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martedì 1 settembre 2009

Gilda degli insegnanti: la situazione dei precari è esplosiva!


“La situazione è drammatica", dice il coordinatore nazionale della Gilda insegnanti, Rino Di Meglio.

La Gilda stigmatizza i pesantissimi tagli, “decisi solo in nome di un risparmio che forse gioverà alle casse dello Stato, ma certamente nuocerà al futuro del Paese, perché non investire nell’istruzione e nella formazione dei giovani – sottolinea Di Meglio – significa assestare un duro colpo alla crescita culturale e civile e tradire il mandato che la Costituzione assegna alla scuola”.

A rendere la situazione ancora più esplosiva è, secondo il coordinatore nazionale, la disomogeneità dei tagli tra Nord e Sud: “A soffrire maggiormente – afferma il coordinatore nazionale – è il Mezzogiorno, dove la scure del Governo si è abbattuta in maniera più drastica. E le proteste messe in atto dai precari, concentrate soprattutto nelle regioni meridionali, lo dimostrano ampiamente. Il rischio – avverte Di Meglio - è che il divario tra Nord e Sud aumenti ancora e che l’Italia diventi sempre di più un Paese a due velocità”.

La Gilda, inoltre, richiama l’attenzione sul problema del sovraffollamento delle classi “che – dichiara Di Meglio – peggiorerà inesorabilmente, perché a una riduzione così ampia dell’organico non corrisponde una diminuzione del numero degli alunni che, anzi, è in aumento. E noi, come l’anno scorso, - annuncia - siamo pronti a denunciare tutti i casi di mancato rispetto della legge sulla sicurezza che fissa in 26 persone per aula il tetto massimo di affollamento ipotizzabile”.

“E poi – aggiunge Di Meglio – è inaccettabile che da una parte si giustifichino i tagli alla scuola pubblica statale con l’esigenza di risparmiare, e dall’altra il Parlamento chieda maggiori fondi per gli istituti paritari e che il ministro Gelmini auspichi che nella Finanziaria di quest’anno ci siano risorse adeguate per le scuola private. Forse – conclude – è il caso di ricordare ai parlamentari e al ministro che l’articolo 33 della Costituzione stabilisce che ‘enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato”.

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