della scuola è giunta in settimana quando, a seguito dell’attentato avvenuto a Kabul che è costata la vita a sei militari italiani, la Fnsi ha rinviato al 3 ottobre la manifestazione per la libertà di informazione: “proprio in coincidenza – commenta amaramente il portavoce Cobas Piero Bernocchi - (stesso giorno, stessa ora, stessa città) con l'unica rilevante mobilitazione sociale a carattere nazionale in questo periodo, quella dei precari della scuola che così rischiano l'oscuramento politico e mediatico, è gravissima. Se davvero questi signori avessero a cuore la verità e la libertà di stampa avrebbero dovuto potenziare e non rinviare la manifestazione". In ogni caso "evitando – conclude - di andare in piazza il 3 e scegliendo una data più ravvicinata". In ogni caso, anche se la Federazione della stampa dovesse confermare lo slittamento al 3 ottobre, i precari hanno deciso: la manifestazione si farà.
Un segnale evidente che, alla luce degli ultimi eventi, indica il bisogno estremo dei precari di far sentire la loro voce. Di portarla all’interno delle case degli italiani. Il tempo però stringe. Il rischio è che se non vi saranno sviluppi positivi la protesta rischia il destino di tutte quelle svolte negli ultimi decenni ad inizio d’anno scolastico: di essere spazzate via, tranne qualche eccezione, con il sopraggiungere dell’inverno e senza aver prodotto risultati tangibili.
articolo di A. Giuliani per La Tecnica della Scuola
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sabato 19 settembre 2009
Sempre più visite sul nostro Blog
Quasi 3000 visitatori a Settembre, picco giovedì scorso con 899 ospiti.
Ci seguono anche dalla Romania (vedi commento al post di ieri).
Continuiamo con impegno a far sentire la voce dei precari e confidiamo nella collaborazione dei lettori.
Grazie a tutti.
La rivolta dei genitori per i tagli al sostegno
venerdì 18 settembre 2009
MariaStella story: biografia di una miracolata.
Finora le fabbriche sono state silenziose. Perfino i magistrati sono spaccati. Lei, Mariastella Gelmini, ha portato in piazza tutti: professori, genitori, precari, studenti. La sua riforma è la vera sconfitta del terzo governo Berlusconi.
Tremonti vuole tagli a scuola e università e il via alla privatizzazione strisciante: lei esegue, e lancia l'idea di trasformare istituti e atenei in Fondazioni in concorrenza fra loro. Il Vaticano vuole l'ora di religione cattolica come materia piena di insegnamento: per lei è subito una "posizione condivisibile". La tattica è elementare, se vuoi far carriera, non ti puoi fare troppi nemici.
Gelmini, ovvero la temibile leggerezza dello stare nel mezzo (secondo le anime buone) o della mediocrità (secondo quelle malvage). Non male per una che ogni due per tre sillaba, enuncia, predica la meritocrazia. Tattica o carattere?
Che poi qualche comprensione per la voglia di molti studenti a fine corso di chiudere i conti con la scuola e passare ad altro la dovrebbe avere, Mariastella Gelmini. Perché capitò anche a lei. Non alla maturità, ma nella tesi di laurea, Università di Brescia, facoltà di Giurisprudenza, appello del 12 luglio 1999. "Era venuta da me spiegandomi che, fuori corso di tre anni, voleva concludere in fretta gli studi, accennando di sfuggita a qualche suo impegno politico a Desenzano", racconta Antonio D'Andrea, ordinario di Diritto costituzionale: che dell'impacciatissima laureanda fu relatore. "Concordammo dunque una tesi non impegnativa: sull'iniziativa referendaria delle Regioni, tema allora d'attualità perché alcune amministrazioni di centrodestra, Lombardia in testa, si apprestavano a usare tale strumento per contrastare il governo Prodi". Si incontrano cinque o sei volte, l'ultima lui le chiede di rafforzare un po' l'apparato teorico e di completare il compitino almeno con un piccolo apparato di note e una bibliografia accettabile: ma capisce subito "che non è il caso di insistere. Certo non ci si innamora di uno studente come lei, media, diligente, non particolarmente motivata; ma in fondo il suo lavoro era passabile, c'era il minimo indispensabile. Il punto di caduta, inaspettato, fu la discussione della tesi". D'Andrea le rivoge una domanda di ordine generale: lei "rimane sconcertata, imbarazzata, è in difficoltà, mostra di non avere padronanza dell'argomento. In situazioni del genere non si infierisce: le chiedo qualcosa sull'argomento della tesi e in meno di dieci minuti, con un po' di disappunto, la licenziamo con 100/110". Significa che, arrivata con un punteggio d'esami di 99,28 pari a una buona media del 27, la tesi le fu valutata meno di un punto sugli 11 possibili. Dei cinque laureati quel giorno con D'Andrea, due con lode, lei fu la più scarsa. Che ha pensato il professore a vederla oggi ministro alfiere del rigore e del merito? "Non ricordo se mi è venuto da sorridere o se ho alzato gli occhi al cielo."
Gelmini voleva fare la ballerina. Le è andata male: è diventata ministro.
Al liceo classico le cose si fanno più complicate. Ne cambia tre: il Manin di Cremona dove frequenta i due anni di ginnasio, poi lo statale Bagatta di Desenzano dove comincia la prima liceo per lasciarlo a dicembre e spostarsi a Brescia, liceo privato diocesano Cesare Arici, lo stesso dove aveva studiato Giovanni Battista Montini, papa Paolo VI: "Sì, abbiamo fama di severità, ma senza particolari asprezze", racconta Gian Enrico Manzoni, che della liceale Mariastella fu l'insegnante di greco e latino. Quanto al carattere, Manzoni la descrive "riservata, né un'isolata né una leader, nessuna bega con i compagni, non che io ricordi almeno": già allora tendeva ad andare d'accordo con tutti. "Non ero la prima della classe, ma non ho mai avuto problemi", ha sintetizzato quel periodo l'interessata. È vero. In pagella prese 5 in latino scritto al primo quadrimestre, "ma era un'alunna diligente, anche se non mi viene in mente nessun particolare amore per questo o quell'autore, e a fine anno conquistò il 7", ricorda Manzoni. In greco, italiano, matematica oscilla sempre fra il 6 e il 7. Scienze 7, arte e storia 8. Alla maturità, siamo nel luglio 1992, uscì con 50/60.
Nel 2002, passato a Reggio Calabria l'esame di Stato per diventare avvocato c'è un rimpasto in giunta alla Provincia di Brescia: "Gelmini divenne assessore al Territorio", racconta Nicoli Cristiani. Dopo le provinciali del 2004 la Lega esige il Territorio, Gelmini prende l'Agricoltura. Ma ha un feeling più intenso con i cacciatori, che nel bresciano sono una lobby potentissima per tradizione e per business: la voteranno in massa quando, nell'aprile 2005, diventa consigliere regionale, prima eletta di Forza Italia, a Brescia con 17.500 preferenze. Li ricambierà, racconta Nicoli, battendosi in consiglio regionale per l'approvazione della caccia in deroga, cioè perché possano liberamente sparare a peppole, stornelli e fringuelli.
Nell'anno esatto in cui resta consigliere regionale. Berlusconi la vuole subito a Roma, nella segreteria di Palazzo Grazioli. Un mese dopo la nomina coordinatrice regionale di Forza Italia. Nel 2006 è eletta deputato. Poi, domenica 18 novembre 2007, in un'ora e mezzo organizza una folla in piazza San Babila per l'annuncio che Silvio ha deciso di fare, bruciando i tempi: la nascita del Popolo delle libertà. Da quel predellino il capo lancia anche lei, Mariastella, nel firmamento delle star del centrodestra.
Roma le ha cambiato il taglio di capelli, dal parrucchiere delle dive Roberto D'Antonio accanto a Montecitorio, ma non l'approccio circospetto, il talento di evitare rogne. Se Renato Brunetta si tuffa appena intravede una polemica, Gelmini fugge borbottando che "non si fa così"
Non si nega invece, il ministro Gelmini, dove sa che il parterre è tutto per lei.
(l'articolo completo si può leggere qui:
http://espresso.repubblica.it/dettaglio/e-caduta-una-mariastella/2109717&ref=hpsp)
Catania: niente lezioni per protesta!
Le rassicurazioni fornite da Di Stefano non hanno soddisfatto i precari che ritengono i contratti di disponibilita' inutili e mortificanti. La protesta non e' conclusa e cointinua con l'occupazione permanente del Csa e assemblee convocate ogni giorno alle 18.
(agi.it)
mercoledì 16 settembre 2009
Successo della manifestazione di Palermo: quattromila in corteo!
Circa quattromila tra insegnanti, ausiliari e precari della scuola provenienti da tutta la Sicilia si sono riversati nelle vie della città per chiedere la modifica della legge che taglia quest'anno nell'isola oltre 7 mila posti di lavoro. In corteo anche la statua lignea del santo patrono dei precari
Il corteo è partito da piazza Marina a Palermo per raggiungere Palazzo d'Orleans, sede della presidenza della Regione siciliana. Ad aprire la manifestazione le bandiere di Cisl, Uil e Cgil. Dietro, una statua in legno come quella delle processioni. "E' San Precario - affermano - che si scaglia contro i quattro dell'Apocalisse: Gelmini, Tremonti, Brunetta e Berlusconi". La statua è seguita dai precari che non aderiscono ai sindacati "perché non accettiamo - dicono - i contratti di disponibilità". Su altri striscioni c'è scritto "Salviamo la scuola pubblica".
I precari chiedono alla Regione di elaborare "un piano quadriennale per attribuire alla scuola parte dei fondi Fas".
Il coordinamento dei precari ha anche indetto una manifestazione di protesta nazionale per il 3 ottobre a Roma. E il 23 del mese prossimo vi sarà un'altra protesta, sempre nella capitale, indetta dai sindacati.
"Al presidente della regione - dice Giusto Scozzaro, segretario generale della Flc Cgil siciliana - chiediamo di intervenire con decisione sul governo nazionale per la modifica della legge sui tagli, che rischia di portare allo sfascio la scuola pubblica".
"Per il rilancio del sistema pubblico di istruzione - aggiunge - è inoltre necessaria un'azione sinergica di tutti i soggetti coinvolti". I sindacati chiedono "l'istituzione di un tavolo di crisi regionale sulla scuola siciliana e sollecitano un piano pluriennale di stabilizzazione del personale docente e Ata".
martedì 15 settembre 2009
Le bugie hanno il naso lungo (o le gambe corte: Gelmini, non andrai lontano!)
Scuola: confermato il limite di venti alunni nelle classi con disabili
Nessuna classe che accoglie alunni disabili sarà costituita da più di 20 alunni e non sarà diminuito il numero degli insegnanti di sostegno.
Sono prive di qualsiasi fondamento, quindi, le notizie riportate da alcuni organi di stampa secondo cui le scuole avrebbero la possibilità di inserire più di venti alunni nelle classi che ospitano studenti con disabilità.
Il Ministero ha accolto infatti tutte le richieste di abolizione della possibilità di deroga a questo limite che è ribadito dal Regolamento di riorganizzazione della rete scolastica.
Studenti disabili è già emergenza
di Maristella Iervasi
Classi-pollaio alle medie come alle superiori. Il sovraffollamento nelle aule la fa da padrone nella scuola dei tagli della Gelmini. E oggi - primo giorno di lezione per gli studenti d’Italia - l’amara sorpresa delle famiglie con figli che vivono in una condizione di disagio. A Velletri ben cinque alunni con disabilità sono finiti insieme in una classe di trenta adolescenti. A Cagliari, cinque ragazzi svantaggiati siedono negli ultimi banchi “isolati” da oltre venti compagni. A Vercelli sette disabili su 23 alunni. Ma il ministro dell’Istruzione continua a tacere, in barba al progetto stesso di integrazione.
Gli insegnanti di sostengo in tutta Italia sono circa 90mila. Gli alunni con disabilità sono circa 180 mila. Dunque: il sostegno non è stato tagliato ma il numero degli alunni certificati è cresciuto. Ma la ministra unica dell’Istruzione non ha dato le risorse rispetto ai nuovi bisogni. Tutti pensano che a scuola ci sia un insegnante di sostegno ogni due alunni. In realtà, questa è una media non è un dato numerico. Nelle classi i docenti sono stati assegnati fino a tre o quattro casi. Se non di più.
Una questione delicata quella degli alunni con disabilità e il Miur ne era a conoscenza da tempo. L’Unità denunciò lo scenario nel marzo scorso. Il ministero intervenne con una secca nota, liquidando la questione in poche righe: “Scuola, confermato il limite di venti alunni nelle classi con disabili”. Glissando, anche nel comunicato stesso, sui veri contenuti. Il numero richiamato, infatti, era riferito esclusivamente al totale degli alunni della classe e non a quanti alunni disabili potevano essere iscritti in una classe composta da venti alunni.
Nel regolamento sulla riorganizzazione scolastica la Gelmini aveva tralasciato di fissare il tetto massimo degli alunni con disabilità nelle classi. Con grande disperazione dei dirigenti scolastici, lasciati soli a districare l’impietosa questione. Le associazioni che si interessano di integrazione scolastica speravano in una correzione ad hoc nelle linee guida attese per l’autunno. Invece, a sorpresa, il provvedimento è stato emanato in piena estate quando le famiglie e le scuole erano in vacanza. Anche in questo documento la questione è stata omessa, coperta da un velo di silenzio. Per gli studenti con disabilità l’amara constatazione entrando in classe: è come se la Gelmini gli avesse detto «Per voi la scuola finisce qui».
(unita.it)
lunedì 14 settembre 2009
Gelmini: "Via dalla scuola i prof che fanno politica". I Prof.: "Via la Gelmini dalla scuola!"
Intervista (commentata) della Ministra (sic!) al Corsera. I commenti sono in corsivo (per la Ministra: le scritte con le lettere pendenti come la torre di Pisa).
«Ci sono alcuni dirigenti scolastici e insegnanti, una minoranza, che disattendono l’attuazione delle riforme»(ma allora c'è ancora speranza per il genere umano!).
In che senso disattendono? «Ad esempio vogliono mantenere il modulo anche se il modulo è stato abolito con il passaggio al maestro unico prevalente». Alcuni docenti, come sa, non condividono la riforma. «Criticare è legittimo ma comportarsi così significa far politica a scuola e questo non è corretto. Se un insegnante vuol far politica deve uscire dalla scuola e farsi eleggere (magari nel PDL, se sei carina e disponibile non è difficile!). Quella è la sede per le sue battaglie, non la cattedra ». Comincia l’anno scolastico, il ministro della Pubblica istruzione (sic!)Mariastella Gelmini ha appena fatto gli auguri («in bocca al lupo») agli 8 milioni di studenti che da oggi torneranno in classe (io, fossi in loro, mi gratterei!). Ma, con la protesta dei precari e la manifestazione annunciata dal Pd, questo primo giorno di scuola sembra portare con sé nuove tensioni.
Ieri, sul Corriere, Ernesto Galli della Loggia (un altro genio!)ha paragonato il ruolo del ministro dell’Istruzione a San Sebastiano, bersagliato da ogni parte e destinato quasi sempre a scontentare tutti. Lei è su quella poltrona da un anno e mezzo, si trova d’accordo?
«È vero, è un ruolo complicato ma non mi sento un ministro particolarmente contestato (no-ooo!). Tempo fa, ricordo, ne parlai con il mio predecessore Luigi Berlinguer (un altro genio!)».
Anche lui ebbe qualche guaio.
«Con un certo senso dell’umorismo mi disse che ero molto fortunata perché il vero inferno l’aveva vissuto lui, criticato anche dalla sua stessa maggioranza (chissà perchè?)».
Lei non ha questo problema ma oggi ci saranno manifestazioni di protesta in tante città.
«Rispetto chi contesta ma sono convinta che si tratti di un numero molto limitato di persone».
Limitato?(?????!!!!!!!)
«Limitato rispetto ai tanti genitori e studenti che non si vogliono più accontentare di una scuola mediocre (nè di un ministro ancora più mediocre!). E che non vogliono sentir parlare solo di organici e di curriculum ma di scuola come luogo di educazione, di un servizio che dovrebbe stare a cuore a tutti (dovrebbe...a tutti!). Come gli ospedali».
Per rimettere ordine nel campo dell’istruzione Galli della Loggia (geni-o!)si augura proprio uno sforzo congiunto di tutte le forze politiche interessate al bene del Paese. Lei ci crede?
«No. Nella mia prima audizione in Parlamento avevo auspicato che tutte le riforme venissero affrontate con uno spirito bipartisan (ma perchè la sua è una riforma?). Dopo un anno, dalla sinistra non ho sentito proposte ma solo invettive contro il governo: se necessario, quindi, andremo avanti da soli. Su questo punto sono delusa dal mio predecessore, Giuseppe Fioroni (ancora un genio...ma quanti ce ne sono in Italia?)».
Alcune riforme del ministro Pd, ad esempio sull’istruzione tecnica e sulla formazione, lei però le ha confermate.
«Sì, perché sono decisioni che condivido. Ma credo che ormai Fioroni debba scegliere se fare il responsabile istruzione del Pd, e quindi lavorare per il bene della scuola italiana, oppure fare politica punto e basta. Nessuna sorpresa se lui gioca una partita in vista del congresso del suo partito ma non usi la scuola come strumento della contesa tra Franceschini e Bersani. La scuola non può essere il luogo della protesta della sinistra e della Cgil (ma neanche una vetrina per un'avvocatessa mediocre che straparla di meritocrazia e si abilita a Reggio Calabria)».
Intende dire che la protesta dei precari è strumentalizzata dalla sinistra?
«La protesta esprime un disagio reale che va rispettato. Ma la sinistra preferisce salire sui tetti per esprimere la solidarietà ai professori (che Lei invece licenzia)e cavalcare il disagio sociale senza assumersi responsabilità per il passato».
Sono solo loro le responsabilità? In questi anni ha governato anche il centrodestra.
«Sono responsabilità che vengono da lontano (lontano quanto? tipo Brescia-Reggio Calabria?). Per anni, complici i sindacati, si è data la sensazione che ci fosse spazio per tutti quelli che volevano fare gli insegnanti, per poi lasciarli in graduatoria anni ed anni. Sono state vendute illusioni che si sono trasformate in cocenti disillusioni».
Ma chi aspetta un posto da 20 anni ed è ancora precario ha forse torto a scendere in piazza e chiedere una cattedra, uno stipendio?
«No, certo. Credo che nei prossimi cinque anni, grazie ai prepensionamenti(eh eh eh eh!), la gran parte di questi precari verrà assorbita negli organici. Ma è fondamentale impedire che nel frattempo si allunghi di nuovo la coda. Per questo abbiamo chiuso le sis, le scuole di specializzazione per l’insegnamento, e introdotto il numero programmato ».
È vero che il Quirinale ha espresso dubbi sull’inserimento della norma salva precari nel decreto Ronchi sulle violazioni comunitarie? Servirà un decreto ad hoc?
«Dal Colle non ci è arrivata nessuna comunicazione ufficiale (solo un vaffa ufficioso). Se arriverà la rispetteremo anche se resto convinta della nostra scelta. In ogni caso sarebbe uno slittamento di pochi giorni ».
Ministro, gli stranieri sono sempre più numerosi nelle nostri classi. In alcuni casi si arriva al 97 per cento degli studenti: va bene così?
«No, rischiamo di creare delle classi ghetto. Dall’anno prossimo ci sarà un limite del 30 per cento. Volevamo introdurlo già quest’anno ma non c’erano i tempi tecnici per procedere ».
L’inglese alla scuola media. La possibilità di aggiungere due ore alle tre già previste si è scontrata con le ordinanze del Tar del Lazio. Ci riproverà l’anno prossimo?
«È vero che ci sono delle difficoltà applicative. Ma, compatibilmente con gli organici, è una strada percorribile già quest’anno. È stata chiesta dal 15 per cento delle famiglie».
E per l’università? Quando crede che arriverà in porto la riforma?
«Tra ottobre e novembre partirà l’esame in Parlamento, spero che il prossimo anno sia operativa (sic!)».
Anche quest’anno ci sono stati errori nei test d’ingresso. È un modello da modificare?
«Per medicina c’era solo un errore sul sito internet, l’abbiamo corretto e il quesito sarà conteggiato. Mentre per architettura stiamo valutando se non tener conto di una domanda che forse non era chiara. In futuro i test non saranno più gestiti dalle singole università ma nazionali, per ogni facoltà. Così sarà possibile indirizzare ogni ragazzo verso la facoltà più adatta al suo talento ed al suo merito».
Lorenzo Salvia (ed Emanuele Limpido)
sabato 12 settembre 2009
Incredibile a Vercelli: 7 alunni disabili nella stessa classe!
A poco meno di una settimana dall’inizio della scuola tiene banco la vicenda legata all’istituto «Lombardi»: a causa dei tagli le due terze «Moda» sono state accorpate in una sola quarta che inizia l’anno con sette alunne disabili su ventitrè. «Una situazione difficilissima che mette a forte rischio lo svolgimento regolare dell’attività scolastica e l’apprendimento delle ragazze - prosegue il preside -. Delle sette alunne con differenti disabilità infatti tre sono gravi e hanno bisogno di un docente personale. Questo porterebbe in aula alla contemporanea presenza di 23 alunne, della prof di ruolo e di 4/5 docenti in affiancamento: una situazione complicatissima e ingestibile».
Sollecitato più volte da lettere di protesta e sit-in di genitori e docenti, nei giorni scorsi il provveditore di Vercelli Antonio Catania ha comunicato la decisione dell’Ufficio scolastico: la quarta «Moda» rimarrà unita e potrà sdoppiarsi solo nelle ore di laboratorio.
«Una soluzione che non risolve nulla - conferma Gardinale -. Ho chiesto ripetutamente due quarte, senza ottenere un sì. La divisione nei laboratori è il minimo, ma è legato più a a problemi di spazio e di sicurezza che alle reali esigenze della classe. Ad esempio nelle ore di taglio e cucito vengono utilizzate forbici e aghi e potrebbero nascere situazioni difficili. È comunque una soluzione che non migliorerà l’attività didattica anche perchè riguarda solo 5 ore sulle 36 settimanali».
Anche il corpo docenti dell’Ipsia condivide le preoccupazioni del preside, come conferma la professoressa Angela Salvo, particolarmente attenta alla situazione degli alunni con disabilità: «Lo sdoppiamento nelle ore di laboratorio è importante e tangibile ma risponde solo a esigenze pratiche. Le priorità cognitive e psicologiche delle allieve, invece, non si possono toccare con mano e quindi passano in secondo piano. Ma sono gli aspetti più importanti e non possono essere ignorati, dimenticati e calpestati in questo modo. Sono priorità che meriterebbero più di ogni altra cosa gli investimenti di denaro pubblico. Una situazione che considero molto triste».
(lastampa.it)
giovedì 10 settembre 2009
Sindaco leghista rimuove targa alla memoria di Peppino Impastato
Il sindaco leghista della nuova amministrazione del Comune di Ponteranica, in provincia di Bergamo, ha fatto rimuovere dalla biblioteca la targa dedicata alla memoria di Peppino Impastato, giovane siciliano ucciso dalla mafia nel 1978, che era stata messa solo lo scorso anno.
La motivazione: meglio onorare personaggi locali. Nel caso specifico, il sacerdote Giancarlo Baggi, morto nove anni fa. In realta' la targa a Impastato sarebbe potuta restare fino al maggio prossimo, visto che per dedicare la biblioteca al sacerdote bisogna, secondo la legge, aspettare che scadano i dieci anni dalla morte.
Ma il sindaco Cristiano Aldegani (che aveva anche tentato di agire con procedura d'urgenza ma era stato stoppato dalla prefettura) ha voluto comunque togliere la dedica al giovane siciliano per sostituirla, nel frattempo, con la semplice scritta 'Biblioteca comunale di Ponteranica'. Nei giorni scorsi la notizia era arrivata all'associazione Libera e all'associazione 'Peppino Impastato' che con l'Arci di Bergamo si erano appellate ad Aldegani mandandogli una lettera per chiedergli un incontro al quale avrebbe partecipato il fratello di Peppino Impastato per cercare di fargli cambiare idea, informandolo anche della loro 'ferma determinazione a porre in campo tutte le iniziative di tutela della memoria di Peppino'. Ma il sindaco e' andato avanti per la sua strada.
Che dire? L'Italia è in mano a questi personaggi che definire squallidi può apparire gentile.
Almeno il signore della foto, sindaco di un buco di culo invisibile agli occhi meno attenti nella carta geografica d'Italia ha avuto il suo quarto d'ora di celebrità. Adesso può tornare nel limbo che merita.
Il nome dell'eroe Peppino Impastato è indelebilmente nella nostra memoria, nessuna targa rimossa potrà cancellarlo.
COBAS scuola: Siamo tutti precari!
SIAMO TUTTI PRECARI 60.000 posti di lavoro tagliati, 7200 disoccupati in più in Sicilia inizia così il nuovo anno scolastico - docenti e personale ATA soprannumerari trasferiti in altre scuole - maestro unico in prima elementare e organico per 27/30 ore - eliminate le compresenze per i progetti di arricchimento dell'offerta formativa e per il recupero - depotenziato il tempo pieno e il tempo prolungato - diminuite le ore d'insegnamento per lettere e tecnologia - eliminate tutte le sperimentazioni e il bilinguismo - riconduzione a 18 ore di tutte le cattedre - segreterie svuotate e corridoi privi di sorveglianza E' ARRIVATO IL MOMENTO DI DIRE STOP AI TAGLI OGNUNO DI NOI PUO' FARE QUALCOSA PARTECIPANDO ALLE INIZIATIVE DI PROTESTA AIUTANDO I COLLEGHI PRECARI - Non accettando gli spezzoni orari residui oltre l' orario cattedra - Non accettando di fare ore eccedenti retribuite - Non accettando alunni di altre classi divisi per mancanza dell'insegnante, se non dietro ordine di servizio scritto, perchè é contro le norme di sicurezza, - Il personale ATA rifiuti le supplenze per sostituire i colleghi assenti (art.6 Dpr 119/2009) che oltre ad essere un aggravio di lavoro scarsamente retribuito, tolgono opportunità di lavorare ai supplenti delle graduatorie
lunedì 7 settembre 2009
Gli appuntamenti della settimana
Mercoledì 9 settembre ore 9.30 al Quintiliano si comincia un volantinggio nelle scuole per sensibilizzare TUTTI i colleghi precari e di ruolo docenti e personale ATA in servizio; Giovedì 10 settembre ore 9.30 al Fermi si continua il volantinaggio fino a giungere alla Provincia. Venerdì 11 settembre alle ore 17.30, (presso la Sala Convegni del Santuario Madonna delle Lacrime - ingresso Viale Cadorna) Convegno dell'Italia dei Valori dal tema: "Legalità - Politica e Sviluppo"; sarà presente Di Pietro, Leoluca Orlando e quindi la stampa: è un momento importante per catalizzare l'attenzione su di noi! Sabato 12 pomeriggio (luogo e ora ancora da stabilire) ASSEMBLEA CITTADINA insieme ai sindacati di categoria; saranno invitati i deputati regionali e nazionali. Lunedì 14 settembre manifestazione REGIONALE a Palermo. La CGIL mette a disposizione posti in pullman per i quali è necessario confermare la presenza! Attendiamo via email la vostra adesione. Vi aspettiamo Comitato Scuola Siracusa
Comunicato stampa Sinistra e Libertà Siracusa
Orizzonte scuola: per La Padania i docenti precari sono dei disadattati sociali nonchè ignoranti
Un articolo assurdo che non solo offende una categoria intellettuale quale quella dei docenti definendola “pseudointellettuali” ma che cade in una profonda contraddizione. Infatti nell’articolo si legge: “questi 'ignoranti' sono stati graziati da 'ridicoli corsi abilitanti'! ”. “Il giornalista – afferma Giovanni Di Stefano Segretario Nazionale dei
Giovani MPA - non ricorda evidentemente che l'ultimo corso abilitante è stato promosso dalla Moratti con la firma della Lega”. “Io – Continua Di Stefano - mi schiero apertamente dalla parte di questi "disadattati sociali", come li chiamano loro, che nella maggior parte dei casi si trova al nord, una categoria lavorativa che svolge dignitosamente e con tanti sacrifici, un mestiere che i loro corregionali non vogliono fare.
Leggendo questo articolo sono stato folgorato sulla via di Damasco, rendendomi conto che in questi anni non ho capito nulla della vita. Ineffetti sono proprio i docenti precari gli ignoranti e i disadattati sociali. E pensare che fino a prima della lettura pensavo che gli ignoranti fossero i pluri ripetenti della scuola . . . che sciocco! Quelli non sono ignoranti ma aspiranti componenti degli osservatori dell’ Expo di Milano!
Chissà, magari in futuro per chi dalla terronia si reca al nord per insegnare ci sarà da superare un meraviglioso esame in dialetto..evviva l'Europa, evviva l'Italia delle libertà! ”
Mi permetto di ricordare al giovane esponente dell'MPA che il suo partito, oltre ad essersi presentato alle elezioni con la Lega Nord, fa parte assieme a quel partito, della maggioranza di governo che licenzia i disadattati ignoranti.
Chiedere un po' di coerenza sarebbe troppo?
domenica 6 settembre 2009
Sit-in a Siracusa: facciamoci sentire!
Lunedì 7 settembre alle ore 10, sit-in di protesta del comitato scuola siracusa, presso la prefettura, in piazza Archimede a Siracusa
sabato 5 settembre 2009
Scuola, cresce la protesta
a Roma prosegue l'occupazione ufficio scolastico provinciale
Proteste in tutta Italia dei precari della scuola contro i tagli del governo nel "No Gelmini day". A Roma prosegue l'occupazione dell'Ufficio scolastico provinciale in via Pianciani. Il portavoce dei Cobas della Scuola, Piero Bernocchi, spiega che «l'occupazione è stata decisa contro i drammatici tagli nell'istruzione pubblica che lasciano senza lavoro, dopo anni o decenni di supersfruttamento, decine di migliaia di precari della scuola, docenti e Ata, e immiseriscono ancor più una scuola pubblica già dissanguata da una continua riduzione di investimenti e impegni da parte dello Stato».
«La protesta - prosegue Bernocchi - vuole essere anche una risposta all'ultimo e catastrofico progetto della Gelmini , i cosidetti "contratti di disponibilità" che non sono altro che un tentativo di dividere i precari offrendo a una ristrettissima fascia di essi dei contratti regionali per mansioni vaghe e ultraflessibili in cambio di sottosalari, la cui copertura finanziaria al momento neanche esiste. Progetto che i precari e i Cobas condannano nettamente e che sta ricevendo invece l'appoggio anche dei sindacati concertativi».
Corteo dei precari anche a Milano. Dietro lo striscione "Da Milano a Palermo assunzione per tutti", firmato coordinamento 3 ottobre, presenti oltre 300 precari. Tra i partecipanti alcuni esponenti politici locali come Emanuele Fiano del Pd, Antonello Patta del Prc assieme ad altri partiti della sinistra radicale. Secondo Leonardo Donofrio, del sindacato IUniscuola, «hanno ragione i precari nel sentirsi presi in giro e nel diffidare dalle promesse».
Precari in mutande a Palermo. Hanno indossato mutande e costumi da bagno, sopra i vestiti, per attirare ancora l'attenzione dell'opinione pubblica sulla loro situazione di precari della scuola «rimasti in mutande» e che non «possono neanche andare a mare per una breve vacanza». La manifestazione di insegnanti e personale Ata si è svolta davanti l'ufficio scolastico in via Praga a Palermo dove da dieci giorni è in atto un presidio permanente di precari con cartelli e striscioni contro la riforma della pubblica istruzione.
Il coordinamento della protesta chiede: il ritiro dei tagli della scuola pubblica; la stabilizzazione di tutti i precari della scuola; la risoluzione della vertenza del personale Ata. Il coordinamento rifiuta poi i contratti di disponibilità. I sindacati provinciali della scuola Flc-Cgil, Cisl, Uil e Snals hanno indetto per il 14 settembre una manifestazione a Palermo e ieri sera hanno deciso di sospendere l'occupazione dell'Ufficio scolastico.
A Catania oltre cinquecento precari hanno sfilato in corteo. Insegnanti e impiegati Ata hanno portato a spalla un cassa da morto che rappresentava la scuola pubblica italiana e esposto manifesti e scandito slogan contro la Gelmini. «Questa strada - ha sottolineato Giovanni Nastasi, del coordinamento precari di Catania - è piena di persone che l'anno scorso avevano un posto di lavoro, una cattedra. Oggi siamo tutti a spasso: 1.500 tagli nella sola provincia di Catania non sono numeri, ma persone come me e i miei colleghi, persone che hanno una vita, una storia e sentimenti». A Catania da giorni i manifestanti hanno occupato l'Ufficio scolastico provinciale.
A Messina circa 400 precari della scuola stanno protestando per il «No gelmini day» davanti alla sede della prefettura, dove sono giunti in corteo, dopo aver sfilato per le vie della città partendo da piazza Municipio. I manifestanti hanno portato in corteo una bara con scritto «La scuola è a lutto per la perdita dei suoi precari». «In città - ha detto Mariagrazia Pistorino, segretaria della Flc Cgil di Messina - la situazione dei precari è gravissima».
A Benevento gli insegnanti precari sono scesi in piazza dando vita a un corteo per il "no-precary day".
Oltre un centinaio di persone, comprese alcune insegnanti che stanno occupando da una settimana il terrazzo della sede dell'ufficio scolastico provinciale di Benevento, hanno dato vita al corteo di protesta partendo da via Gramazio (sede dell'ex provveditorato) per poi giungere, lungo le strade principali della città, sotto la prefettura di Benevento dove sono stati ricevuti dal neo prefetto Michele Mazza. All'interno del corteo si sono notati striscioni con scritte «500 tagli solo nel Sannio» e «No al più grande licenziamento effettuato in Italia», alludendo ai tagli previsti dal decreto Gelmini.
(ilmessaggero.it)
Le rivendicazioni del Comitato Scuola Siracusa presentate al Prefetto
Stamane manifestazione sotto la Prefettura di Siracusa.
Una delegazione di sindacalisti e rappresentanti dei precari ha incontrato il Prefetto.
In quest'occasione è stato consegnato un documento con le rivendicazioni del Comitato.
Eccone i tratti salienti:
Come COMITATO SCUOLA SIRACUSA intendiamo denunciare, per la nostra Provincia:
- i tagli sconsiderati alla scuola pubblica, specialmente in Sicilia e a Siracusa;
- la cancellazione di migliaia di cattedre e del personale ATA, specie nel Meridione; tale politica blocca il turnover generazionale dei docenti, escludendo cinicamente i più giovani, i quali hanno investito tempo, risorse ed energie per formarsi, specializzarsi ed abilitarsi;
- l’aumento del numero di alunni per classe, con conseguenti rischi per la sicurezza e abbassamento dell’offerta formativa;
- l’emarginazione dei ragazzi disabili, privati dell’insegnante di sostegno e delle ore necessarie per la loro formazione ed integrazione, specie in Sicilia ed in particolare a Siracusa, dove insiste un’elevatissima percentuale di alunni H;
- le utilizzazioni di personale docente non specializzato su posti di sostegno, che si ripercuotono negativamente sul recupero e l’integrazione degli alunni disabili;
- la possibilità offerta ai docenti delle scuole secondarie di poter svolgere 24 ore settimanali (18+6), sottraendo spezzoni orari di 6 ore ai precari disoccupati;
- la mancanza di un limite alle assegnazioni interprovinciali;
- la figura del maestro unico alle elementari, perché la nostra società complessa richiede più modelli formativi di riferimento e più specializzazioni.
Le nostre richieste più immediate sono le seguenti:
- la difesa dell’organico docente e del personale ATA, per garantire l’efficacia, l’efficienza e la sicurezza delle strutture scolastiche;
- l’attuazione completa del Piano programmatico di stabilizzazione triennale dei docenti precari, approvato dal precedente governo;
- la stabilizzazione dei 142.000 posti assegnati a livello nazionale dai vari CSA provinciali attraverso la trasformazione dell’organico di fatto in ruolo;
- l’assunzione a tempo indeterminato dei precari della scuola impedisce qualunque prolungamento degli incarichi annuali a tempo determinato (specificamente si fa riferimento alle proposte di triennalizzazione dei contratti a tempo determinato);
- l’abrogazione degli artt. 64 e 66 della legge 133 e della legge 169 ;
- l’abrogazione dei commi: 411 punto d) 413, 414 dell'art.2 della L.244/07;
- il ritiro della Proposta di legge “Aprea”;
- l’aumento dei fondi destinati all’istruzione statale, l’unica che dovrebbe beneficiarne;
- l’utilizzo dei fondi di istituto e dei finanziamenti europei per garantire la presenza di un numero di docenti di sostegno adeguato alle necessità (piuttosto che utilizzare tali finanziamenti per fare progetti, che talvolta lasciano il tempo che trovano);
- il ripristino della pluralità docente e l’attuazione integrale del tempo pieno e modulare garantito nello stesso modo in tutte le regioni e finanziato dalla fiscalità generale;
- il divieto, per i docenti della scuola secondaria, di poter svolgere 24 ore settimanali, di fatto privando i precari disoccupati anche degli spezzoni orari di 6 ore;
- il rispetto di un numero di alunni adeguato per classe (20, 25 al massimo), anche in funzione delle cubature delle aule, sia per motivi di sicurezza che per garantire una migliore offerta formativa;
- il rispetto del numero di 20 alunni per classe laddove vi è iscritto un alunno diversamente abile;
- lo sblocco del turn-over, sostituendo tutti gli insegnanti in pensionamento;
- la definizione di un limite adeguatamente ponderato alle assegnazioni interprovinciali;
- l’applicazione nelle scuole private e paritarie delle condizioni contrattuali e delle modalità di reclutamento vigenti per i lavoratori delle scuole statali;
- il rafforzamento del potere degli organi collegiali all’interno della scuola e della loro funzione decisionale.
Ricordo a tutti che per lunedì 7 è programmato un sit-in sotto la prefettura.
Non è necessario sottolineare l'importanza di un'ampia partecipazione.
Codacons denuncia la Gelmini
Interruzione e turbativa di pubblico servizio e violazione delle norme sulla sicurezza delle classi che superano i 25 alunni
Nelle classi in cui si inseriranno più di 25 alunni per sopperire alla mancanza di docenti "tagliati' dalla Gelmini si commette un grave reato: si mette a repentaglio la sicurezza dei ragazzi e si violano le norme di igiene pubblica sul limite minimo di spazio che un'aula deve avere.
Le norme richiamate - sulla base delle quali il Codacons chiede non solo di avviare l'azione penale contro il Ministro e i Direttori Regionali del MIURS, ma anche di sequestrare le classi illegali - sono, tra le altre, l'art. 5 del D.M. 26.08.1992 (recante "Norme di prevenzione incendi per l'edilizia scolastica') che afferma: "il massimo affollamento ipotizzabile è fissato in 26 persone per aula (considerati 25 studenti e 1 insegnante - ndr)', e l'art. 12 della legge n. 820 del 1971 che dice: "Il numero massimo di alunni che possono essere affidati ad un solo insegnante non può essere superiore a 25 anche ai fini delle attività integrative e degli insegnamenti speciali di cui all'art. 1'.
E' dal 1971 che è previsto un limite massimo di alunni per ogni classe - spiega il Presidente Codacons, Carlo Rienzi - Prevedere adesso classi di 30 o 40 alunni è una vera e propria follia che fa correre inutili rischi a studenti e insegnanti!!
L'esposto è stato presentato oggi nelle 104 Procure della Repubblica italiane e ora sia i docenti precari danneggiati dai tagli che le famiglie i cui figli sono messi a rischio potranno costituirsi parte civile. E quando entrerà in vigore la class action le famiglie potranno agire rappresentate dal Codacons per i danni subiti.
Intanto il malcontento dei precari sfocia anche in un mega ricorso collettivo di almeno 20.000 docenti che aderiranno all'azione legale organizzata dal Codacons davanti al TAR del Lazio. Per aderire - spiega l'associazione - occorre inviare una mail all'indirizzo ricorsoprecari@codacons.it, seguire le istruzioni che verranno inviate direttamente sulla mail, e iscriversi al Codacons. Le adesioni si raccolgono anche pressi le sedi dell'associazione di Bologna, Catania, Firenze, Catanzaro e Salerno.
Nel ricorso che sarà patrocinato dal Presidente del Codacons, avv. Carlo Rienzi - che già nel 1990 fece immettere in ruolo 40.000 precari con una sentenza della Corte Costituzionale - si contesteranno le disposizioni applicative del MIURS e le norme sugli organici che hanno portato a dequalificare il servizio pubblico di insegnamento creando classi di 35-40 alunni dove si potrà apprendere ben poco.
Un secondo ricorso dei precari non abilitati chiede di estendere anche a loro il privilegio concesso agli abilitati di presentare le domande di incarico in più di una provincia.
giovedì 3 settembre 2009
Dopo il posto i precari perdono l'email Da ottobre il Miur eliminerà le caselle
(torino.repubblica.it)
Il Miur cancella la casella di posta elettronica ai precari licenziati e senza preavviso annuncia che entro meno di un mese dovranno dirottare tutte le email su altro indirizzo. «Di fronte a un fatto del genere si resta letteralmente basiti - dice Cosimo Scarinzi di Cub Scuola - il Miur licenzia migliaia di precari e, per sovrammercato, decide di risparmiare sui costi delle caselle elettroniche con il rischio di gravi danni alle colleghe e ai colleghi che hanno segnalato alle scuole tale recapito».
Gli insegnanti che quest´anno non hanno più la cattedra hanno ricevuto una comunicazione di questo tenore: «Il ministero dell´Istruzione, Università e Ricerca, nell´ottica di contenimento dei costi di gestione del servizio di posta elettronica e per motivi di sicurezza legati alle responsabilità connesse all´uso dei servizi del sistema informativo, fornisce una casella di posta nel dominio istruzione.it al solo personale in servizio. A tal proposito La informiamo che, non persistendo più tale condizione nel suo caso, il prossimo 1 ottobre 2009 si procederà alla cancellazione della casella di posta a Lei assegnata».
«All´indifferenza ai diritti si somma la stupidità burocratica, non c´è che dire - aggiunge Scarinzi - vogliono cancellare l´esistenza di decine di migliaia di colleghe e colleghi persino da Internet, ci ritroveranno in piazza in carne e ossa».
Tagli al sostegno, genitori in rivolta all'Isola d'Elba
(da il tirreno.gelocal.it)
Sul piede di guerra i genitori degli alunni disabili delle scuole elbane. La cura dimagrante imposta alla scuola dal ministro Gelmini miete vittime soprattutto tra gli insegnati di sostegno. Quelle figure educative che spesso, per ragazzi disabili, rappresnetano una fondamentale opportunità di assistenza e apprendimento.
Praticamente in ogni istituto dell'isola il numero degli insegnanti di sostegno è diminuito e, da Roma, non sono state prese in considerazione le richieste dei dirigenti scolastici. Dall'ufficio scolastico provinciale non è ancora stato fornito il numero esatto delle cattedre relative all'Elba. C'è però un numero complessivo, di valenza provinciale: 523 insegnati di sostegno contro oltre mille e 100 alunni disabili. Meno di un insegnate ogni due ragazzi, ben al di sotto degli standard fino ad oggi garanti alle famiglie degli alunni, che ora insorgono. «Siamo fortemente preoccuparti per le notizie che ci sono arrivate dall'ufficio scolastico provinciale - spiega Massimo Forti dell'associazione "Incontriamoci in diversi" alla quale aderiscono molti genitori di bambini disabili - non viene garantito neppure il minimo delle ore di assistenza per ciascun ragazzo disabile. Per le famiglie è anche una questione di dignità. Io stesso non ho la certezza di poter mandare a scuola mia figlia se non verrà garantito questo tipo di servizio di assistenza». Una situazione, se possibile, resa più grave dal mancato rinnovo della convenzione che fino allo scorso anno affiancava agli insegnanti di sostegno degli educatori della cooperativa Arca. «Un sostegno - continua Forti - reso possibile grazie al coordinamento del Comune di Capoliveri ma terminato con la fine dell'anno scolastico senza che alle famiglie sia stato comunicato cosa accadrà quest'anno».
L'associazione si appella a tutte le istituzioni, a cominciate dalla Provincia, perché sia possibile trovare una soluzione. «Non è facile vivere all'Elba - spiega Forti - lo è ancora meno per un disabile: perché, mi chiedo, tagliare su un servizio di questa importanza?».
In realtà dall'ufficio scolastico provinciale la dirigente, Elisa Amato, non parla di tagli. «Abbiamo inoltrato le richieste dei dirigenti scolastici rispetto alle cattedre per gli insegnanti di sostegno - spiega - e da Roma ci hanno assegnato un certo numero di posti. Non più di quelli. Siamo consapevoli che la situazione dell'Elba sia del tutto particolare e abbiamo fatto uno sforzo per limitare i disagi. Sull'isola il rapporto tra insegnanti di sostegno e alunni è comunque migliore che in altre zone della provincia». Attualmente si parla di un rapporto di uno a 1,9: poco meno di due allievi per ciascun insegnante. Ma a fronte di disabilità gravi - che all'Elba non mancano - per ciascun ragazzo occorre un docente dedicato. Cosa che quest'anno non sarà possibile. «Una situazione del genere - conclude Forti - è intollerabile all'Elba, un territorio che purtroppo ha la percentuale più alta, in Toscana, di incidenza di casi di disabilità».
Protesta al CSA di SIracusa: il Provveditore, oggi a Palermo, da domani in ferie!
Stamane una cinquantina di precari siracusani si sono trovati sotto la sede del CSA
per protestare contro i licenziamenti (travestiti da tagli)decretati dal malefico duo Tremonti-Gelmini.
Richiesto un incontro con il Provveditore ci si è sentiti rispondere che è a Palermo e da domani inizia le Ferie!
L'incontro programmato con i sindacati è stato spostato a data da destinarsi (dopo le ferie?).
Così mentre centinaia di precari non sanno come sbarcare il lunario c'è chi, pur avendo un posto di grande responsabilità e in momento di grande incertezza e caos, non trova niente di meglio da fare che andarsene in ferie.
Che dire?: Buone vacanze e non si scordi la crema solare!
P.S.: Se avesse bisogno di una guida turistica non esiti a contattare la Ministra Gelmini che ha un bel po' di precari da piazzare!
martedì 1 settembre 2009
Iniziativa dei "docenti in mutande": Lettera aperta ai sindacati
Invitiamo tutti i colleghi precari, preoccupati per il loro incerto futuro, ad inviare ai rappresentati sindacali il seguente comunicato, per chiedere un'azione forte in difesa del personale precario della scuola.
Alla cortese attenzione dei rappresentanti sindacali locali e nazionali dei comparti scuola
di CGIL, CISL, UIL, UGL, SNALS e Gilda degli Insegnanti
In questi giorni, in concomitanza con le nomine per i contratti a tempo determinato, la situazione in molte province sta divenendo incandescente. I pesanti tagli al personale docente ed ATA legati agli accorpamenti delle classi, alla soppressione di alcuni istituti e soprattutto alla riduzione oraria prevista dalla "riforma Gelmini" lasciano decine di migliaia di persone prive di occupazione.
Qualcuno l'ha definito il più grave licenziamento mai verificatosi nella Repubblica italiana. L'apparente immobilismo delle rappresentanze sindacali, spesso poco attente alla situazione del personale precario, crea uno stato di frustrazione ed esasperazione difficilmente controllabile.
A nome degli almeno 20 mila precari che già quest'anno perderanno il loro lavoro, e delle altre decine di migliaia che seguiranno, vi chiediamo un segnale forte, una presenza chiara e sensibile sul territorio e delle azioni di contrasto e di protesta dure e ferme. Se questo non accadrà, un'ampia fetta di lavoratori (circa 1/3 del personale della scuola) sfuggirà dal controllo del sindacato, sfogando la sua rabbia in modo imprevedibile.
A testimonianza della vostra onestà e professionalità, vi chiediamo quindi di esserci vicini in questo momento difficile, per guadagnare nuovamente la fiducia dei lavoratori precari.
Attendendo una vostra risposta, vi salutiamo cordialmente
(Gruppo "Docenti precari" - http://docentinmutande.blogspot.com)
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