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venerdì 10 ottobre 2008

Pubblico un editoriale uscito sul Manifesto dell'8 Ottobre

A SCUOLA COL NEMICO di Alba Sasso*
Un gesto di scaltrezza politica quello di chiedere la fiducia sul decreto Gelmini sulla scuola. Dove l'urgenza rivendicata dalla ministra, ancora ieri su tutti i giornali, visto che il decreto scade il 31 ottobre e che ci sarebbe tutto il tempo per una discussione delle camere? In primo luogo il governo ha paura della sua stessa maggioranza. A cominciare dai mal di pancia della Lega sia sul maestro unico sia sulla chiusura delle piccole scuole. In secondo luogo si esercita, nonostante le resistenze di Fini, in prove muscolari. Gesti di sfida alla democrazia parlamentare. Ma c'è di più. Da dove provengono, in questi mesi, le più forti voci di dissenso, di contestazione, di una volontà sempre più chiara di infrangere la marea restauratrice che ormai sommerge il paese? Forse proprio dalla scuola. È da lì che viene un movimento sempre più deciso, forte e consapevole.

Tagli al massacro, una politica miope e retriva, il ritorno a una scuoletta degna di un paese in cui ancora re e preti la facevano da padroni. La scuola gelminiana è ben di più, e ben peggio, di quella della santa effigiata nei cortei, o dell'avvocatessa anti meridionale, che viene al sud a prendere l'abilitazione. L'urgenza di far cassa costruisce una filosofia e una pedagogia. La rabbia di tanti genitori emaestri, lunedì al presidio davanti Montecitorio all'annuncio del voto di fiducia, è di chi vede distruggere un modello di scuola costruito nel tempo, in un reciproco scambio di saperi, di relazioni, in una crescita comune. In una scuola che sempre più deve fare i conti con la pluralità delle storie e delle culture, con le diversità, col disagio e con l'eccellenza. E perciò deve individuare gli strumenti per migliorare, per andare avanti. E invece si torna al passato per decreto. Senza ascolto e senza coinvolgimento dei soggetti interessati. Disegnando il profilo di una scuola del pensiero unico. Autoritarismo da un lato, attacco culturale senza precedenti dall'altro.Un governo che compra lavagne luminose e riduce drasticamente il numero degli insegnanti, le ore di lezione. È il profilo di una scuola dei clienti e dei consumatori: l'ombra dell'homo berlusconiano a sua volta realizzato dai programmatori dei palinsesti televisivi. Quanto abbiamo sottovalutato la potenza devastante di questo strumento, e quanto poco abbiamo fatto per attrezzarci ad una sfida che non si poteva, non si doveva evitare. Piano, sono andati definendosi i contorni del buon italiano, che riduttivamente definiamo con gli archetipi del calciatore e della velina. Si tratta di modelli culturali di grande presa perché di forte attrazione.Maqualcuno deve aver capito che è nelle scuole, che si annida il nemico. Come le comunità di Fahrenheit 451, che custodivano la memoria dei libri, li mandavano amemoria, trasmettevano il sapere e la critica, l'analisi e il sogno, la conoscenza come dubbio e curiosità. È questa la scuola che ha continuato a sfornare nei decenni, cittadini, e non sudditi.

*Responsabile Scuola di Sinistra Democratica

4 commenti:

fiaba ha detto...

e noi andiamo a roma anche il 30

Anonimo ha detto...

Brava Fiaba...andiamo a Roma il 30 e il 17 ottobre a Catania.
Magari tra queste 2 date manifestiamo al csa di Siracusa, mattina e pomeriggio.
Smuoviamoci.....
Svegliaaa siracusani!!!

Orso Buono ha detto...

Ma scusate il 17 non dovevamo andare a Roma? Ce ne siamo già pentiti?

Anonimo ha detto...

Lele, ti ho scritto email per spiegarti le motivazioni di questo cambio programma. Tu seguici con fiducia....sempre!
(almeno tu riesci a strapparmi sempre un sorriso)